
Una serie di appartamenti nella capitale Naypyidaw, Myanmar

Alcuni appartamenti color pastello della capitale Naypyidaw, Myanmar

Vista aerea della capitale del Myanmar, Naypyidaw, durante la costruzione

L’ingresso di un complesso abitativo per i capi della giunta birmana

La Yazahdani Road, una delle strade principali della capitale del Myanmar

In lontananza la pagoda Uppatasani a Naypyidaw, nuova capitale del Myanmar

Una serie di appartamenti nella capitale Naypyidaw, Myanmar

La lobby del Upper House del parlamento del Myanmar

La sala principale del Ouparta Thandi che è stata costruita dare risalto alla grandepagoda di Shwedagon a Naypyitaw, Myanmar

In lontananza il Parlamento del Myanmar a Naypyitaw

Il Parlamento del Myanmar a Naypyitaw

Un poliziotto sulla Yazahdani Road, una delle strade principali della capitale del Myanmar. Da qui era passata anche Hillary Clinton nel 2011 durante una visita ufficiale

Bayint Naung Yeiktha, uno dei palazzi della capitale del Myanmar

Entrata del tempio buddista delal capitale del Myanmar
C’è una città, inaugurata 17 anni fa, che vanta autostrade a 20 corsie, campi da golf, wi-fi gratuito, super palazzi di rappresentanza, hotel di lusso. L’unica cosa che sembra non avere è la gente.
Naypyidaw, la capitale appositamente costruita della Birmania, è una città fantasma. Due anni fa Matt Kennard e Claire Provost del Guardian erano riusciti ad entrare e a raccontare cosa “non” avevano visto. E oggi sembra che non sia cambiato molto.
I palazzi deserti
Guardando la gallery fotografica non sembra la città di uno dei Paesi più poveri dell’Asia sudorientale. Ai lati della strada, una serie apparentemente infinita di giganteschi edifici, hotel da centinaia di camere e centri commerciali sembrano colorati di rosa chiaro, blu notte, beige sembrano far parte di un quadro o di una cartolina. Il governo offre incentivi alla popolazione perché da Rangoon la gente si sposti a Naypyidaw, ma in pochi accettano di trasferirsi in questa città fantasma.
L’atmosfera lunare
L’atmosfera però è surreale: quasi 7mila chilometri quadrati, oltre sei volte la dimensione di New York, di desolazione. Tutto sembra super-dimensionato. Le strade – chiaramente progettate per auto e carri merci, non per i pedoni arrivano a anche 20 corsie e si estendono a perdita d’occhio (i due inviati del Guardian infatti raccontano che questi grandiosi viali siano stati pensati per consentire agli aerei di atterrare in caso di proteste antigovernative o altre manifestazioni).
C’è un parco safari, uno zoo e almeno quattro campi da golf. A differenza di gran parte del Myanmar, qui c’è l’elettricità. Molti dei ristoranti dispongono di connessione wi-fi gratuita.
Le dimensione della nuova capitale
L’unica cosa che Naypyidaw manca sono le persone. Ufficialmente la popolazione è di 1 milione di abitanti, ma molti dubitano che questa cifra sia lontanamente vicina alla realtà.
Le origini di Naypyidaw
Le origini della città sono coperte dal mistero, anzi da voci e da speculazioni. Alcuni descrivono come un progetto di vanità di Than Shwe, l’ex capo militare del Paese. Altre teorie hanno indicato come motivazione l’idea di voler spostare la capitale lontano dal mare, temendo un’invasione degli Stati Uniti. Fatto sta che dal 2005 viene utilizzata per incontri ufficiali (nel 2011 vi ospitò Hillary Clinton) e poco più.