maglia inter 2024 2025
tratto da www.footyheadlines.com/
Calcio

La nuova maglia dell'Inter (e non solo): serve rispetto per i tifosi

L'anticipazione del disegno per la stagione 2024/2025 divide e fa discutere. Non è che l'ultimo e più azzardato tentativo di fare business attraverso i propri colori e marchi

L'anticipazione della possibile prima maglia dell'Inter per la stagione 2024/2025, rilasciata dal solitamente ben informato footyheadline.com, ha diviso i tifosi nerazzurri. Niente riferimenti alle storiche strisce verticali, non larghe e nemmeno strette. Neanche sfumate o puntellinate, come nell'anno dopo lo scudetto conquistato con Antonio Conte alla guida. No. Se l'anticipazione sarà confermata, ad agosto la squadra di Simone Inzaghi vestirà una maglia che di interista avrà solo i due colori (nero e azzurro) persi in un reticolo di righe descritte come "abbagliante design a strisce mimetiche" con a corredo il logo in bianco e una o due stelle sopra.

Bella? Brutta? La premessa è che questo articolo non si concentra solo su questa maglia ma parte da qui per allargarsi a un trend ormai inarrestabile. Non è una questione di estetica, visto che ognuno dei milioni di tifosi nerazzurri sparsi per l'Italia e per il mondo potrà farsi la sua idea e recenti esperienze dicono che alla fine anche gli azzardi premiano, dunque vendono e consentono incassi. Il ragionamento è più ampio e va fatto anche considerando il diritto di ciascun club di fare business e cercare ogni linea possibile di ricavo in un mondo in cui l'unica certezza sono i costi esorbitanti per tenere in piedi il circo.

Vale tutto, insomma, e invece non dovrebbe. La futura (probabile) maglia dell'Inter ricorda la terza del Manchester United che, però, come prima casacca non rinuncia al suo essere Red Devil. E lo stesso fanno Liverpool, Real Madrid, Bayern Monaco e avanti con quasi tutti i maggiori club d'Europa, certamente non disinteressati ai guadagni del mercato delle divise da gioco. Chi sbaglia? Loro o chi azzarda?

Senza demonizzare nulla, la sensazione è che anche il rispetto della tradizione possa essere un valore economico e non solo una questione di amore per la propria storia e memoria. La prima maglia dovrebbe essere sacra, con poche e studiate modifiche necessarie per rispondere alle esigenze del marketing. Sperimentazioni e allargamenti ad altri mercati possono andar bene per seconde e terze divise, o anche quarte e quinte come ormai tante squadre fanno nel corso della stagione. A tiratura limitata o no. Alla fine il successo di un prodotto lo fa l'attaccamento ai suoi simboli, giusto? Ecco. Mettere un limite non per fermarsi ma per andare avanti. In fondo tutti i club iconici dello sport mondiale sono riconosciuti e riconoscibile grazie ai loro colori che stanno lì da decenni. Perché cancellarli o storpiarli inseguendo una moda del momento?

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Giovanni Capuano