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Chi è Damien Comolli, l’uomo che deve ricostruire la Juventus

Chi è Damien Comolli, l’uomo che deve ricostruire la Juventus

Chi è e come lavora Damien Comolli, l’uomo scelto da Elkann per ricostruire la Juventus. Il suo passato, gli algoritmi alla Money Ball e la bocciatura di Giuntoli

E’ Damien Comolli l’uomo scelto da Elkann per dare peso al progetto della nuova Juventus. Una chiamata che ridisegna l’attuale organico dirigenziale bianconero nel profondo, essendo l’ex presidente del Tolosa (ma anche ex osservatore e direttore sportivo tra Arsenal, Tottenham, Liverpool, Monaco, Saint Etienne e Fenerbache) una figura trasversale la cui collocazione andrà a toccare diversi ambiti nei corridoi, uffici e spogliatoi della Continassa.

Nato nel 1973, calciatore senza gran passato oltre le giovanili, il nome di Comolli era stato accostato in passato anche al Milan di RedBird e con Cardinale ha lavorato dal 2020 prendendo in mano il Tolosa. Porta in dote competenze da amministratore delegato, direttore generale e responsabile del mercato: spazia da Maurizio Scanavino a Cristiano Giuntoli, insomma, e non è difficile immaginare che proprio questa sua caratteristica abbia convinto Elkann dopo una stagione di grandi spese e risultati altalenanti.

Comolli alla Juventus, il lavoro di Giuntoli bocciato

Nemmeno troppo di nascosto, sotto i riflettori – una volta strappata con i denti la qualificazione alla Champions League – è finito il lavoro di Giuntoli. La prima (e ultima), vera, annata sotto la sua regia, seconda dopo il finale burrascoso con Max Allegri, non ha convinto la proprietà della Juventus. Una bocciatura che va oltre la semplice contabilità aziendale: stipendi diminuiti, introiti aumentati, passivo enormemente ridotto rispetto al -200 del 2024.

Che gli uomini chiave di una campagna di rafforzamento da oltre 200 milioni di euro abbiano fallito il test del campo, è stato un tema a carico. E anche che Tudor, chiamato nell’emergenza essendo naufragato il progetto Thiago Motta su cui il ds aveva scommesso tutto, abbia chiuso aggrappandosi ai giocatori in prestito non è passato inosservato. Douglas Luiz, Koopmeiners e Nico Gonzalez (150 milioni di euro in tre) ora pesano sul bilancio e obbligano a scelte dolorose. Il nodo Vlahovic, che non è responsabilità di Giuntoli, andrà sciolto e non sarà facile.

E poi la cessione di Huijsen, mandato via per fare cassa trovandosi poi a spendere la stessa cifra per Kelly (rivedibile), che nell’arco di sei mesi si è confermato essere un top player da rivendere a peso d’oro al Real Madrid: un atto d’accusa pesante che ha inchiodato il direttore tecnico alle sue responsabilità.. A suo favore, l’aver comunque traghettato la Juventus in Champions League.

Comolli, la Juventus e la teoria di Money Ball

L’alta caratteristica che ha reso famoso Comolli è la passione per i dati e gli algoritmi. Fervido sostenitore della teoria che le squadre si possono costruire attraverso le statistiche dei calciatori, così da razionalizzare gli investimenti, si è sempre occupato anche del mercato. Lo farà alla Juventus? E se fosse, sarà imponendo la linea o semplicemente aggiungendo la sua esperienza a quella degli altri dirigenti che dovranno costruire il nuovo progetto: Tognozzi, di ritorno a Torino con il suo profilo di scouting e non solo, e Chiellini messo al centro e non più periferico.

Una rifondazione quasi epocale. Un nuovo Anno Zero che segue quelli già vissuti nella stagione successiva alle penalizzazioni e all’esclusione dalla Champions League e poi con l’arrivo di Thiago Motta e la carta bianca concessa a tecnico e Giuntoli. La nuova Juventus sarà profondamente diversa da quella salutata a fine maggio.

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