La 41esima medaglia delle Olimpiadi va a furor di popolo a lei: Sara Simeoni. La mitica campionessa di salto in alto, oro a Mosca nel 1980, è riuscita in una «mission impossible»: mettere d’accordo tutto il mondo social e diventare vero personaggio tv.
Dopo aver allietato le nostre notti magiche, ospite fissa della trasmissione di Rai2 Il Circolo degli Anelli, è diventata la nuova idola del web. «Sei la nostra Queen», «Divina, siamo pazzi per te», «È il personaggio rivelazione dell’anno, io le affiderei anche il Festival di Sanremo», «Sara Simeoni, Patrimonio dell’Umanità», «Ti prego non sparire: fatti Twitter, partecipa a Ballando con le Stelle, crea una web tv, ma non ci mollare così».
Dunque, con un sobrio tailleur pantalone, il mezzo tacco e i capelli grigi è riuscita a fare di tutto, a cominciare dal trasformarsi nella Meryl Streep italiana, praticamente il clone di Miranda in Il Diavolo veste Prada. Ha alternato look punk degni di Vivienne Westwood e acconciature da dea greca, fino agli iconici fermaglietti con la bandiera italiana.
Un crescendo che ha il suo culmine nell’ultima sera dove è arrivata vestita da geisha, con enormi rose nei capelli acconciati come una perfetta Madama Butterfly (con occhiali a mandorla sul naso). Strepitosa, ironica, divertente come chi sa volare così in alto da impipparsene di tutto, non dovendo più dimostrare niente a 68 anni. È riuscita a farsi prendere dalla ridarella davanti al libro di Raffaele Morelli su come vincere l’ansia. Uno dei pezzi più divertenti della tv degli ultimi anni, da rivedere «in loop».
Lei che ride come una quattordicenne all’ultimo banco, mentre lo psichiatra la guarda pietrificato, quasi imbalsamato. E poi un selvaggio Tuca Tuca con Jury Chechi, la capriola sul sacco spinta dalla passione per la sua atletica, i cantucci e il vin santo, la telefonata ad Alberto Tomba, la ricetta delle orecchiette alle cime di rapa chiesta alla mamma della Palmisano. Una regina assoluta. «La Mara Maionchi dello sport», la osannano su Twitter, «L’undicesima medaglia d’oro è la tua», «Animale televisivo meraviglioso», «Sei la mamma di tutti gli atleti».
La signora dell’atletica italiana che in un caldo 4 agosto 1978 a Brescia, in un incontro amichevole con la Polonia, conquista il record del mondo saltando 2,01. E alle Olimpiadi di Mosca esulta a braccia alzate, mostrando al mondo le ascelle non depilate. Altro che oggi dove l’ascella «al naturale» è diventata un vezzo per pseudo femministe. «È rinata una stella», «Una grande scoperta dal punto di visto umano». E lei che, scherzando, pronuncia la frase cult, che poi è anche un po’ il mood di questa estate pesante: «Non vedo l’ora che finisca ‘sta cosa perché mi siete d’ingombro». Un pensiero che appartiene a molti, chissà, forse anche al nostro amato premier. E così ancora una volta a saltare più in alto di tutti sei stata tu, Sara.