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L’auto che si guida da sola (grazie ad un hacker)

L’auto che si guida da sola (grazie ad un hacker)

Con un portatile e una connessione wireless si può prendere il controllo di una Toyota Prius, e non solo

Non è molto carino quando un hacker entra nel tuo computer (o smartphone) per comandarlo e rubarti informazioni importanti. Figuriamoci se riesce ad entrare nel sistema elettronico della tua auto e mettersi a pilotarla come vuole. Può sembrare eccessiva fantascienza ma è quello che due hacker statunitensi sono riusciti a dimostrare. Dotandosi di una Toyota Prius, Chris Valasek e Charlie Miller hanno postato su YouTube un video esplicativo di come, con un semplice computer portatile, si può far credere al veicolo di essere in determinate situazioni e attivare di conseguenza alcune procedure di routine.

Si va dagli “scherzi” più leggeri, come suonare il clacson o attivare le frecce d’emergenza, a tecniche più pericolose, come sterzate improvvise e cambi di rotta. In quest’ultimo caso, come spiegano gli autori su Forbes , si fa credere all’automobile di essere in procinto di parcheggiare, la macchina (abilitata al parcheggio automatico) attiva i sensori e comincia a fare manovra, solo che siamo nel bel mezzo di un rettilineo a velocità media.

Il problema è che si va al di là del singolo modello di auto – dicono – praticamente tutte le maggiori case automobilistiche offrono veicoli che sono sempre più connessi in rete e hanno possibilità di andare sul web con moduli Wi-Fi e gestione della parte telefonica con le normali schede SIM cellulari”. Una serie di feature che, oltre a rappresentare vere innovazioni, pongono nuovi problemi nell’ambito della sicurezza informatica e stradale. In realtà l’accesso ai sistemi elettronici dei moderni veicoli attraverso connessioni wireless è roba abbastanza vecchia. Qualche tempo fa alcuni ricercatori del’Università di Washington e della California avevano sperimentato su una berlina una serie di intrusioni mirate a prendere il controllo del veicolo attraverso le porte aperte dalla connessione Bluetooth o grazie ad un file maligno caricato su un normale CD audio da inserire nello stereo.

 

L’obiettivo di Valasek e Miller non è scatenare il panico e far scendere l’interesse verso il nuovo mercato dell’automobile, anzi. Entrambi sostengono che il modo migliore per esercitare pressione sulle case automobilistiche per garantire una maggiore sicurezza a bordo sia quello di far vedere con esattezza cosa una terza persona potrebbe fare per rendere la vita del pilota e dei passeggeri molto difficile: “Vogliamo che non succeda quello che facciamo vedere perché potrebbe essere un gran casino”. Dopo uno sguardo al video non si può che essere concordi.

 

                                                                                    

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