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Guerra in Ucraina: nella notte potente attacco russo, mentre continua la ricerca della sede per l’incontro Putin-Zelensky

Guerra in Ucraina: nella notte potente attacco russo, mentre continua la ricerca della sede per l’incontro Putin-Zelensky

Quaranta missili e 574 droni: questa notte le Forze Aerospaziali russe hanno colpito duramente l’Ucraina, mentre continua la ricerca della sede per i colloqui: Svizzera, Austria e Turchia tra le opzioni di Zelensky

Diplomazia o meno, la guerra in Ucraina continua nel suo brutale corso. Nella notte si è verificato un potente attacco missilistico russo su tutto il Paese, che ha colpito diverse infrastrutture nell’Ucraina centrale e occidentale. L’Aeronautica militare di Kiev fa sapere che «Le forze russe hanno attaccato l’ucraina la notte scorsa con 40 missili di vario tipo e 574 droni», inclusi missili ipersonici Kinzhal e Zircon.

Un triste memento che al di là delle trattative e dei summit, la realtà della guerra continua a essere ben presente. Poche ore dopo l’attacco, avvenuto nel cuore della notte, il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato in un post su Facebook: «Non c’è ancora alcun segnale da Mosca che indichi una reale intenzione di avviare negoziati sostanziali e porre fine a questa guerra. È necessaria una pressione. Sanzioni severe, dazi elevati».

E proprio il Presidente ucraino, parlando in mattinata nell’ambito di una conferenza stampa, ha confermato la notizia riguardo alla richiesta rivolta a Trump «di assicurare che l’Ungheria non blocchi il nostro cammino verso l’adesione alla Ue».  Zelensky ha continuato affermando che «il presidente Trump mi ha promesso che il suo team lavorerà a questo».

Riguardo al possibile faccia a faccia con Putin, per il quale è in corso la ricerca della sede diplomatica, Zelensky ha detto che il possibile svolgimento del summit proprio a Budapest sarebbe «difficile», perché «c’è un’ampia unità in Europa nel sostenere l’Ucraina in questa guerra, ma, per essere franco, Budapest non vi partecipa». Naturalmente, qualora gli Stati Uniti dessero il loro “ok” al summit in Ungheria, è più che verosimile che Zelensky ritratti.

Sulla sede diplomatica del faccia a faccia Putin-Zelensky (che peraltro resta ancora tutto da pianificare), alcune delle sedi proposte sono la Svizzera e l’Austria. Entrambe però aderiscono alla Corte Penale Internazionale, che ha emesso un mandato di arresto per il Presidente russo. Una terza opzione presentata da Zelensky è la Turchia, sede dei colloqui diplomatici del 2022 e di quelli infruttuosi di giugno e luglio, luogo che molto probabilmente sarebbe gradito anche a Mosca.

Sul fronte “garanzie di sicurezza” intanto, Francia, Regno Unito e Germania continuano a sostenere l’idea di dispiegare una qualche “forza di rassicurazione” in Ucraina; un’eventualità rigettata con forza dal Cremlino, con l‘ex Presidente e Vicepresidente del Consiglio di Sicurezza della Federazione Russa, Dmitri Medvedev, che in serata ha affermato: «È stato dichiarato esplicitamente: NIENTE truppe Nato come peacekeeper. La Russia non accetterà una simile “garanzia di sicurezza”».

Una possibile via d’uscita dall’impasse potrebbe essere l’idea della premier italiana Giorgia Meloni, che, come riportato da Bloomberg, sostiene un piano di sicurezza postbellica per l’Ucraina che darebbe agli alleati 24 ore per decidere se inviare o meno truppe in caso di nuova invasione russa. Una sorta di versione “accelerata” dell’articolo 5 della Nato.

Dagli Stati Uniti, intanto, il Vicepresidente americano J.D. Vance ha dichiarato in un’intervista che «dovremmo aspettarci, e il presidente di sicuro se lo aspetta, che l’Europa svolga un ruolo guida» nel fornire la sicurezza post-bellica all’Ucraina. Gli Stati Uniti, insomma, rimarranno defilati.

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