Il cambiamento climatico non è più un orizzonte ipotetico: è una variabile operativa. E per chi gestisce grandi impianti rinnovabili, dagli eolici ai fotovoltaici, significa una cosa sola: anticipare l’impatto, non subirlo.
Il progetto PV Hail Mitigation nasce da questa urgenza: proteggere gli impianti solari dai danni della grandine, sempre più frequenti e sempre più grandi. Con una soluzione che, nella sua semplicità, è rivoluzionaria: ruotare i pannelli e metterli in verticale quando arriva un’allerta certa.
Su sette impianti italiani, Enel sta sperimentando due tecnologie complementari: una che prevede, una che reagisce.

Nowcasting: la previsione che arriva via satelliti e startup
La prima gamba del progetto lavora sull’anticipo.
Grazie a una collaborazione tra Enel Open Innovability e la startup Hypermeteo, è stato introdotto un tool di nowcasting che emette un alert in caso di potenziale grandine sopra la soglia di sicurezza. Il segnale arriva alle Control Room, viene filtrato e, se confermato, parte l’istruzione: verticalizzare i tracker dei pannelli. Un gesto che può salvare milioni di euro in infrastrutture e intere giornate di produzione.
È la meteorologia del futuro: quella che non si limita a informare, ma fa muovere una macchina industriale.
La reattività in tempo reale: sensori che “sentono” la grandine
La seconda soluzione, ancora più futuribile, è reattiva.
Sensori avanzati registrano l’arrivo della grandine, ne riconoscono la dimensione, e attivano immediatamente la messa in sicurezza degli impianti. Un sistema capace di migliorare continuamente grazie all’apprendimento dei dati raccolti, e che supporta l’attivazione real time dei tracker e la rotazione degli impianti per la messa in sicurezza.
È un sistema che evolve, impara, perfeziona. E che può essere esteso su larga scala, proteggendo impianti sempre più grandi.
Dallo spazio alla diga: quando l’osservazione della Terra diventa energia
Proteggere il fotovoltaico è solo una parte della storia. L’alleanza fra Enel ed ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, mostra un’altra frontiera della gestione climatica: misurare la neve dallo spazio.
Con algoritmi di Earth Observation, Enel quantifica lo snow water equivalent: quanta acqua c’è effettivamente nella neve accumulata sulle montagne. Una variabile utile per programmare al millimetro la produzione idroelettrica.
Più la previsione è affidabile, più la rete elettrica diventa stabile.
E la stessa tecnologia satellitare permette anche:
– previsioni meteo più precise e più localizzate
– monitoraggio continuo dello stato di dighe, vallate e infrastrutture sensibili
– identificazione delle aree in cui intervenire sulle piante per proteggere le linee
– connettività di emergenza via satelliti a bassa orbita, nelle zone isolate o colpite da blackout
Lo spazio, insomma, smette di essere una metafora futuristica: diventa un servizio industriale.
