«Non credo che illumineremo il Comune». Con queste parole, lo scorso 21 febbraio il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha respinto la richiesta presentata dalla Brigata ebraica e dall’associazione Pro Israele, che proponevano di proiettare il colore arancione — lo stesso dei capelli dei piccoli — sulla facciata di Palazzo Marino, in memoria dei fratellini israeliani Bibas e della madre Shiri, rapiti da Hamas il 7 ottobre 2023 e brutalmente uccisi durante la prigionia. Interpellato nuovamente sul tema, il primo cittadino ha chiarito: «Guardi, ci sarebbero moltissime ragioni per continuare a illuminare il Comune. Il problema è assumere posizioni politiche». «Non è il sindaco di tutti», aveva detto allora Davide Riccardo Romano direttore del Museo della Brigata Ebraica. Da allora, la posizione del sindaco milanese sul conflitto in Medio Oriente è apparsa evidente.
Emblematico, ad esempio, il patrocinio concesso dal Comune alla cena dell’Iftar organizzata il 26 marzo davanti alla Stazione Centrale di Milano. L’Iftar è il pasto serale con cui, durante il mese sacro del Ramadan, i musulmani interrompono il digiuno quotidiano, subito dopo la preghiera del tramonto, la salat al-Maghrib.
L’ultima dimostrazione del “Sala-pensiero” è arrivata qualche giorno fa con l’adesione del Comune di Milano alla campagna nazionale «24 maggio – 50.000 sudari per Gaza», promossa da intellettuali, accademici e figure pubbliche della società civile. L’iniziativa secondo gli organizzatori «mira a mantenere alta l’attenzione sull’emergenza umanitaria in corso nella Striscia di Gaza e nei territori palestinesi, chiedendo la cessazione immediata dei bombardamenti e l’apertura di corridoi per l’ingresso di aiuti alimentari e umanitari».
E gli ostaggi israeliani? Non una sola parola.
L’adesione del Comune di Milano a questa iniziativa ha nuovamente riaperto la polemica tra Sala e la comunità ebraica milanese e i sostenitori di Israele. Davide Riccardo Romano ha di nuovo attaccato il Sindaco di Milano: «Con questa iniziativa dei “50mila sudari per Gaza” registro che Sala non vuole più essere il sindaco di tutti, ma solo di una parte della città. Il Palazzo del Comune non era disponibile per essere illuminato e ricordare i due bimbi israeliani rapiti (e uccisi) da Hamas, e ora che lo chiede qualcun’altro… voilà le regole si cambiano. Come diceva Giolitti: “Per gli amici i regolamenti si interpretano, per i nemici si applicano”. Dopo l’attentato antiebraico di Washington è inquietante vedere un sindaco che discrimina e fa proprie iniziative gradite a Hamas. Ricordo infatti che l’iniziativa dei 50mila sudari non è volta a piangere tutte le vittime innocenti della guerra, cosa che avrei apprezzato. Qui c’è solo desiderio di demonizzare Israele. Qualche esempio? Non una parola sui palestinesi pacifisti uccisi e torturati da Hamas. 50mila morti è una cifra fornita dai terroristi di Hamas, un ente che già in passato ha dimostrato innumerevoli volte di imbrogliare sui numeri. Quella cifra, secondo la stessa Hamas, comprende anche i suoi combattenti/terroristi (l’esercito israeliani parla di circa 20-25mila uomini di Hamas eliminati). Piangeranno anche per gli sgozzatori di donne e bambini?» Poi Romano ha aggiunto: «Tutto questo, unito al fatto che qualche giorno fa il vicesindaco ha accolto una delegazione di palestinesi vicini ai Fratelli Musulmani – la cui sezione palestinese si chiama Hamas – configura una svolta davvero inquietante per questa Giunta. Uno schiaffo in faccia non solo al mondo ebraico e democratico, ma anche ai palestinesi anti-Hamas. Invito il sindaco a fare un viaggio in Giordania, Egitto ed Emirati Arabi Uniti: si faccia spiegare da loro cosa vuole dire coccolare i Fratelli Musulmani». «Chi muove queste critiche non comprende il ruolo e le responsabilità di un sindaco», ha dichiarato Giuseppe Sala, rispondendo alle polemiche suscitate dalla sua posizione sul conflitto israelo-palestinese.
Il primo cittadino ha voluto ribadire la propria linea, definendosi «estremamente critico» nei confronti delle azioni di Hamas, ma al tempo stesso «estremamente critico» verso le scelte del premier israeliano Benjamin Netanyahu: «Sta portando alla distruzione di Gaza, sta causando un numero impressionante di vittime». Sala ha poi espresso forte preoccupazione per quello che ha definito un «tragico sodalizio» tra Netanyahu e il suo alleato Donald Trump, «che immagina di costruire un resort dove si stanno seppellendo dei bambini. Non si può far finta di niente davanti a tutto questo». Infine, ha precisato di non voler assumere una posizione faziosa: «Rispetto la comunità ebraica, rispetto il popolo palestinese. Non rispetto – ha aggiunto – ciò che sta facendo Hamas, ma neppure quello che sta facendo Netanyahu». Evidente come le posizioni di Sala e i sostenitori di Israele siano inconciliabili con un Sindaco non è certo «Non è il sindaco di tutti» ma solo di una parte.
La polemica tra il direttore del Museo della Brigata Ebraica è continuata con Davide Riccardo Romano che ha risposto per le rime: «Il sindaco Sala ha sbagliato proprio bersaglio nella sua risposta a me. Io l’ho criticato non perché esprime un’opinione contro Netanyahu, più che legittima e di cui non mi importa nulla. Ma perché ha aderito a un appello pieno di dati falsi e parole malate che incitano alla violenza. L’attentato di Washington non ha insegnato nulla? Il sindaco di Milano conosce benissimo la situazione preoccupante della sicurezza della Comunità ebraica della sua città. E invece di difendere la verità dei fatti, preferisce aderire ad appelli che usano termini come “genocidio” che Liliana Segre ha già respinto, spacciano le 50mile vittime come tutte civili, quando anche i sassi sanno che decine di migliaia di esse erano terroristi di Hamas. Un appello dove non c’è una parola di pietà per le vittime di Hamas, siano esse ebree o palestinesi contrari al regime. L’incarico di un sindaco non è stimolare l’odio con le fake news, ma contribuire alla pace con parole di verità. Legittimare chi mente spudoratamente e demonizza Israele, porta gli ebrei italiani a essere aggrediti. Lo dicono tutti gli studi»
Ma allora perché non omaggiare i Bibas e gli ostaggi mentre la grottesca iniziativa sui sudari e gli incontri spericolati con uomini di Hamas avvengono in Comune? Secondo Davide Riccardo Romano «Perché ormai la narrazione di Hamas ha conquistato i cuori e le menti di buona parte della sinistra. Per questo hanno cancellato le vittime del 7 ottobre così come gli ostaggi israeliani. Non devono esistere, altrimenti crolla la mostrificazione di Israele. La conferma che la narrazione di Hamas prevale, sta nel fatto che perfino le proteste dei gazawi contro Hamas sono silenziate. Costoro non stanno con i palestinesi, ma con Hamas. Un esempio concreto? Non si è visto un solo comunicato quando il mese scorso Hamas ha torturato e ucciso Oday Nasser al Rabay – 22 anni – perché aveva manifestato contro il regime islamista a Gaza. La notizia? Tutti i Paesi arabi degli Accordi di Abramo restano in ottimi rapporti con Israele. I toni della sinistra italiana contro Gerusalemme sono molto più simili a quelli di Teheran che a quelli del Marocco o degli Emirati Arabi Uniti. Si domanderanno mai il perché?»
