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Macron insultava la Nato, ora se la porta in casa

Macron insultava la Nato, ora se la porta in casa

La Francia si prende il centro della Nato sullo studio delle tecnologie spaziali da guerra

Sarà la città francese di Tolosa ad ospitare il nuovo centro d’eccellenza della Nato dedicato allo studio delle tecnologie spaziali in ambito militare. La decisione è stata presa il 28 gennaio ma è stata ufficialmente annunciata soltanto il cinque febbraio.


La nuova realtà sarà quindi allestita presso Centro spaziale di Tolosa (Cst), coinciderà anche con il quartier generale del comando spaziale militare francese e verrà organizzato presso il Centro nazionale di studi spaziali, noto come Cnes. Si tratterà del 27° centro di eccellenza dell’Alleanza atlantica presso il quale saranno addestrati i militari e qualificati nuovi capi e specialisti provenienti da vari Paesi membri e loro partner, in modo da raggiungere uno standard comune molto elevato destinato a migliorare l’interoperabilità delle dottrine militari nonché condividere, sperimentare e validare nuovi concetti e tecnologie. Come si legge in un comunicato diffuso dalla Nato questi centri offrono competenze ed esperienze riconosciute a vantaggio dell’Alleanza evitando la duplicazione di risorse e capacità già presenti all’interno dei peasi membri.

Nel 2019 la Nato aveva dichiarato che lo spazio è uno dei cinque domini operativi insieme ad aria, terra, mare e cyberspazio. Occorreva quindi poter sviluppare funzioni definite “Isr”, da intelligenza, sorveglianza e ricognizione, ma anche navigazione e pianificazione, studio approfondito della meteorologia, della difesa dai missili balistici e delle comunicazioni, unendole formando un monte di competenze fondamentali di ciò che la Nato chiama Space Domain Awareness, ovvero consapevolezza situazionale del dominio dello spazio. La notizia del nuovo centro spaziale di eccellenza in Francia arriva circa quattro mesi dopo che la Nato ha fondato il suo primo centro spaziale operativo europeo presso la base aerea di Ramstein, in Germania, ospitato all’interno delle strutture esistenti del Comando aereo alleato (Aircom), un centro nel quale attualmente operano specialisti provenienti da Germania, Regno Unito e Stati Uniti, ma con la previsione per introdurre ulteriori nazioni e personale dal prossimo anno. In pratica Tolosa sarà allestita la scuola per chi poi dovrà operare a Ramstein.

La decisione di localizzare in Francia il centro spaziale Nato è stata favorita dal fatto che Parigi già possiede un centro simile a questo, ovvero quello per l’analisi e la simulazione delle operazioni aeree situato nella base dell’Armée de l’Air (aviazione) di Lione-Mont Verdun.

Hervé Grandjean, portavoce del ministero delle Forze armate francese, ha dichiarato in un’intervista radiofonica che “Tolosa è il cuore pulsante dell’industria spaziale e della ricerca in Francia, il luogo dove hanno sede Cnes, Airbus e Thales. Il ministro delle forze armate Florence Parly ha quindi proposto di stabilire il nuovo comando spaziale a Tolosa anche perché abbiamo già personale militare in loco. La scelta fatta dalla Nato è stata quindi di buon senso”. Françoise Dumas, presidente della Commissione per la Difesa dell’Assemblea nazionale, ha dichiarato: “Siamo estremamente lieti che la Nato abbia riconosciuto l’eccellenza della Francia nel settore spaziale, in particolare nella regione di Tolosa. Questa è una notizia estremamente positiva non soltanto per la città di Tolosa, ma anche per la regione dell’Occitania e per l’intero ecosistema spaziale che vi trova sede e costituisce un riferimento a livello europeo”.

Le attività di formazione spaziale dell’Alleanza atlantica cominceranno ufficialmente l’estate prossima, quando il primo di 42 esperti, dei quali 25 francesi, prenderà possesso del nuovo ufficio e comincerà ad organizzare le attività che, secondo i programmi, dovranno risultare pienamente operative entro il 2025. Ovviamente sul nome del militare a capo dell’organizzazione viene mantenuto il riserbo.

Tra gli aspetti di questa decisione della Nato c’è senza dubbio quello di attribuire alla Francia un ruolo maggiormente incisivo all’interno dell’Alleanza nonostante sia evidente che le idee dell’Eliseo vedano la creazione di una Difesa europea a trazione francese. Idee che però, almeno secondo i capi della Difesa di alte nazioni del Vecchio continente, tra le quali l’Italia, sarebbero da inquadrare comunque sotto il cappello del trattato nato il 4 aprile 1949 al quale dobbiamo la nostra libertà e settantadue anni di pace. Nel novembre 2019 proprio il presidente francese Emmanuel Macron dalle pagine dell’Economist aveva sentenziato: “La Nato sta sprofondando in uno stato di morte cerebrale”, ma si sa che in quel momento la politica di Donald Trump, volta a far risparmiare soldi ai contribuenti americani, era quella di imporre agli alleati europei di pagare almeno il 2% del Pil in spese militari per sostenere il patto atlantico. Una promessa fatta da molti ma mantenuta da pochi.

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