Banca Mediolanum: così si combatte la crisi
Incontro con Stefano Volpato, direttore commerciale della banca, tra sviluppo, crescita e "Intelligent Investment Strategy"
“Quando siamo diventati Banca era il 1997, ed era chiaro, per noi, che nel settore del credito sarebbe presto cambiato tutto”, dice Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum - veneto tra veneti, nella stessa provincia dov’è nato Ennio Doris, il fondatore; e una platea attentissima di cento clienti padovani lo ascolta, attenta ed anzi concentrata, nella splendida Sala Paladin di Palazzo Moroni. “Siamo nati diversi da tutte le altre banche. Internet era ancora un fenomeno riservato a pochi, e quindi abbiamo iniziato con la banca telefonica e, soprattutto, con l’intuizione fondamentale dei family-banker. Noi siamo già, da sempre, come molte altre banche tradizionali stanno cercando di diventare. Ma anche oggi sappiamo che il mercato cambierà ancora, e con esso le banche. Perciò, guardando al futuro, siamo e restiamo umili, sappiamo di non sapere. Abbiamo una sola certezza: che la relazione centrale con il cliente, non cambierà mai e sarà sempre il centro di tutte le nostre azioni”.
Benvenuti in Mediolanum-world, verrebbe da dire: un’isola felice nell’universo devastato del sistema creditizio non solo italiano. Una banca che sta crescendo a ritmi impressionanti, per raccolta di denaro da gestire, numero di clienti e risultati. Una banca leader in Italia per il parametro patrimoniale essenziale prescritto dalla Banca centrale europea e dalla Banca dei regolamenti internazionali, il Core Tier 1, che per Banca Mediolanum arriva al 19,7% (al 31 marzo 2016) contro una media del sistema pari all’11%.
“Ma mia madre, che cito spesso perché è anziana e non è esperta di economia, non può da sola capire che cosa significa Core Tier 1”, osserva Volpato, “e quindi fa fatica a scegliere la banca giusta cui affidarsi!”. Già: come si fa a scegliere? Come si fa a fidarsi ancora di una qualsiasi banca, quando è successo quel che è successo, in particolare in Veneto, con la crisi di Popolare di Vicenza e Veneto Banca? “Invece no: parlare di fiducia si deve e si può. A condizione di affidarsi solo a banche con patrimonio ricco e capacità di produrre reddito”. Un po’ l’identikit di Banca Mediolanum, ma alcune altre ce ne sono. “Per noi la fiducia dei clienti è tutto, e abbiamo sempre praticato, come si segue una stella polare, il rispetto per le persone che ci affidano i loro soldi. Quando io incontro i clienti non vedo dei conti correnti, guardo le loro vite, percepisco che mi stanno affidando un pezzo importante delle loro vite, cioè i loro risparmi, le loro risorse, che sono spesso i loro sogni”.
Ma la chiave per capire lo spirito di Banca Mediolanum, che è poi ciò che oggi la sta spingendo in una crescita sempre più veloce e solida (non a caso, la banca ha appena svolto in giro per l’Italia un suo tour della solidità) è in realtà duplice: da una parte, la fiducia nel futuro, dall’altra la solidarietà verso i clienti. “Che per noi davvero sono al centro”, sottolinea Volpato: “Il nostro slogan, quello della banca costruita intorno a te, non è una frase fatta. Chiunque voglia può chiederlo ai nostri clienti terremotati dell’Emilia, o alluvionati del Veneto, e sentirsi raccontare direttamente da loro le agevolazioni, e in molti casi i veri e propri aiuti economici diretti, che abbiamo deciso di distribuire per stare al fianco di chi aveva perso magari tutto, o tanto, a causa di queste calamità naturali”.
E anche a causa della gravissima calamità “artificiale” – prodotta, cioè, dall’avidità umana – che nel 2008 fece fallire la Lehman Brothers. La colossale banca d’affari americana aveva venduto i suoi titoli agli intermediari finanziari di mezzo mondo, magari sepolti dentro polizze assicurative o fondi d’investimento. E tutti li compravano, anche perché, incredibilmente, fino all’ultimo giorno prima della crisi, la Lehman usurpava la famosa “tripla A” da parte delle agenzie di rating. Ebbene, quando la Lehman fallì e tutti i suoi titoli divennero carta straccia, i clienti che se li ritrovarono in portafoglio, persero tutti i loro soldi.
I diecimila clienti Mediolanum che avevano nei loro portafogli polizze con sottostante in titoli Lehman, invece, sono stati trattati ben diversamente, pur essendo pochissimi rispetto al totale dei clienti: “I soci di maggioranza di Banca Mediolanum, cioè il Gruppo Doris e, accanto ad esso, la Fininvest”, racconta Volpato, “hanno deciso di sostituire i titoli Lehman sottostanti le polizze Index Linked con titoli obbligazionari più sicuri. Il costo dell’operazione ha richiesto una dotazione patrimoniale di 120 milioni di euro totalmente a carico dei due soci di maggioranza non gravando quindi sulla banca! – tutti i risparmiatori colpiti, pur non avendo alcun obbligo di legge per farlo: quindi per una pura una scelta di responsabilità, che però – osserva ancora Volpato – si è rivelata anche uno straordinario investimento, perché i nostri clienti sono i nostri migliori testimonial, e tutti coloro che si sono visti rimborsare non per qualche norma di legge ma per una decisione spontanea dei nostri azionisti sono da allora infaticabili apostoli della qualità del nostro modo di fare banca”.
Parlare di fiducia nelle banche, e in Veneto, sarebbe difficile senza questo genere di argomenti, più unici che rari. “Questo non vuol dire che tutte le nostre ciambelle riescano col buco, anche noi possiamo fare degli errori, ma in ogni caso non deroghiamo all’obbligo del rispetto e della vicinanza verso il cliente”.
Volpato è un entusiasta ed un trascinatore, ma del suo mestiere sa praticamente tutto e, sia pure in sintesi, non lesina spiegazioni sul “perché” le banche “normali” non possono, pur volendo, offrire ai loro clienti lo stesso servizio che invece Banca Mediolanum, nata “diversa”, riesce a fornire. “Le filiali bancarie normali sono ormai vuote, e mantenerle costa molto”, spiega; “anche il personale in esubero costa, e non può essere tagliato come se fosse niente”, aggiunge; e poi bisogna fare i conti con un mercato finanziario che vive problemi mai visti: “Solo il pensare che oggi, prestando soldi, se ne ricevono indietro meno di quanti se ne siano prestati è incredibile, ma per il fenomeno dei tassi negativi è proprio questo ciò che accade. Presti 100 e dopo un anno recuperi poco più di 99. Chi compra il Bund tedesco a 10 anni, guadagna appena lo 0,03%! Chi lo compra a 7 anni, ricava ancora meno di quel che investe!”.
Ma allora come fa, Banca Mediolanum a guadagnare? “Innanzitutto bisogna sapere investire in tutto il mondo, andando a cercare le opportunità di investimenti che rendano senza essere però rischiose”, spiega Volpato, “ma non è da tutti riuscirci! Però vi posso assicurare che il mondo è pieno di zone che crescono, demograficamente ed economicamente… Anche in Italia, dove pure la crescita è minima, il reddito medio pro-capite cresce… Però, ripeto: per investire bene nei nostri tempi complessi, bisogna avere per orizzonte il mondo”.
E qui, Volpato concede un piccolo scoop: “Abbiamo messo a punto un sistema tutto nostro che si chiama ‘Intelligent Investment Strategy’, che è straordinario, non solo per intercettare le opportunità migliori nel mondo ma anche per gestire l’emotività dei clienti, in modo da proteggerli dagli effetti di possibili scelte emotive nei tempi sbagliati…”.
E con questo strumento, Banca Mediolanum sceglie i prodotti finanziari migliori tra tutta l’offerta del mondo, e di tutte le “fabbriche” più qualificate: da Fidelity a Black Rock a Morgan Stanley. “Se dovessi dirvi cosa credo che conti di più per il futuro del nostro bellissimo Paese, ricco di opportunità com’è, direi che dovremmo ritrovare l’ottimismo e il dinamismo degli Anni Sessanta, quelli che ci hanno resi ricchi. Ci sarà il rimbalzo dalla crisi: i pessimisti hanno torto, hanno sempre torto. Io penso che nella nostra società si stia risvegliando il desiderio di crescita, di progresso e di benessere che ci ha dato la spinta, in quegli Anni, per diventare grandi”.