Sono stati rilasciati nella notte Federica Mogherini, Stefano Sannino e Cesare Zegretti perché non c’è «il rischio di fuga». Ma nell’ambito del presunto uso improprio di fondi per la formazione dei diplomatici europei, le accuse restano e riguardano frode negli appalti e corruzione, conflitto di interessi e violazione del segreto. L’ex Alto rappresentante Ue e attuale rettrice del Collegio d’Europa, Mogherini, l’ambasciatore Sannino e il dirigente del Collegio d’Europa, Zegretti, risultano formalmente indagati.
Il rilascio
Dopo essere stati interrogati dalla polizia federale belga, Mogherini, Sannino e Zegretti sono stati rilasciati intorno all’una di notte. La comunicazione è arrivata direttamente dalla Procura europea (Eppo): «Sono stati tutti rilasciati senza alcuna condizione, in quanto non sono considerati a rischio di fuga». Ma le accuse restano, con l’Eppo che ha spiegato: «Dopo essere stati interrogati dalla Polizia giudiziaria federale belga (FGP West-Vlaanderen), i tre individui sono stati formalmente informati delle accuse a loro carico. Le accuse riguardano frode e corruzione negli appalti, conflitto di interessi e violazione del segreto professionale». E mentre lo scandalo ha travolto i palazzi di Bruxelles, con la Commissione Ue che tiene ancora la bocca cucita, dall’altra parte la Procura europea ha voluto sottolineare che «tutte le persone sono presunte innocenti fino a prova contraria da parte dei tribunali belgi competenti».
L’inchiesta
A dare il via all’inchiesta, come reso noto dall’Eppo, è stato un esposto presentato all’Ufficio europeo antifrode (Olaf) poi trasmesso alla Procura europea. I tre sono stati quindi fermati martedì per i «forti sospetti» circa le presunte irregolarità nell’appalto per la nuova Accademia diplomatica europea: il programma era stato assegnato nel 2022 al Collegio d’Europa da Seae, il Servizio europeo per l’azione esterna di cui Sannino è l’ex segretario generale. Il sospetto è che il Collegio possa aver vinto la gara d’appalto in modo irregolare: «Vi sono forti sospetti che, durante la procedura di gara per il programma, sia stato violato l’articolo 169 del Regolamento Finanziario relativo alla concorrenza leale e che informazioni riservate relative all’appalto in corso siano state condivise con uno dei candidati partecipanti alla gara» ha fatto sapere ieri l’Eppo. Ed è in questo contesto che è avvenuto quindi ieri alle 7:30 di mattina il blitz delle forze dell’ordine a Bruxelles.
«Forniti chiarimenti a 360 gradi»
Si sarebbe svolto in un clima «sereno» l’interrogatorio di Mogherini. A fornire più dettagli su quanto successo nelle ultime ore è il suo avvocato, Mariapaola Cherchi: «L’interrogatorio è stato una lunga maratona, dalle 14 fino a mezzanotte. Sono stati forniti chiarimenti a 360 gradi, in modo più che esauriente, come richiesto legittimamente dagli inquirenti». E ha aggiunto: «Mogherini è stata rilasciata senza condizioni. Ha chiesto più volte se dovesse limitare i suoi movimenti, ma le è stato sempre ribadito che non vi era alcuna restrizione, perché non ce n’era motivo. Questo dovrebbe contribuire a calmare il polverone che finora è stato sollevato soprattutto da parte dei media».
La situazione di Sannino
L’ambasciatore Sannino sarebbe oggetto anche di una verifica amministrativa da parte dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (Olaf): secondo fonti vicine all’inchiesta il sospetto è che Sannino, mentre era segretario generale della Seae, possa aver favorito dei candidati nell’assegnazione di ruoli di alto livello, non rispettando le procedure interne. Gli investigatori potranno accedere ai dispositivi elettronici e proseguire con le perquisizioni: l’esecutivo comunitario ha dato il via libera alla revoca dell’immunità sui beni e per il Seae sarebbe stata sospesa in via temporanea l’immunità degli uffici.
