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(Ansa)
Calcio

Allegri e la Juventus in tribunale, finale indegno della storia

Il club licenzia per giusta causa l'ormai ex allenatore che chiederà i danni per lesione della propria immagine. C'erano tanti modi per chiudere un rapporto lungo dieci anni e si è scelto quello sbagliato

La Juventus ha licenziato Massimiliano Allegri per giusta causa decidendo di non ritenere sufficienti le argomentazioni dell'ormai ex allenatore alle contestazioni disciplinari mosse dopo la folle notte dello stadio Olimpico. Allegri impugnerà il provvedimento, che tronca un contratto ancora in essere fino al 30 giugno 2025 ed è a sua volta pronto a fare causa alla società: lesione della propria immagine. Finisce così una storia lunga dieci anni e arricchita di 12 trofei e due finali di Champions League.

Pronostico facile: si troverà il modo di transare e fare almeno formalmente pace. In ogni caso, però, il finale della storia tra Allegri e la Juventus, che a lungo è stata una storia d'amore e di successo, è un finale indegno per entrambe le parti. I torti del tecnico sono noti dalla sera della finale di Coppa Italia condita di insulti, sfoghi e atti maleducati che non sono passati (e nemmeno potevano esserlo) inosservati. Normale che il club lo esonerasse seduta stante perché la sceneggiata è stata indecorosa e ha leso per prima l'immagine di Allegri stesso oltre che quella del club.

Ora, però, il licenziamento per giusta causa porta la vicenda su un livello superiore in cui viene forte il sospetto che la dirigenza bianconera voglia semplicemente risparmiare i soldi dell'ultimo anno di contratto facendo finta di non ricordarsi che cosa è accaduto nel corso degli ultimi 18 mesi. Quelli in cui Allegri, con tutti i suoi limiti, ha comunque tenuto in piedi una nave che imbarcava acqua da tutte le parti sopperendo al vuoto lasciato da un management azzerato in una notte e ricostruito con profili tecnici e non calcistici.

Anche questo è un fatto. Indiscutibile. Nella notte dell'Olimpico sono emerse le tensioni dell'ultimo anno e mezzo nel quale Allegri avrà forse fatto giocare la squadra troppo male per essere confermato (gli obiettivi li ha raggiunti tutti, altro elemento fattuale e non discutibile), ma il club non ha avuto un comportamento lineare e trasparente nei suoi confronti. Che Giuntoli avesse in testa un nuovo progetto sportivo - legittimo - era chiaro. Il teatrino delle finte conferme in favore di telecamera e del mercato grottesco di gennaio (Alcaraz e Djalo, pro memoria), invece, ha costruito una narrazione diversa che ha finito con l'imprigionare il protagonista principale.

Si è arrivati così alla resa dei conti. Poco dignitosa per lo standing di entrambi e perché dice che con un po' più di chiarezza si sarebbe potuto evitare tutto. Punto. Al netto delle cose di tribunale, Allegri rappresenta comunque ormai il passato per una società che ha affidato a Giuntoli la ricostruzione e che da lui pretenderà i risultati come è sempre stato nella storia della Vecchia Signora. Oneri e onori. A partire dal prossimo mercato che non potrà essere lo "zero e zero" (ad essere gentili) di quello della prima stagione da responsabile unico dell'area sportiva.

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Giovanni Capuano