L’inverno è ormai arrivato sulle campagne sterminate dell’Ucraina dove si continua a combattere ma con minore intensità sul campo proprio a causa del freddo.
Le forze russe hanno condotto una serie di attacchi con droni contro l’Ucraina nella notte tra il 20 e il 21 dicembre. L’aeronautica ucraina ha riferito che le forze russe hanno lanciato 35 droni Shahed-131/-136 da Primorsko-Akhtarsk nel Krai di Krasnodar, da Capo Chuada occupato in Crimea, e l’oblast di Kursk che prende di mira gli oblast di Kiev, Dnipropetrovsk, Vinnytsia, Cherkasy, Kherson, Zaporizhia, Mykolaiv, Khmelnytskyi, Sumy, Poltava, Chernihiv e Kirovohrad. L’aeronautica militare ucraina ha dichiarato che le forze ucraine hanno abbattuto 34 Shahed. Con l’Ucraina sotto attacco si complica la partita degli aiuti militari da parte degli Stati Uniti: I leader democratici e repubblicani del Senato degli Stati Uniti hanno reso noto che Washington non sarà in grado di approvare nuovi aiuti all’Ucraina prima della fine dell’anno, poiché le due parti stanno ancora cercando un compromesso. In una nota congiunta, il democratico Chuck Schumer e il repubblicano Mitch McConnell hanno dichiarato: «Mentre i negoziatori lavorano sulle questioni ancora aperte, speriamo che i loro sforzi permettano al Senato di agire rapidamente all’inizio del nuovo anno». Hanno inoltre aggiunto che, nel tempo rimanente di quest’anno, i negoziatori del Senato e dell’Amministrazione continueranno a lavorare in buona fede per finalizzare il loro accordo.
Il New York Times riporta che gli Stati Uniti stanno attualmente negoziando in modo urgente con gli alleati per il trasferimento a Kiev di beni russi del valore di 300 miliardi di dollari, i quali sono attualmente congelati. Questa iniziativa è motivata dalla diminuzione dei fondi disponibili per sostenere l’Ucraina nel suo confronto con la Russia. L’amministrazione Biden sta spingendo affinché paesi come Regno Unito, Francia, Germania, Italia, Canada e Giappone collaborino nello sviluppare una strategia concreta per garantire il trasferimento di questi beni alla nazione ucraina entro il 24 febbraio 2024. Il presidente ucraino ha dichiarato che l’esercito ucraino ha richiesto la mobilitazione di altre 450-500.000 persone nelle forze armate, ma ha sottolineato che la questione è estremamente delicata. Durante una conferenza stampa di fine anno, il presidente Zelensky ha risposto a una domanda dei giornalisti riguardo a questa richiesta, evidenziando le sfide legate a una mobilitazione di così ampia portata. Zelensky ha sottolineato che una mobilitazione di questa entità comporterebbe costi considerevoli e ha sollevato la domanda fondamentale: «Dove prendiamo i fondi?». Ha evidenziato le difficoltà finanziarie associate a una tale operazione di mobilitazione di manodopera su vasta scala. Tuttavia, il leader ucraino ha espresso fiducia riguardo al sostegno da parte degli Stati Uniti e dell’Europa, dichiarandosi fiducioso sul fatto «che questi non deluderanno l’Ucraina in termini di supporto». I
n un comunicato, l’organizzazione umanitaria per i diritti umani Human Rights Watch (Hrw) ha dichiarato che le forze russe presenti nei territori dell’Ucraina da loro occupati continuano a reclutare con la forza civili ucraini. Questa pratica, secondo Hrw, costituisce un crimine di guerra. Hugh Williamson, direttore di Hrw per l’Europa e l’Asia centrale, ha dichiarato che le autorità russe stanno apertamente e illegalmente costringendo gli uomini nelle aree occupate dell’Ucraina a combattere contro il loro stesso Paese. Williamson ha anche evidenziato una pratica meno visibile, ossia il reclutamento forzato di civili ucraini detenuti, privati della possibilità di nascondersi o fuggire, obbligandoli ad arruolarsi nelle forze russe. Tale comportamento è stato condannato da Human Rights Watch, sottolineando la gravità di costringere individui detenuti a combattere contro la propria volontà contro i propri compatrioti.
Anche l’Ucraina necessita di altri soldati dato le ingenti perdite (i russi stimano che sarebbero 160.000 i soldati di Kiev morti al fronte) ed in tal senso il Ministero della Difesa riporta un notevole aumento della presenza femminile nell’esercito ucraino, con circa 43.000 donne attualmente al servizio, registrando un incremento del 40% rispetto al 2021, l’anno precedente all’invasione su vasta scala della Russia. Tuttavia, l’incremento proporzionale delle donne è inferiore a quello della forza combattente maschile, la quale è più che triplicata nello stesso periodo. Le donne ucraine sono ora attivamente coinvolte nei combattimenti nella regione sudorientale dell’Ucraina. Dopo l’invasione, le autorità militari hanno gradualmente abolito restrizioni precedentemente in vigore, permettendo alle donne di assumere ruoli come mitraglieri, comandanti di carri armati e cecchini. Inoltre, sono state revocate le norme che vietavano alle donne di guidare camion. Un’altra modifica significativa è stata l’aumento del limite di età per le reclute donne, che è stato portato da 40 a 60 anni, allineandolo al limite per gli uomini.
Sul fronte diplomatico il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato con determinazione che l’Occidente non può permettere alla Russia di prevalere in Ucraina e che il sostegno a Kiev deve persistere, nonostante le difficoltà finanziarie. Durante una cena di Natale tenuta davanti alle forze francesi di stanza in Giordania, Macron ha rivolto un appello all’equilibrio di potere, esortando a valutare ciò che non può essere permesso e quanto sia importante impedire una vittoria russa. «Voi che conoscete l’equilibrio di potere, valutate ciò che non possiamo permettere accada e quanto sia fondamentale evitare che la Russia prevalga», ha dichiarato Macron. Ha enfatizzato che, nonostante le sfide e i costi, il sostegno a Kiev deve continuare. «Come sarebbe il domani per noi europei? Quindi continueremo ad aiutare gli ucraini, cosa che stiamo facendo, anche se ci costa», ha affermato il presidente francese. Sul sostegno europeo all’Ucraina si è espresso anche Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, sottolineato la preoccupazione riguardo alla situazione in Ucraina e la determinazione del presidente russo Vladimir Putin nel protrarre il conflitto almeno fino alle elezioni americane, per un presunto scenario più favorevole per lui. Borrell ha enfatizzato la necessità per le società europee di essere consapevoli di questa prospettiva e di prepararsi a un conflitto di alta intensità che potrebbe perdurare nel tempo. Ha anche sottolineato l’importanza per l’Europa di sviluppare la propria industria bellica, che attualmente non sarebbe adeguata alle sfide presenti. Queste dichiarazioni riflettono la crescente preoccupazione nell’Unione europea riguardo alle dinamiche geopolitiche nella regione e la necessità di una preparazione adeguata in moda da far fronte a scenari di conflitto prolungato.
Ma sul campo di battaglia come stanno realmente le cose? Lo chiediamo a Virgilio Lo Presti analista strategico: «In questo momento, in Ucraina, l’iniziativa è nelle mani dei russi. L’esercito ucraino sembra avere assunto per ora una postura difensiva. In particolare, si evidenziano due criticità. La prima è a nord della ex-città di Bakhmut; qui i vantaggi territoriali che gli ucraini avevano ottenuto nel corso dell’offensiva del maggio/giugno scorso sono andati quasi interamente perduti, i russi hanno recuperato le loro posizioni ed ora stanno avanzando verso la cittadina di Chasiv Yar. La seconda criticità investe l’area del fronte intorno alla città di Donetsk; subito a nord della città continua il tentativo russo di conquistare Avdiivka, qui i russi hanno subito negli ultimi due mesi perdite spaventose, sia in termini di uomini che di mezzi, a fronte di conquiste territoriali che non superano i due, tre chilometri. Però i russi ora combattono nel centro abitato meridionale della città e continuano la manovra avvolgente a nord, lungo l’autostrada. La battaglia di Avdiivka ricorda quella che i russi intrapresero per conquistare le macerie di Bakhmut. Incuranti delle perdite, le truppe del Cremlino avanzano lentamente ma costantemente. Avanzamenti russi anche a sud-ovest di Donetsk, dove le loro formazioni sono ormai ai margini dell’abitato di Novomykhailivka, ed anche ad ovest, dove l’esercito russo ha recentemente conquistato l’insediamento di Marinka. Intendiamoci, gli ucraini si difendono ordinatamente, non ci sono sfondamenti del fronte e gli avanzamenti russi di cui stiamo parlando sono minimi; però ci sono. La penuria di proiettili di artiglieria che affligge l’Ucraina sta inevitabilmente dando i suoi frutti, a c’è anche una probabile difficoltà per Kyiv nell’avere un numero sufficiente di truppe sul fronte. La guerra statica sta favorendo l’esercito di Putin».
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