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Rosolino Express: “Sogno di fare il conduttore e nuoto ancora…”

Rosolino Express: “Sogno di fare il conduttore e nuoto ancora…”

Il vincitore del reality di Raidue pensa a un futuro in tv e ammonisce i giovani nuotatori: “Siate ambiziosi e amate quello che fate”

Quando vinceva medaglie e trofei in vasca lo chiamavano “il cagnaccio” perché era abituato a non mollare mai. Chissà se ora dopo la vittoria a Pechino Express non sia arrivato il momento di trovare un nuovo soprannome per Massimiliano Rosolino il quale, terminata (forse) la sua avventura da fenomeno del nuoto, si sta scoprendo “fenomeno televisivo” tanto da essere considerato il più amato dal pubblico del reality show di Raidue.

Una vera e propria seconda vita quella del nuotatore napoletano che alla presentazione della nuova collezione Arena, di cui Massimiliano è testimonial e uomo immagine, ci racconta i suoi nuovi progetti, senza dimenticare il suo grande amore per il nuoto.

Allora Massimiliano, dopo la vittoria a Pechino Express sei tornato di nuovo sotto i riflettori..

“Vero, però tengo subito a precisare che non ho partecipato a Pechino express per “riguadagnare terreno” in termini di notorietà. La verità è che mi incuriosiva la formula del programma e mi è sembrata fin da subito un’occasione per mettermi alla prova e provare a vincere alcune delle mie paure…”. 

Tipo?

“Quando ti fanno fare iniezioni per colera, tifo, malaria un po’ di paure ti vengono. In realtà la cosa veramente pericolosa sono stati i tragitti in macchina. E dire che in Italia si lamentano dei guidatori napoletani…”.

Ti aspettavi che sarebbe stata così dura? 

“Sì, mi avevano avvertito. Per questo mi ero preparato in carenza di zuccheri e rinforzando la schiena proprio come se avessi dovuto fare una gara. Quello che non mi aspettavo è che mi sarei potuto divertire così tanto, sia con Alessandra (Sensini, che ha dovuto abbandonare il reality a causa di un infortunio ndr) sia con Marco Maddaloni”.

Per cosa hai sofferto di più?

“Non avevo mai usato un bagno alla turca… (ride ndr). In realtà ho sofferto a stare lontano dalla mia famiglia, dalle mie bimbe e dalla mia acqua…”

Non hai mai escluso categoricamente la possibilità di tornare a gareggiare, vero?

“Vero, ma non pensiate che lo faccia per alimentare false speranze. Non ho una squadra che mi paga per nuotare ma le persone intorno a me, inteso come tecnici, addetti ai lavori e persino sponsor, non sono cambiate. Non è detto che per un periodo, magari limitato, io non possa tornare a gareggiare…”.

Davvero rinunceresti alle luci dei riflettori per tornare a faticare in vasca? 

“Non ho mai smesso di allenarmi e se potessi tornare a gareggiare per qualche mese lo farei. Amo fare fatica e a 35 anni sono ancora innamorato del nuoto. Devo capire se il nuoto è ancora innamorato di me (ride ndr)! Mi fa specie vedere tanti giovani nuotatori che sembrano quasi non vedere l’ora di uscire dalla vasca… 

In che senso?

“Molti ragazzi mi danno l’impressione di voler vincere senza fare fatica. A me al contrario piaceva molto allenarmi e curare il mio fisico tanto che lo faccio ancora…”

Che consiglio daresti quindi ai giovani nuotatori azzurri? 

“Di mangiare, nuotare e riposare e non pensare ad altro. Il problema di questi ragazzi è che finiscono la stagione completamente esauriti dal punto di vista delle energie. Non vorrei che il loro problema fosse che non amano quello che fanno…”.

Addirittura?

“Non dico tutti. Ci sono ragazzi come Paltrinieri e Pizzetti che davvero amano fare fatica. D’altra parte oggi le distrazioni sono tali per cui il rischio è quello di pensare che il nuoto possa servire come trampolino di lancio per fare qualcos’altro…”.

Un po’ come è stato per te…

“Ma non ne ero cosciente mentre nuotavo, ecco la differenza. Se i giovani dovessero entrare in vasca pensando di andare in televisione non riusciranno mai ad ottenere nulla”.

Perché i risultati stentano ad arrivare? 

“Io insisto sul problema della programmazione. Sarà un caso che chi ha portato a casa la medaglia agli ultimi Mondiali, Pellegrini e Paltrinieri, siano stati quelli che hanno saltato i Giochi del Mediterraneo? Secondo me no…”.

Ma chi decide a quali e quante gare partecipare?

“L’atleta si deve fidare del tecnico, ma può dire la sua. Poi però ognuno deve prendersi le proprie responsabilità”. 

Nessuna colpa da parte della Federazione?

“Credo che la Federazione dovrebbe fare un sondaggio con i rappresentanti delle squadre e provare, nel limite del possibile, a mettere d’accordo tutti riguardo alle date delle selezioni”.

Parliamo delle speranze azzurre ai prossimi Europei. Il peso della spedizione sarà ancora tutto sulle spalle della Pellegrini?

“Federica deve essere la punta ma le altre devono mettersi in competizioni con lei. Non capisco come molti nuotatori e nuotatrici possano essere soddisfatti di una qualificazione. In Italia esiste un fenomeno come la Pellegrini? Bisogna avere il coraggio di cercare il confronto”.

Ora che farai? 

“A quanto pare l’esperienza della televisione funziona (ride ndr) quindi vorrei continuare su questa strada che mi sta dando una seconda vita lavorativa dopo il nuoto e mi permette di stare vicino alla mia famiglia”. 

Pensi di partecipare ad altri reality?

“In realtà vorrei imparare il mestiere di conduttore, magari iniziando a fare l’inviato per programmi legati alla natura o alla cucina. Il sogno sarebbe condurre Top Gear, il mio programma tv preferito…”.

 

 

 

 

 

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