Quelli che il virus è inventato. Quelli che è colpa del 5G. Quelli che sono stati gli americani. No, i cinesi… In tempi
di incertezze si cercano risposte anche dalle tesi più improbabili. E le teorie della cospirazione abbondano. Diventando persino strumento di lotta geopolitica.
«Si direbbe che esaurito il terrorismo come causa di provvedimenti d’eccezione, l’invenzione di un’epidemia possa offrire il pretesto ideale per ampliarli oltre ogni limite». Ci mancavano i negazionisti pandemici ospitati da Il manifesto (autore il filosofo Giorgio Agamben) a completare il già ricco teatrino dei cosiddetti complottisti, coloro che nei momenti di caos ipotizzano cospirazioni in nome di una «sana» controinformazione. In poche settimane di Covid-19 siamo stati sommersi da mille risposte ai nostri dubbi. Alcune delle quali francamente plausibili. Come la storia del coronavirus generato in un laboratorio di Wuhan. L’idea ha sfiorato la mente di molti, all’inizio. Poi nei giorni scorsi è circolato il servizio della trasmissione televisiva Rai Leonardo, datata novembre 2015, in cui si raccontavano gli esperimenti compiuti dai cinesi per creare una «chimera», un supervirus che mescolava una proteina dei pipistrelli e la Sars. L’indignazione è stata rapida e forte, finché il virologo Roberto Burioni ha ricordato come una recente ricerca pubblicata su Nature Medicine abbia certificato l’origine «naturale e zoonotica» del virus. Insomma, mettiamoci una pietra sopra.
Ben più remote sono altre costruzioni del complotto. Per qualcuno il coronavirus semplicemente non esiste, come dice il dotto articolo sul Manifesto: è un’invenzione per tenere tutti sotto controllo e limitare le libertà. Chi ha letto delle intemperanze di Eleonora Brigliadori («È un complotto americano»; «il coronavirus non esiste»; «io esco quando voglio»), sappia che l’ex annunciatrice non è che la punta dell’iceberg di ciò che circola su WhatsApp, Telegram, Twitter, eccetera. Su YouTube un certo elvis76c scrive: «Settanta camion militari per portare 160 bare? Non potevano utilizzarne due o tre facendo più viaggi? Ma poi questi 160 sono morti all’unisono? Sentite cari amici qui non si tratta di essere complottisti ma di non farsi prendere per il culo!».
Tra i complottisti che ammettono l’esistenza del Covid-19 il punto centrale è «chi» l’ha causato. Mai pensato al 5G? La nuova tecnologia delle telecomunicazioni, dicono, annullerebbe le nostre difese immunitarie inoculando la malattia nell’organismo. «Qual è stata la prima città del mondo a installare le reti 5G? Wuhan! E la prima regione europea? Il Nord Italia» ha recentemente twittato Gunter Pauli, pensatore vicino a Beppe Grillo e oggi consigliere economico di Giuseppe Conte. 5G e coronavirus sono collegati anche per il blogger turbo-complottista Rosario Marcianò, ragioniere sanremese considerato il teorico nostrano delle scie chimiche, negatore della strage del Bataclàn (erano comparse, non morti) e mistificatore di altre dolorose verità pubbliche. Il suo canale Facebook Tanker Enemy è stato messo sotto sequestro pochi giorni fa dalla polizia per aver pubblicato un video in cui invitava a disobbedire alle norme sulla quarantena. Sull’omonimo sito, che invece è online, tra le altre amenità riflette: «Per quale ragione varie società che si occupano di didattica a distanza avevano già pronti tutti i programmi e le applicazioni per l’insegnamento telematico?». Già: chi c’è dietro il software per le scuole?
Eppure dovremmo essere abituati ai complottisti. Con la Sars ed Ebola accadde la stessa cosa. Con l’Aids pure. Si diceva che era sfuggito di mano ai militari americani in cerca di una potente arma biologica. Poi fu provato che la teoria faceva parte di una campagna di disinformazione orchestrata dal Kgb. E siccome la storia si ripete, nelle scorse settimane la Russia è stata accusata di far girare notizie false che colpevolizzano Stati Uniti e Regno Unito con il fine di destabilizzare i Paesi europei. Un disegno diabolico degli americani: è di gran lunga questa l’idea di complotto con cui ci si indigna di più. «Inizio a credere che il coronavirus sia una grandissima operazione di abbattimento dell’economia cinese ed europea e di distrazione di massa per aprire le porte a operazioni militari di vastissima scala di cui a oggi si sa pochissimo» ha twittato il regista Gabriele Muccino. Il riferimento è all’operazione Defender Europe 20, esercitazione Nato con grande dispiegamento di forze statunitensi sul territorio europeo. «L’esercitazione americana è una guerra mondiale pronta a partire» si sono scaldati i social. «Ci mettono in stato di emergenza e i soldati americani sono qui pronti a spegnere ogni protesta. Resistenza!»; «Come fate a non capire: l’America ha già il vaccino e i soldati immuni al Covid comanderanno mentre noi moriamo». Per la cronaca, causa virus l’esercitazione è stata ridimensionata da 20 mila a 6 mila militari statunitensi. Invasione rimandata.
Un video arrivato sui telefonini di molti si chiama «È stato il pipistrello» e ha origine dal canale YouTube Luogocomune2 di Massimo Mazzucco, principe del complottismo nostrano, dall’inganno delle Torri gemelle alla negazione dello sbarco sulla Luna alle cure alternative contro il cancro. Nel video, Mazzucco fa coincidere una serie di prove per dimostrare tra l’altro che una «manina americana» ha portato in Cina un virus ingegnerizzato. Come ci sarebbe arrivato? Grazie agli atleti che in ottobre parteciparono ai Campionati mondiali militari di Wuhan. Che poi è la «verità» propugnata sottobanco dal governo cinese. «Le teorie del complotto sono un nuovo fronte, una narrativa della crisi che usano per competere globalmente» ha commentato Julian Gewirtz del Centro per gli affari internazionali all’Università di Harvard. E grazie alla tecnologia questa narrativa si dipana nel mondo. Al punto che anche in Italia in tanti ce l’hanno con Bill Gates: ha sovvenzionato l’istituto di ricerca britannico Pirbright per creare un vaccino contro la bronchite infettiva aviaria, ma è accusato di aver creato sia il Covid-19 sia un vaccino. Lo scopo: instaurare un Nuovo ordine mondiale dell’«élite globalista» che domini i popoli dopo averli sterminati in nome del cambiamento climatico.
Anche il saggista, opinionista e filosofo Diego Fusaro ha insistito a più riprese sulle responsabilità americane: «Forse si tratta di guerra batteriologica da parte degli Stati Uniti». E poi: «Gli Stati Uniti vogliono colpire i Paesi non allineati». Il riferimento è anche all’Italia, colpevole di aver siglato gli accordi per la nuova Via della seta, e all’Iran che rifornisce di petrolio Pechino («guarda caso» due dei Paesi maggiormente colpiti). Anche Teheran punta il dito contro gli Usa e la guida suprema Ali Khamenei ha annunciato di aver rifiutato l’aiuto delle medicine americane perché «sono un modo per diffondere il virus».
Meno chiaro a chi si riferisse il cardinale Malcolm Ranjith, arcivescovo dello Sri Lanka, quando ha detto: «Il virus è il prodotto di sperimentazioni senza scrupoli da parte di nazioni ricche e potenti» e per questo l’Onu dovrebbe investigare e condannare i colpevoli per genocidio. Stati Uniti? Cina? Certo le sue parole hanno avuto un’eco mondiale. Al punto che anche l’ex senatore Domenico Scilipoti è sbottato: «Chi sa, parli!». E chi non sa taccia.
