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Clandestini stupratori, la misura ora è colma

Clandestini stupratori, la misura ora è colma

Il caso di Anzio rimette il sale su una ferita aperta del nostro sistema giudiziario: perché gli irregolari violentatori non si riescono a cacciare? Agli elettori interessa questo più che il lavorìo diplomatico con Ue e Africa. L’esecutivo deve rispondere il prima possibile

Accoglierli tutti? Davvero? Sempre? Non espellere nessuno? Nemmeno questo nigeriano di 32 anni che bivacca nel nostro Paese, che vive di furti e espedienti, e quando non sa cosa fare stupra una ragazza? Ce lo dobbiamo tenere? Ancora? Fino al prossimo stupro? Fino alla prossima violenza? Davvero c’è qualcuno che pensa, come i maestri del pensiero da talk show, che è da razzisti chiedere che questa gente non entri in Italia? O che, se entra, venga immediatamente cacciata? Davvero dobbiamo star qui ad aspettare l’Europa, gli accordi, la Tunisia, gli equilibri internazionali, le cene di gala e i comunicati finali dei vertici di Bruxelles, mentre nelle nostre città si aggirano liberamente immigrati clandestini che violentano e violentano e poi violentano ancora senza nessuna pietà? Mi piacerebbe sapere dove sono i buonisti dei salotti televisivi. Che cosa hanno da dire a loro discolpa. Se potessi li caricherei tutti insieme su un torpedone e li porterei ad Anzio, in quel sentiero di 200 metri tra la fermata dell’autobus e le case, dove il 12 maggio scorso è stata violentata una 19enne.

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