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(Ansa)
Calcio

Inchieste, urla, servi e spiate: è la Serie A dei veleni

La stagione che porta alla seconda stella dell'Inter è intossicata di polemiche e dibattiti spesso surreali. La faccia brutta di un calcio che non riesce ad evolvere dal punto di vista comunicativo

La cavalcata interista verso lo scudetto della seconda stella, replica di quella del Napoli 2023 campione d'Italia praticamente a febbraio, ha come effetto collaterale quello di aver immerso il calcio italiano in una stanza piena di veleni e fumi social o giù di lì. C'è poco da parlare di calcio, dovendosi aspettare il "quando" e non il "se" legato al momento del successo dell'Inter e anche la precoce eliminazione dalla Champions League delle nostre squadre ha tolto argomenti per concentrarsi su quello che conta e cioè il risultato del campo.

Si spiega anche così questa primavera ad alta tensione, in cui i tifosi si dividono ormai più per un'inchiesta della Procura che per un fuorigioco visto che l'argomento 'errori arbitrali' è stato ampiamente superato nel corso dell'inverno ed è morto col venire meno del duello scudetto per abbandono della Juventus. Di chi è il Milan e cosa rischiano i rossoneri? Acerbi è razzista o no? Fino all'ultima evoluzione che è mettere insieme un gruppo di tifosi di un club (Juventus in questo caso) per fare i detective e andare in Procura a denunciare i rivali (Inter) sperando di farli squalificare. E di ribaltare il verdetto del campo.

Oddio, ci sono i precedenti. Nel 2006 l'Inter vinse lo scudetto approfittando di Calciopoli e l'anno scorso il Milan è entrato in Champions League al posto della Juventus bastonata per la questione plusvalenze che, sotto traccia, sono ancora vive in mezzo a noi visto che prima o poi dovranno arrivare notizie su quelle che riguardano il Napoli. E avanti così.

Un imbarbarimento comunicativo evidente, tale da far rimpiangere la Marotta League dei mesi scorsi, le illazioni sui calendario, anticipi e posticipi. L'importante è avvelenare i pozzi, polarizzarsi, accusare e possibilmente ritirare la mano. Non si salvano neanche gli addetti ai lavori. Allegri, ad esempio, non è solo criticato per il (non) gioco della Juventus ma ormai viene dileggiato apertamente dal partito degli 'anti', alcuni dei quali anche da ribalte che hanno una storia alle spalle. Bollito, incapace, incompetente, uno che prende in giro milioni di tifosi... E come lui altri, stritolati dal giochino degli 'in' e 'out' che alimenta questo tossico mondo che tira avanti intorno al pallone.

La deriva è apparentemente irreversibile, anche perché ad alimentarla sono prima di tutto coloro che si auto ergono a paladini della verità. Fa niente se poi, nella stragrande maggioranza dei casi, di tutto il rumore esterno nulla o quasi tocchi terra nella realtà quotidiana. Inchieste, allusioni, accuse di servilismo e giudizi tagliati un tanto al chilo, salvo poi smentirli più avanti con la stessa naturalezza con cui li si è pronunciati. Benvenuti nel calcio italiano degli anni Venti. Del Duemila avanti Cristo, anche se non sembra.

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Giovanni Capuano