











Centinaia le persone in coda nel cortile delle Armi del Castello Sforzesco per l’ultimo saluto a Umberto Eco. Il professore scomparso quattro giorni fa è stato ricordato in una cerimonia laica.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha inviato una corona portata dai corazzieri oltre a un telegramma alla famiglia.
In rappresentanza del governo, il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, che ha parlato del semiologo, filosofo e scrittore, il quale “andava guardato come si guarda un quadro o un paesaggio. Si capiva e si vedeva che in quei silenzi consultava la sconfinata biblioteca che era dentro di sé”, e il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, che di Eco ha detto: “E’ simbolo di classicismo innovatore di cui c’è tanto bisogno ancora oggi e di cui il nostro Paese è portatore nel mondo. Abbiamo perso un maestro ma non abbiamo perso la sua lezione. Carissimo professore Eco, carissimo Umberto, oggi non un addio”.
Dall’università di Bologna, dove Eco ha insegnato 41 anni, l’attuale Rettore Francesco Ubertini, e il suo predecessore Ivano Dionigi, con la toga e il gonfalone dell’Alma mater.
Tra gli altri presenti, Roberto Benigni, il vicesindaco di Bologna Silvia Giannini, Elisabetta Sgarbi, con cui Eco aveva intrapreso la creazione della nuova casa editrice La nave di Teseo, che come prima opera pubblicherà il volume di saggi Pape Sata’n Aleppe, e il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, che lo ha ricordato con queste parole: “Grazie per il tuo coraggio culturale e civile, grazie per essere stato l’interprete dell’anima di questa citta, sei stato, sei e sarai l’orgoglio di questo Paese, non solo uno studioso ma come un uomo in grado di parlare con tutti”. (ANSA)