La Juventus è tornata e corre per lo scudetto
Partenza lanciata per i bianconeri e Thiago Motta non ha ancora inserito gli uomini che il mercato di Giuntoli gli ha consegnato. Ecco perché la stagione dell'Anno Zero juventino è finita
La Juventus a singhiozzo dell’estate non c’è più. Forse non c’è mai stata, visione deformata dalla necessità di mettere insieme tutti i pezzi con passaggi indolori anche nella sconfitta. Thiago Motta sta costruendo una squadra che correrà per lo scudetto, inutile che gli altri si illudano di potersi misurare con un progetto tecnico aperto. La partenza del campionato è indicativa: sei punti presi, sei gol segnati e zero subiti. Tutto senza buona parte di una campagna acquisti faraonica che alla fine vedrà impegnati oltre 200 milioni di euro. Ci sarà tempo perché il tecnico non fa sconti a nessuno e il primato in classifica (solitario) è costruito sì sui gol di Vlahovic ma anche e soprattutto sulla gioventù talentuosa di Mbangula e Savona. Quelli più in vista, non gli unici buttati in campo senza risparmiarsi per dare seguito all’impegno di valorizzare, non solo economicamente, il lavoro della Next Gen.
La Juventus corre per lo scudetto, nulla di meno. Cresce lievitando col passare dei minuti, impara in fretta l’arte di controllare la partita dopo averla cinicamente uccisa sfruttando gli errori dell’avversario di turno. Quando avrà a disposizione nel pieno della condizione Douglas Luiz, fin qui solo spezzoni, Koopmeiners e gli esterni imbarcati in quantità e qualità da Giuntoli il quadro sarà definito. E’ bene tenere a mente anche che il calcio di agosto a volte inganna e che la partenza contro Como e Verona non è certamente la peggiore che un allenatore al debutto sulla panchina di una big potesse augurarsi. Però il prato del Bentegodi arato con serena puntualità dalla Juventus era stato indigesto pochi giorni prima al Napoli di Conte e, dunque, non è detto che il primo successo esterno della stagione sia stato necessariamente favorito dalla pochezza dell’avversario.
In ogni caso arriveranno altri test, a partire dalla Roma ferita di De Rossi e dell’ex (ormai non più rimpianto) Dybala. Il popolo juventino sta vivendo una luna di miele dolcissima con Thiago Motta e con una squadra nella quale è facile identificarsi. I giovani mettono di buon umore, ma attenzione a non esagerare col buonismo perché Mbangula ha colpi e fame che promettono di lasciarlo tra i protagonisti anche quando saranno arruolabili i “fratelli maggiori” e la storia di Thiago Motta è quella di un tecnico che non ha paura a riscrivere le gerarchie di uno spogliatoio. A Bologna lo ha fatto lanciando Zirkzee, proiettandolo nel calcio che conta perché convinto di qualità che gli altri non vedevano.
E’ comprensibile il tentativo di tenere un profilo basso. La parola scudetto rimane tabù alla Continassa e i tifosi quasi si offendono quando si sottolinea l’imponenza della campagna acquisti. I conti esatti si faranno alla fine, quello che si può dire subito è che il tempo degli Anni Zero è finito. La Juventus è tornata a fare quello che le è sempre riuscito meglio: giocare per vincere, non solo per partecipare.