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Calcio

Inter-Juventus. Var e veleni nella volata Champions League

La Juventus sbanca San Siro tra le proteste dell'Inter, la Lazio batte la Roma e la allontana mentre i bianconeri pensano alla rimonta anche al netto della penalizzazione. E il Milan...

Dallo scorso 20 gennaio, giorno della stangata della Corte federale alla Juventus, sembra che tutti alle spalle del Napoli abbiano deciso di smettere di correre. Un surplace pericolosissimo che ha accelerato la consegna del meritato scudetto ai partenopei (+19 sulla Lazio che insegue) e progressivamente riportato in corsa Allegri a prescindere dal giudizio del Collegio di Garanzia del Coni del prossimo 19 aprile. E' un dato di fatto e non più una semplice suggestione dettata dalla statistica come poteva sembra lo scorso 20 febbraio quando Panorama cominciava a fare i conti in tasca al campionato.

Dal giorno della sentenza sono passate 9 giornate e solo il Napoli ha fatto meglio della Juventus che si è presa 19 punti su 27 staccando di una lunghezza la Lazio - la più continua di questo periodo - di 6 Inter e Roma, di 8 l'Atalanta e addirittura di 9 un Milan in rottura prolungata. Numeri impressionanti anche se proiettati su cosa manca da qui alla fine della stagione: 11 giornate in cui tutti dovranno fare i conti con i bianconeri anche se il Coni dovesse confermare il -15, figurarsi in situazioni differenti.

La domenica dei big match è stata la giornata dei veleni. Urla rabbia l'Inter per il silenzio del Var su un possibile tocco di braccio di Rabiot in apertura dell'azione del gol partita di Kostic. Eppure l'esperto Mazzoleni ha trascorso svariati minuti a cercare un'immagine che desse certezza alla sensazione che hanno avuto tutti e cioè che il francese si sia aiutato esattamente come contro la Sampdoria una settimana fa. Non l'ha trovata, Inzaghi proteste e Allegri glissa chiedendo di parlare di campo e non di arbitri; una proposta accoglibile sempre, ma che sarebbe più seria se tutti, lui compreso, si astenessero dal discutere quando ritengono di aver subito un torto.

In generale, dopo tanti dovrebbe essere chiaro che il Var ha bisogno di certezze per intervenire. Comprensibile la rabbia di Inzaghi che è stata quella di Stankovic qualche giorno fa, ma la verità è che bisognerebbe sempre ricordarsi anche di quando le cose vanno bene. Vale per tutti, indistintamente. All'Olimpico è andato invece in scena un derby ad alta tensione, condizionato dal rosso iniziale a Ibanez e con liti tra le panchine e in tribuna: non un grande spettacolo, ma per Sarri la soddisfazione di essersi preso entrambi gli scontro diretti con Mourinho.

Ora la sosta per la nazionale che, ridotta ai minimi termini, da giovedì insegue la qualificazione all'Europeo del 2024 partendo proprio contro l'Inghilterra che riporta con il ricordo a Wembley e al luglio più bello della nostra vita sportiva (o quasi). Una pausa che servirà a tanti per rimettere in ordine le idee prima della volata finale. Tra tutti Stefano Pioli che ha perso il suo Milan in un inizio di 2023 tragico per i risultati: a Udine non ha funzionato nulla e purtroppo per i campioni d'Italia non è la prima volta. Troppi gol incassati (11° difesa della Serie A) e che il centravanti titolare sia un ex fuoriclasse di 41 anni e 166 giorni è un'aggravante. Non una buona notizia.

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Giovanni Capuano