Quella della spazzatura che invade le strade e il centro della capitale è un insulto a chi la abita e agli italiani. E un danno inaccettabile per il turismo.
La questione dell’immondizia a Roma non è questione solo romana. Per i romani, che pagano regolarmente le tasse per l’immondizia, è un’ingiustizia che devono subire senza poter reagire. Per l’Italia è una tragedia nazionale perché Roma è la capitale d’Italia, non una città come tutte le altre.
Ieri, su un quotidiano nazionale è arrivata una lettera, che giustamente è stata pubblicata, da parte di un’operatrice turistica italiana in Germania, specializzata in viaggi a Roma e in Italia. La professionista scrive: «Il Covid aveva già messo a repentaglio il turismo, così come la mia impresa, ma ora c’è un altro pericolo, Roma versa in una situazione disastrosa con i sacchi di spazzatura puzzolente ammassati per le strade. Come faccio a proporre viaggi a Roma? Che figura facciamo nel mondo?».
Non occorre praticamente aggiungere altro. Vi immaginate Parigi, Berlino o Madrid con i cinghiali e i maiali, e altri animali, che dalla campagna raggiungono il centro, nelle discariche a cielo aperto magari vicino al Colosseo, non lontano da piazza San Pietro, su uno dei magnifici Sette colli o in altri luoghi che il mondo ci invidia?
In questi giorni abbiamo tutti esultato per la vittoria dell’Italia guidata da Roberto Mancini, ci ha fatto bene come quando Gino Bartali vinse il Tour de France dopo l’attentato a Palmiro Togliatti. La sporcizia a Roma ci fa male come, se non di più, almeno quanto ci ha fatto bene la vittoria dell’Italia. Molta della nostra ripresa economica dipende, come tutti sanno, dalla ripresa del turismo. E come scrive giustamente quell’operatrice, è difficile concepire che qualcuno intraprenda un viaggio in Italia, del quale Roma è meta certa, vedendo la città in queste condizioni. E nel caso in cui venga in Italia e visiti Roma, prima sui social e poi tornando nel suo Paese ci farà una pessima pubblicità. Purtroppo hanno ragione i turisti e abbiamo torto noi.
Detto questo, c’è poi da dire qualche parola specifica sull’eterno problema della spazzatura a Roma. Sul quotidiano online Roma Today alcuni giorni fa era scritto: «Roma è lercia. Strade invase dai rifiuti a Roma nord. Da Cesano a Collina Fleming l’immondizia invade i marciapiedi, fagocita i cassonetti stradali. Per le strade di Vigna Clara non si passa più: montagne di cartoni accatastarti ai piedi della pattumiera dedicata alla carta; sacchetti dell’indifferenziato rimasti per giorni sotto al sole, cumuli che sprigionano odori nauseabondi e insopportabili proprio sotto le finestre dei residenti. L’ennesima crisi dei rifiuti di Roma ha messo in ginocchio anche i quartieri “bene” della città. Soffocano le periferie».
Dunque, non è più solo una questione delle periferie, che già sarebbe grave di per sé perché l’immondizia colpisce luoghi già tormentati da un’infinità di altri guai, ormai coinvolge anche il centro storico con i problemi relativi al turismo e all’immagine internazionale. Roma non è sempre stata così. Certamente ha visto un peggioramento radicale negli ultimi anni, in particolare sotto la giunta di Virginia Raggi. Non c’è nulla da fare, non ce la fanno proprio o, meglio, non sono capaci di risolvere un problema che rientra in quelli della normale amministrazione e non nella cosiddetta straordinaria manutenzione come, di fatto, è la situazione romana da anni.
Non si tratta, in questo momento, di cercare i responsabili né di pensare di riformare gli enti preposti alla raccolta dei rifiuti, non è nelle capacità dell’attuale governo della capitale. Vista l’auspicata ripresa dopo i terribili lockdown, occorre che qualcuno al governo, con un atto di imperio e assumendosene la responsabilità, decida che per questioni di interesse nazionale, essendoci di mezzo l’attrattività della capitale e la dignità della sua immagine a livello mondiale, venga commissariata immediatamente la situazione, ripulita Roma in tempi brevissimi, per evitare qualsiasi defezione dei turisti; e solo dopo occuparsi di una ristrutturazione radicale, se non di una rifondazione totale, delle società preposte alla pulizia della città.
Non c’è tempo da perdere, il tempo perso significa mettere a rischio l’economia e il lavoro di molte persone che operano su Roma. Significa infierire sull’immagine del nostro Paese che non merita di essere rappresentato dagli incapaci che governano nella capitale, ma di essere rappresentato quale realmente è.
