Ieri sera sono andata a una festa “di lavoro”.
Appunti mentali presi durante la serata:
– Ci sono sempre il 100% delle probabilità che n>1 brufoli spuntino come funghi mezz’ora prima della festa
– Non pensare al budget stanziato in correttore e trucchi affini per coprire (inutilmente) i suddetti brufoli
– Cerca di uscire in fretta dal dramma oddio-non-ho-niente-da-mettermi
– “E se facessi una nota spese in cui butto dentro un paio di cosucce di Zara? Tanto è lavoro, no?” (Il pensiero illuminante)
– “Sei una stagista, non puoi fare le note spese” (Il rapido e triste ritorno alla realtà del tuo guardaroba da lavoratrice precaria)
– La solitudine dell’ essere a una festa senza +1
– L’open bar (e si dimentica subito la tristezza del +1 vacante)
– Realizzare che ti stai divertendo a fare foto ai vestiti – pardon: #outfit – e per un attimo pensare: “Voglio essere una fashion blogger!”
– “No – aspetta – è ancora l’effetto open bar“
– Le instagrammate imbarazzanti e gli hashtag correlati (ancor più imbarazzanti) #insta_fashion #insta_mi_faccio_la_foto_sul_tram #insta_a_caso #insta_ma_che_davvero?
– Sfiorare ed evitare la Pearl Harbor del fashion: incontrare @andreadelogu con l’abito che volevi indossare fino a un minuto prima di uscire ma poi per fortuna hai cambiato idea
– Dire questa cosa ad @andreadelogu e riderci su insieme
– Aver incontrato gente simpatica, twittare e ritwittare parecchio e divertirsi di più