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La resa dei sindacati. Lo sciopero generale è stato un flop clamoroso

La resa dei sindacati. Lo sciopero generale è stato un flop clamoroso

Doveva paralizzare l’Italia e invece si è ridotto a essere ancora un volta campo per schermaglie tra politica e firme sindacali. Salvini: «Ha vinto il buonsenso»

Lo slogan “Adesso Basta!” sembra essersi rivoltato contro ai sindacati che l’hanno creato. Nonostante Cgil e Uil infatti inneggino alla vittoria, i numeri sembrano smentire il clima generale di esaltazione. I dati suddivisi per categorie mostrano una partecipazione del 2,47% tra i dirigenti, del 6,53% tra i docenti, del 2,57% tra il personale educativo e del 6,89% tra il personale Ata. Il ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha commentato il risultato definendolo un “clamoroso insuccesso dell’iniziativa di alcuni sindacati” e ha sottolineato la necessità di proseguire sulla strada delle riforme.

Il leader della Cgil, Maurizio Landini, ha risposto alle critiche del governo dichiarando che oltre 60mila persone hanno partecipato alle proteste. Landini ha sottolineato che la mobilitazione è una risposta alla mancanza di ascolto da parte del governo verso le esigenze della maggioranza del paese. I due leader sindacali, Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, hanno affrontato la folla indossando le felpe del proprio sindacato, promettendo di perseverare finché il governo non avrà ascoltato le loro richieste. Nonostante le rivendicazioni di Cgil e Uil sulla grande partecipazione e alta adesione alla protesta, Salvini insiste che sono solo pochi a scioperare, dando voce alla maggioranza che ha scelto di non partecipare.

Diversa è stata la reazione del leader della Lega, Matteo Salvini, che ha espresso soddisfazione per la scarsa partecipazione allo sciopero, considerandolo una vittoria del buonsenso. Secondo Salvini, la minoranza ha avuto la possibilità di manifestare senza bloccare milioni di italiani.

La politica è entrata a pieno titolo nel dibattito con il presidente del consiglio Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, che ha sollevato la questione della tempistica dello sciopero, sottolineando che è stato indetto quando la Manovra non era ancora stata pensata. Una “risposta democratica” è stata invocata da Pierpaolo Bombardieri della Uil, sottolineando che la piazza rappresenta persone che soffrono e pagano per essere lì, ribadendo il rispetto dovuto ai lavoratori.

La giornata di sciopero non è stata priva di contestazioni anche da parte degli studenti. In diverse città italiane, gli studenti sono scesi in piazza contro la riforma della scuola voluta dal ministro Valditara e le politiche del governo Meloni. A Torino, Napoli e Milano si sono verificati momenti di tensione, con lancio di oggetti contro le forze dell’ordine e, in alcuni casi, deviazioni non autorizzate dal percorso.

Nel contesto dell’odierno sciopero indetto da Cgil e Uil per manifestare contro la legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali del governo, emergono contrasti evidenti tra sindacati e esecutivo. La mossa sindacale è stata giustificata come una risposta agli attacchi al diritto di sciopero, ma la giornata ha portato ad un dibattito acceso e a schermaglie verbali tra le parti coinvolte.

Lla giornata di sciopero ha portato alla luce un’immagine frammentata dell’Italia, con numeri contestati e dibattiti accesi che delineano le tensioni crescenti tra i diversi attori della società, la politica, i sindacati e i lavoratori stessi.

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