Bruce Springsteen a San Siro: la recensione del concerto
Il Boss suona tutto Born in the USA: trionfo. Come al solito
Si conoscono bene il Boss e San Siro. Si sono incontrati per la prima volta quasi trent'anni fa, era il 1985. Fu un trionfo, un colpo di fulmine. Springsteen non veniva dal suo album migliore, Born in The Usa. Fu però un botto planetario per il rocker del New Jersey. Il segreto di quel disco stava nelle canzoni, tutte accessibili, riconoscibili dal primo istante, tutte radiofoniche e accattivanti.
Era necessaria questa premessa per raccontare l'ennesimo sold out di Bruce a Milano nella Scala del calcio. 'Adesso suoniamo Born in the Usa dall'inizio alla fine' ha detto tra gli applausi, e così è stato. Un omaggio a quel disco, ma anche a quello storico show del 1985, quello che ha costruito il mito del Boss a Milano. 'Ti amo MIlano, questa città mi ha sempre regalato ricordi bellissimi' ha ripetuto non so quante volte battendosi la mano sul cuore. Ragionando cinicamente verrebbe da dire che tutte le star fanno così, che tutti i cantanti amano alla follia la città in cui si stanno esibendo.
MI piace però pensare che non sia così. E in effetti non è così. Bruce e lo stadio di Milano hanno ormai intrecciato una relazione indissolubile: lui viene a San Siro e fa concerti speciali e il pubblico gli regala un'accoglienza altrettanto speciale. Anche ieri sera. Se non fosse per le dimensioni da arena, quello di ieri poteva sembrare un concerto da club tra vecchi amici con il rocker che stringe mani, issa persone sul palco, fa cantare a una bambina una strofa di Waitin' on a sunny day. Tutto in famiglia, ma una famiglia allargata composta da sessantamila parenti.
Nessun dubbio: una festa in musica con momenti straordinari. Per chi scrive le highlight della serata sono state Downbound train, Bobby Jean e Dancing in the dark (se parliamo di Born in the Usa). Ma anche The river, Wrecking Ball, Badlands e Thunder road. Ma in fondo non sono importanti i singoli brani, quel che conta quando il Boss suona a Milano è l'evento, il rinnovarsi del patto di ferro tra la città e il più grande performer vivente. Qui sotto, la scaletta dello show.
- Land of Hope and Dreams
- My Love Will Not Let You Down
- Out in the Street
- American Land
- Good Golly Miss Molly (Little Richard cover)
- Loose Ends
- Wrecking Ball
- Death to My Hometown
- Atlantic City
- The River
- Born in the U.S.A. (tutto l'album)
- Born in the U.S.A.
- Cover Me
- Darlington County
- Working on the Highway
- Downbound Train
- I'm on Fire
- No Surrender
- Bobby Jean
- I'm Goin' Down
- Glory Days
- Dancing in the Dark
- My Hometown
- Shackled and Drawn
- Waitin' on a Sunny Day
- The Rising
- Badlands
- Hungry Heart
- BIS
- We Are Alive
- Born to Run
- Tenth Avenue Freeze-Out
- Twist and Shout
- Shout (The Isley Brothers cover)
- BIS 2
- Thunder Road