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(Ansa)
Calcio

Le maglie delle squadre di calcio di serie A. Dove lo stile e il design fanno i conti con il business

Alla caccia di nuovi acquirenti le società che vestono Inter, Juventus, Milan e le altre formazioni del campionato si inventano colori e fantasie, spesso esagerate

Nascono le prime indiscrezioni sulle divise calcistiche per la prossima stagione, e con loro anche la preoccupazione per le fantasie stridenti che caratterizzano le magliette. Footy Headlines - sito calcistico specializzato - rivela in esclusiva alcune tra le novità della stagione 2024/25.

La Roma sposerà un nuovo rosso, questa volta più scuro del solito, simile alla prima maglia della stagione 2019/20 color burgundy. Se parliamo di maglie discutibili, anche il prossimo anno l'Inter non verrà apprezzata per la sua prima maglia, sembra infatti aver deciso di optare per una fantasia astratta, molto lontana dalle eleganti magliette di un tempo. La Juventus, contrariamente all'anno precedente, sembra stia puntando verso la giusta direzione grazie al ritorno delle classiche strisce verticali, riportandoci indietro alla divisa della stagione 2021/22.

Se parliamo di tendenze moda calcistiche, possiamo affermare con certezza che le strisce saranno le vere protagoniste di stagione, infatti anche il Milan sceglie le classiche ma eleganti strisce verticali mentre il Bologna, sempre a strisce, non si allontana dalla sua precedente divisa e abbandona solo il colletto per optare verso un classico scollo tondo.

Per ora sono poche le squadre uscite allo scoperto, non ci rimane che aspettare le prossime anticipazioni.

(AC Milan)

Ma perché il calcio - o meglio, la società calcistica delle singole squadre - avvertono il bisogno di cambiare maglia ogni stagione? La risposta è semplice, solito marketing.

Il calcio è senza dubbio uno degli sport più seguiti in Italia, basti pensare che nel 2022 - secondo l’Osservatorio sullo Sport System - il calcio ha generato un ricavo di 78,8 miliardi, una cifra equivalente al 3% del Pil italiano. Perciò quale modo migliore per aumentare i ricavi se non realizzare nuove maglie ogni anno e sfruttare la frenesia d’acquisto dei tifosi più accaniti? Tra le 10 maglie più vendute al mondo nel 2022 solo una è italiana e porta il nome della Juventus, con oltre 450mila unità vendute.

Oltre ai design discutibili che stanno comparendo sulle magliette - come le fantasie astratte presenti sulla quarta maglia della Fiorentina o la terza maglia dell’Udinese - c’è una certa polemica anche per i costi. Non è infatti una sorpresa scoprire che anche in questo mercato vediamo comparire il classico fenomeno dello sfruttamento della manodopera: Secondo una ricerca tenuta dalla società tedesca Pr Marketing e resa nota da Repubblica, per produrre una maglia un’operaia in Asia guadagna meno di un euro mentre vengono messe sul mercato a 150 euro.

Indossare la maglia della propria squadra è sicuramente il sogno di ogni tifoso, un simbolo di appartenenza da esibire con orgoglio, ma è giusto mettere in ombra questo sogno solo un anno dopo classificando la maglia come «vecchia»? Come in molti altri settori, la fame per il guadagno sta prendendo il sopravvento, mentre il vero sentimento che spinge tifosi e calciatori nel professare le loro passioni viene messo in secondo piano.

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Elisabetta Cillo