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In arrivo la toilette per mucche

In arrivo la toilette per mucche

In un esperimento scientifico ricercatori hanno addestrato i bovini a fare i propri bisogni in un’apposita struttura. Il motivo? Evitare che si diffonda nell’atmosfera quella pesante miscela di ammoniaca che contribuisce ai gas serra.


C’è un breve aforisma che racchiude il senso profondo della nostra esperienza intima nelle toilette pubbliche: «Non dico di fare centro, ma almeno di farla dentro». Concepito per gli umani, in special modo di sesso maschile, nell’era dei gas serra e delle loro conseguenze nefaste viene ufficialmente esteso ai bovini dopo che un gruppo internazionale di zootecnici e psicologi ha addestrato 16 vitelli a fare i bisogni in una toilette, chiamiamola così, allestita per loro in una stalla.

I risultati della ricerca figurano nell’autorevole rivista Current Biology, corredati da video e altra documentazione attestante l’abilità acquisita da parte dei bovini di rientrare nella stalla e raggiungere al suo interno un luogo preciso, la toilette appunto. Quest’ultima, se proprio non si trova in fondo a destra come per gli umani, è ben più elegante e raffinata delle nostre, avendo per moquette un prato artificiale sotto cui si nasconde un sistema di raccolta delle «preziose» risorse.

Il punto della questione è che negli allevamenti intensivi sterco e urina si uniscono a formare una miscela che rilascia nell’atmosfera ammoniaca, effetto della decomposizione di proteine e urea, che dà origine a polveri sottili e gas serra. Le dimensioni del problema sono tutt’altro che trascurabili: nel mondo ci sono circa un miliardo di bovini, e ognuno produce 10 litri di urina al giorno. In Pianura padana, per esempio, gli allevamenti sono la seconda causa di polveri sottili dopo il riscaldamento.

D’altronde, i loro escrementi contengono azoto e fosforo e da essi si potrebbero ricavare fertilizzanti. Le strategie della ricerca hanno finora puntato su diete a basso contenuto proteico per gli animali o sul recupero di biogas come l’ammoniaca nei «digestori anaerobici». Ma un altro ramo di studio promettente, a cui la singolare ricerca su Current Biology appartiene, è quello di escogitare tecniche di riduzione delle emissioni di ammoniaca nelle stalle.

«Che i bovini potessero essere addestrati a fare i bisogni in appositi spazi ne sono sempre stato convinto» dice Lindsay Matthews, psicologo dell’Università di Auckland che ha cofirmato la ricerca. «Sono molto più intelligenti di quanto si pensi comunemente e il livello dei risultati conseguiti al termine del nostro addestramento è paragonabile a quello con i bambini».

Lavorando in sessioni di allenamento di 45 minuti, Matthews e colleghi hanno prima chiuso i vitelli dentro la toilette per bovini, dandogli un premio ogni volta che facevano i propri bisogni. Successivamente, venivano sistemati a distanza ma lasciati liberi.
Quando si recavano nella loro latrina ricevevano una ricompensa, ma se facevano i bisogni lontano da essa ricevevano una spruzzata d’acqua.

«Stimiamo che la maggior parte degli esemplari di una mandria possano essere addestrati in questo modo, così da raccogliere almeno l’80% delle loro urine, per raggiungere un abbattimento delle emissioni di ammoniaca del 56% e più» aggiunge Matthews. Lungi dall’essere una ricerca solo accademica, lo studio avrà buone prospettive di diventare una pratica diffusa se verranno creati sistemi automatizzati che forniscono ricompense a determinati comportamenti dei bovini. Con il risultato di ottenere concreti vantaggioper l’ambiente, nonché di avere stalle più pulite dove gli animali vivano meglio e con minor rischio di contrarre malattie.

I bovini contribuiscono al 74% delle emissioni mondiali, molto di più di pecore (9%), bufali (7), maiali (5) e capre (4). Ecco perché mangiare carne di maiale o pollo piuttosto che di vitello contribuisce a diminuire il riscaldamento globale. Si stima invece un raddoppio delle richieste di prodotti d’origine bovina. Significa che tutte le tecniche possibili non potranno mai risolvere il problema delle emissioni di ammoniaca in zootecnia, occorrerà un impegno globale per un minore consumo di questa carne.

In etologia, la tecnica usata per convincere i bovini ad adottare un certo comportamento si chiama «rinforzo positivo»: qualcosa che accade in congiunzione con un’azione, aumentando la probabilità che si verifichi un’altra volta. È lo stesso sistema usata nell’addestramento dei cani. Non importa dare sempre la ricompensa, basta che l’animale acquisisca la consapevolezza che compiendo una certa azione potrebbe averla. È l’effetto «slot-machine»: non sempre si vince ma potrebbe succedere (è ciò che fa stare gli umani davanti a queste macchinetta per il gioco).

Se i ricercatori ritengono che la tecnica funzioni bene per distanze ravvicinate, è pur vero che in spazi più ampi può diminuire la capacità di resistere allo stimolo dei bovini. Future ricerche dovranno stabilire quale sia la massima distanza oltre la quale gli animali non riescono più a trattenere i bisogni. Insomma, quando scappa scappa.

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