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Schiscetta: portare il pranzo da casa fa risparmiare fino a 3.200 euro l’anno

Schiscetta: portare il pranzo da casa fa risparmiare fino a 3.200 euro l’anno

Secondo un’analisi di Bravo si spendono in media 263 euro al mese. Al Nord il vantaggio è maggiore, ma al Sud il pranzo fuori pesa di più sul reddito

“Tanto sono solo pochi euro al giorno” e così per pranzo si mangia fuori. Ma questa frase non regge i conti. Secondo un’analisi di Bravo, fintech leader nella gestione del debito, portarsi al lavoro il pranzo da casa fa risparmiare in media 263 euro al mese, che vuol dire 3.200 euro l’anno. La differenza tra un pranzo fuori e uno preparato a casa è impressionante: al Nord un piatto di pasta, acqua e caffè costa in media 16 euro, al Sud 13; cucinando in casa, invece, si spendono appena 1,7 euro. La pausa pranzo fuori pesa fino al 20% del reddito lordo mensile.

Schiscetta: risparmi fino a 3200 euro l’anno

La schiscetta è sempre più una strategia economica. Portare il pranzo da casa permette di risparmiare una media di 263 euro al mese. E questo perché il pranzo fuori, ormai, è diventato una voce di spesa non marginale. Al Nord, dove i prezzi della ristorazione sono più alti, la differenza è ancora più evidente; al Sud, invece, pur con costi inferiori, il pranzo fuori continua a incidere pesantemente sul budget mensile. A livello nazionale, il risparmio medio annuo sfiora i 3.200 euro, equivalenti a quasi due stipendi. Un numero che, da solo, spiega perché sempre più lavoratori scelgono di preparare la lunch box la sera prima o al mattino presto, trasformando un gesto semplice in un vero contributo all’economia domestica. Secondo il rapporto Censis-Camst 2025, il 78% dei lavoratori mangia un pranzo preparato a casa e il 62% lo cucina appositamente

Schiscetta: al Nord si risparmia di più, al Sud pesa di più sul reddito

La mappa del risparmio conferma un’Italia divisa. Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Liguria e Trentino-Alto Adige sono le Regioni dove la schiscetta permette di risparmiare di più: circa 3.500 euro l’anno. Qui i prezzi più alti della ristorazione, uniti a stipendi medi più elevati, amplificano il vantaggio del pranzo da casa. Al contrario, in Puglia, Sicilia, Sardegna, Molise e Abruzzo il risparmio scende sotto i 2.800 euro annui.
Tra le città, Milano, Monza-Brianza, Parma, Modena e Bologna guidano la classifica con un risparmio potenziale di 3.630 euro l’anno. Milano, con stipendi lordi mensili intorno ai 2.780 euro, è il caso emblematico: anche con salari più alti, il costo del pranzo fuori rimane rilevante.
Le cose cambiano se si guarda alla percentuale del reddito risparmiata: in questo caso i primi posti vanno al Sud. A Vibo Valentia portare la schiscetta significa recuperare il 22,3% dello stipendio mensile, seguita da Grosseto (21,5%) e Imperia (21%). Milano, invece, scivola in fondo alla classifica percentuale con il 10,8%. Qui il risparmio è alto in valore assoluto, ma incide meno sul reddito mensile. Una fotografia che racconta come il pranzo fuori, nelle città con stipendi più bassi, pesi proporzionalmente molto di più.

Schiscetta: dalla nascita ai social

La “schiscetta” nasce a Milano e il nome viene dal verbo dialettale schisciare, schiacciare, riferito al gesto di chiudere bene la vecchia gavetta di metallo degli operai. Era un contenitore essenziale, riempito con piatti poveri per affrontare turni lunghi e mense quasi inesistenti. Negli anni Cinquanta si cambia e addirittura diventa oggetto di design. Poi sono arrivati i social che hanno trasformato la lunch box in un oggetto estetico con contenuti virali su TikTok e Instagram. E oggi la schiscetta è un fenomeno nazionale, creativo, di costume, ma anche economico, strategico al risparmio delle famiglie.

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