Auto: le 10 tecnologie che rivoluzioneranno il modo di guidare nei prossimi anni
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Auto: le 10 tecnologie che rivoluzioneranno il modo di guidare nei prossimi anni

Dal Ces 2014: veicoli senza volante o che si parcheggiano da soli, sistemi per evitare colpi di sonno e altri assaggi di futuro

Il punto d’arrivo, il traguardo, sarà quando non dovremo preoccuparci più di nulla. Quando la nostra macchina farà tutto da sé: si accenderà, uscirà dal garage, ci porterà fino a destinazione, si parcheggerà in totale autonomia. Ciò che oggi ci sembra fantascienza non sarà una rarità nel giro di un paio di decadi. Anzi, secondo uno studio pubblicato pochi giorni fa dalla società di consulenza IHS Automotive, il 9 per cento delle auto vendute nel 2035 si guideranno da sole. Saranno una su dieci, o quasi: ben 11,8 milioni di esemplari a livello mondiale.

Nel frattempo già oggi stiamo assistendo a un fermento. A tante piccole scosse telluriche che preparano il terreno alla rivoluzione che trasformerà le nostre compagne di viaggio a quattro ruote in sofisticatissimi computer, capaci di valutare in tempo reale qualsiasi variabile, di aggirare ogni ostacolo sul loro percorso fino ad azzerare la possibilità di errore.

Il Ces, la fiera dell’hi-tech che si è svolta la settimana scorsa a Las Vegas, è stata un’ottima occasione per scoprire e provare cosa si sta muovendo nel settore; per intuire quali direzioni stanno prendendo le case costruttrici per disegnare i contorni dell’auto del futuro. Ecco dieci tecnologie, novità, soluzioni che riscriveranno l’esperienza alla guida e i suoi immediati dintorni.

Il volante non è tutto
L’immagine di apertura è dedicata alla FV2 della Toyota, una concept car che fa a meno di uno dei tasselli fondamentali del puzzle di un’automobile: il volante. Questa monoposto si guida assecondando i movimenti del corpo dell’autista, che sta in piedi e la manovra in modo molto intuitivo, a mani libere, grazie anche all’aiuto della realtà aumentata. Inoltre la FV2 usa il riconoscimento facciale e vocale per sapere qual è l’umore del pilota e assisterlo con sempre maggiore tempestività. Se non è un’intelligenza artificiale, poco ci manca.

Massima vigilanza
Il sottinteso del sistema rileva-umore della FV2 è abbastanza intuibile: nei giorni in cui siamo particolarmente nervosi o distratti, il computer, che poi è il co-pilota della vettura, saprà che dovrà tenere un livello di guardia più alto. È un concetto affascinante, ma ancora tutto da definire. Più pratica la strada scelta da Audi, che al Ces ha dimostrato come, tramite una telecamera che inquadra costantemente il guidatore, sarà possibile sapere se sia sveglio oppure no. Se chiude gli occhi, nel giro di dieci secondi ecco suonare nell’abitacolo un forte allarme per svegliarlo. Se non reagisce vuol dire che la situazione è ben più grave di un colpo di sonno. Perciò la macchina si ferma da sola e chiama i soccorsi.

Il Wi-Fi salvavita
Altra tecnologia che potrà ridurre notevolmente le vittime di incidenti al volante è la V2V presentata dalla Ford. V2V sta per «Vehicle-to-vehicle communication» e, come il nome suggerisce, sfrutta una connessione wireless a corto raggio per avvisarci della posizione e di comportamenti anomali di altre auto negli immediati dintorni. Per esempio, se dietro l’angolo una sta arrivando a particolare velocità o un’altra è passata col rosso. Unico neo, nelle situazioni in cui il traffico è particolarmente intenso ci potrebbero essere problemi di funzionamento. Risolvibili magari combinando questa soluzione con sensori o sistemi laser, proposti anche da altre case.  

Attese smart
Altra innovazione targata Audi e mostrata ai giornalisti a Las Vegas sfrutta un collegamento con la rete dei semafori cittadini per mostrare sul cruscotto a che velocità (consentita, è ovvio) bisogna andare per prendere il verde. Oppure, se il rosso è inevitabile, qual è il tempo di attesa prima di ripartire. Di più: se la vettura è dotata di una tecnologia di start-stop, si riavvia cinque secondi prima che scatti il verde, così basta sollevare il piede dal freno e si è prontissimi a ripartire.

La vettura connessa
GM ha annunciato che dieci modelli di auto che stanno per entrare in produzione avranno a bordo una connettività LTE, la più veloce disponibile al momento. In generale, tutte o quasi le auto di nuova generazione non avranno bisogno di collegarsi a un cellulare o a un tablet per navigare in internet, perché avranno una rete dati di serie integrata al loro interno. Sarà la precondizione per fornire in modo indipendente tutta una serie di servizi, anche non strettamente connessi con l’universo delle quattro ruote. Come quello annunciato da Mercedes-Benz, che permetterà ai suoi clienti di gestire dalla vettura i termostati intelligenti della Nest (appena comprata da Google per 3,2 miliardi di dollari) e di regolare la temperatura domestica nel percorso verso casa.

Come uno smartphone
Il Ces è stato il luogo dell’annuncio dell’approdo di Android a bordo delle vetture Audi, Gm, Honda e Hyundai di prossima generazione. Una risposta di Big G a Apple che già presidia Bmw, Nissan, Ferrari e altri colossi del mercato. Le automobili saranno sempre più simili ai nostri dispositivi mobili preferiti: li potremo personalizzare con le app che ci piacciono di più, controllare a distanza dagli smartphone o persino da orologi intelligenti, come quelli realizzati ad hoc da Mercedes in collaborazione con Pebble.

La giusta distanza
Interessante l’idea della Harman, che ha deciso di integrare i Google Glass con le sue tecnologie di guida assistita. Il sistema analizza in automatico le immagini della strada davanti al guidatore e si accorge se c’è un rischio di collisione con il veicolo che si trova davanti, magari perché sta rallentando o si è fermato improvvisamente. In tal caso invia una notifica visiva e sonora direttamente agli occhiali smart, allertando chi li sta indossando e consentendogli di reagire con prontezza.

A gesti è meglio
L’ossessione dei costruttori è quella di fornire sempre nuove forme di intrattenimento e di personalizzazione a bordo, ma anche di non finire per distrarre troppo i guidatori. Da qui l’idea di Kia: utilizzare movimenti delle mani e delle dita per impostare la radio e il sistema di navigazione. Il concept è interessante, ricorda un po’ Kinect della Microsoft, e ha il pregio di poter essere gestito senza togliere gli occhi dalla strada.

Stacca la spina
L’auto elettrica sembra essere l’ultimo e più avanzato concetto di mobilità pulita. Ma rifornire la vettura può rappresentare un problema, anche per la scarsità delle colonnine in alcune zone. È per questo motivo che la Ford ha elaborato il concept della C-Max Solar Energi, che usa una risorsa presente in qualsiasi angolo del mondo. L’auto ha un pannello solare sul tettuccio che raccoglie l’energia necessaria per ricaricare la batteria. Un giorno di esposizione equivale a quattro ore di ricarica a una presa di corrente.

Il valletto elettronico  
Va bene, possiamo pazientare ancora qualche anno per l’auto che si guida da sola, ma forse ci libereremo prima del previsto di un’incombenza che pochi gradiscono: parcheggiare. La francese Valeo ha presentato una tecnologia che si monta a bordo delle vetture e permette loro di trovare da sole uno spazio libero dove sistemarsi in un garage o in un'area parcheggio. Il meccanismo è basato su un cervello elettronico e un sistema di sensori. Per attivare il tutto basta scendere dalla macchina e dare l’ok da una app. Senza impazzire a girare intorno per ore e a condannarsi a manovre impossibili. Troppo bello per essere vero? Speriamo proprio di no.

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Marco Morello

Mi occupo di tecnologia, nuovi media, viaggi, società e tendenze con qualche incursione negli spettacoli, nello sport e nell'attualità per Panorama e Panorama.it. In passato ho collaborato con il Corriere della Sera, il Giornale, Affari&Finanza di Repubblica, Il Sole 24 Ore, Corriere dello Sport, Economy, Icon, Flair, First e Lettera43. Ho pubblicato due libri: Io ti fotto e Contro i notai.

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