La notizia dell’approvazione da parte della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti di destinare cento milioni di dollari per addestrare i piloti ucraini a pilotare aerei da combattimento di costruzione americana è passata quasi in secondo piano, oscurata dagli accordi sul grano.
Eppure tale decisione, datata 14 luglio, merita attenzione e soprattutto un’analisi perché può avere ripercussioni importanti e gravi per i Paesi europei. Intanto bisogna ricordare che l’idea non è estiva, bensì fu presentata già lo scorso mese di aprile e poi discussa più volte, fino all’approvazione.
Ormai quasi due mesi fa, da fonti dei dem americani, si apprendeva che a giugno due piloti di caccia ucraini con i nickname “Juice” e “Moonfish” avevano visitato Capitol Hill per sollecitare i legislatori ad approvare l’addestramento dei loro colleghi, e lo hanno fatto sia relazionando il Pentagono, sia parlando ai politici, a proposito delle difficoltà che hanno incontrato usando velivoli obsoleti come i loro MiG-29 nei primi giorni del conflitto. «Se stiamo parlando di superiorità aerea, in pratica i russi hanno evidenti vantaggi tecnici rispetto ai nostri jet da combattimento», aveva detto alla Cnn “Moonfish”, descrivendo i suoi duelli aerei come missioni suicide. Mentre un terzo pilota chiamato Nomad (Nomade, termine appropriato), era già in addestramento presso la base di Columbus, nel Mississippi. Oggi è dunque logico pensare che la mossa di Washington miri a mettere un piede nel futuro mercato militare di Kiev, un’opportunità offerta dalla necessità ucraina di ricostituire le sue forze armate, la cui parte aeronautica è stata ampiamente distrutta nei primi mesi di guerra. Non meno importante è il fatto che avvicinando l’Ucraina all’acquisizione di aerei da guerra competitivi con quelli di Mosca, se non superiori, si dà per scontato che Kiev vinca la guerra e che tali velivoli non cadano mai in mani russe. E per non pensarci occorrono ottimismo e scelleratezza. Ma se questa eventualità di concretizzasse, il guaio sarebbe enorme e soltanto i caccia di ultima generazione potrebbero fermare Mosca, con grave pericolo per Polonia, Grecia e Turchia.
La Camera Usa ha autorizzato il finanziamento dei cento milioni nell’ambito del National Defense Authorization Act del 2023, provvedimento che faceva parte di un massiccio pacchetto di spesa per la Difesa del valore di 840 miliardi di dollari e che ha definito le priorità del Pentagono per il prossimo anno fiscale. Infilando nel testo anche i soldi per Kiev, Biden risponde positivamente alla richiesta dei funzionari ucraini di nuovi velivoli come F-15 ed F-16 destinati a cambiare le capacità offensive contro la Russia e quindi ad allungare ulteriormente il conflitto, rischiando anche il suo ampliamento al di fuori dei confini ucraini. Ma tenendo gli Usa comunque al sicuro.
Finora l’amministrazione Biden aveva esitato a inviare caccia a Kiev come aveva anche sconsigliato di farlo agli altri alleati della Nato quando proposero di inviare i loro vecchi jet sovietici a Zelensky. Ora appare evidente che l’intento non era tanto la pace, quanto attendere il momento giusto per piazzare i loro prodotti nazionali in fatto di aeromobili d’attacco. E tutto fa pensare che un buon numero di piloti militari ucraini rimasti senza più aeroplani siano oggi effettivamente negli Usa già in avanzata fase di addestramento, anche se il “permesso” per farlo ufficialmente è arrivato soltanto da pochi giorni avanzato dal membro del Congresso Adam Kinzinger, repubblicano dell’Illinois ed ex pilota dell’Air Force. Costui il 15 luglio aveva twittato: “Ieri sera la Camera ha approvato la mia legge bipartisan sui piloti di caccia ucraini, che autorizza l’addestramento dei piloti di caccia ucraini negli Stati Uniti. Esorto il Senato a portare questa legislazione fondamentale sulla scrivania del Presidente. Gloria all’Ucraina!.”
Kinzinger aveva presentato l’argomento nel giugno scorso insieme con la deputata Chrissy Houlahan, democratica dell’Illinois ed ex ufficiale dell’Usaf, per consentire al personale ucraino di iniziare l’addestramento su F-15, F-16 e “altre piattaforme aeree” mentre l’amministrazione continua a considerare l’invio di tali apparecchiature. Si pensa che gli altri velivoli siano in realtà droni e cacciabombardieri F/A-18, che piazzati a portata di Mosca (meno di 600 km) costituirebbero un motivo più che legittimo per preoccupare Putin e inasprire il conflitto. La versione finale della legge deve ancora passare al vaglio del Senato, dove non arriverà prima di settembre, ma se diventerà legge getterà le basi affinché i piloti dell’aeronautica ucraina inizino ufficialmente a ricevere addestramento su aerei di fabbricazione americana. Inoltre, ciò offrirebbe l’opportunità immediata di consegnare aerei di fabbricazione statunitense a Kiev.
