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Inzaghi e l’Inter: la verità su contratto e futuro

Inzaghi e l’Inter: la verità su contratto e futuro

Cosa c’è dietro alla trattativa per trattenere Inzaghi all’Inter: l’offerta dall’Arabia Saudita, le mosse di Marotta e i desideri del fondo Oaktree

Appuntamento fissato per il 2 giugno o al massimo qualche ora dopo. Il risultato della finale di Monaco di Baviera sarà importante, ma non decisivo. Stabilirà il contesto ambientale ed emotivo nel quale Simone Inzaghi e l’Inter si siederanno a parlare di futuro. Non è, però, la conquista o meno della Champions League che stabilirà il parametro su cui verrà discusso il futuro del tecnico nerazzurro a Milano. Che non va dato per scontato, anche se ufficialmente nessuna delle parti vuole lo strappo.

L’uscita allo scoperto della ricca offerta araba dell’Al Hilal (50 milioni di euro netti in tre stagioni) ha fatto da acceleratore. Ora la testa è tutta sul Psg, ma subito dopo arriverà il momento della verità e la scelta di Inzaghi di non nascondere l’esistenza della pista che porta nel deserto saudita e non solo conferma come la situazione sia fluida come mai è stata in passato. 

Cosa serve a Inzaghi per restare all’Inter

Dopo quattro anni intensi e carichi di successi, ma anche di rovesci complessi da metabolizzare, Inzaghi si è guadagnato la possibilità di incidere di più sul tavolo della trattativa per il prolungamento di contratto. Scade nel 2026 e la certezza è che non resterà così come è: o si allunga, oppure sarà addio.

Tre punti sul tavolo dell’allenatore. Il primo riguarda le garanzie per un mercato finalmente aggressivo, con investimenti che Oaktree ha preannunciato e che il tecnico considera necessari per rivitalizzare un ciclo che ha consumato molte energie del suo gruppo. Va bene i giovani da valorizzare, ma Simone si attende anche qualche big perché le altre in Italia ed Europa spendono tanto mentre a lui è sempre stato chiesto di fare con quello che aveva.

Secondo punto: avere copertura comunicativa sugli obiettivi, non può sempre essere solo lui a dover vincere altrimenti è un fallimento, e sulle questioni più di politica sportiva a partire dal rapporto a volte tumultuoso con il mondo arbitrale. Infine l’aspetto economico e della durata dell’accordo: l’attesa è che si vada oltre il semplice allungamento di un anno (2027) così da far partire un nuovo ciclo.

Le mosse dell’Inter per trattenere Inzaghi 

Marotta e i manager del fondo Oaktree non hanno nessuna intenzione di perdere Inzaghi. Il presidente ne apprezza la crescita come tecnico, la proprietà non è insensibile ai risultati economici favoriti dai risultati di campo. Al 30 giugno l’Inter chiuderà con un fatturato record vicino ai 600 milioni di euro e con il primo bilancio in positivo da decenni. Merito anche dell’allenatore.

Trovare un accordo economico per riconoscere questo lavoro non sembra essere il nodo principale: dagli attuali 6,5 milioni netti, Inzaghi potrebbe passare a 7,5-8 fino al 2028, almeno attraverso un’opzione. Sugli investimenti toccherà invece a Marotta trovare il modo di fare sintesi tra le aspettative del tecnico e le linee guida imposte dal fondo: l’idea è di riuscirci in fretta per garantire stabilità. 

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