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Ciliegie a prezzi record: a Milano oltre i 23 euro al chilogrammo, mentre scende il prezzo dell’altra frutta estiva

Ciliegie a prezzi record: a Milano oltre i 23 euro al chilogrammo, mentre scende il prezzo dell’altra frutta estiva

Produzione in calo del 70% in Puglia e gelate, raccolti bassi e speculazioni fanno volare il costo delle ciliegie. Intanto pesche, fragole e meloni costano meno.

Una ciliegia tira l’altra. Vero, ma quest’anno potrebbe essere troppo costoso. A Milano, il prezzo al dettaglio ha toccato i 23,3 euro al chilogrammo, trasformando il frutto estivo in un bene di lusso. Il dato emerge da un’analisi di Coldiretti che parla di raccolti scarsi, importazioni poco trasparenti e forti squilibri nella filiera. Un prezzo che, fino a oggi, si era visto solo per le primizie natalizie, vendute come sfizio durante le festività a oltre 30 euro al chilo. E mentre il prezzo delle ciliegie vola, quello dell’altra frutta estiva scende.

Ciliegie: produzione in calo del 70% in Puglia e costi record per i consumatori

In Puglia, regione che da sola copre il 30% della produzione nazionale, il raccolto di ciliegie è stato molto compromesso dalle gelate impreviste tra marzo e aprile. Le varietà precoci come “Georgia” e “Bigarreau” hanno subito danni significativi e la “Ferrovia”, fiore all’occhiello della produzione pugliese, ha pagato il prezzo più alto. Secondo Coldiretti Puglia, il crollo della produzione è compreso tra il 70% e il 100% in alcune aree del sud-est barese. E il drastico calo dell’offerta ha fatto schizzare i prezzi alle stelle. Ma non è l’unica causa. Da sempre le ciliegie sono “i frutti cari dell’estate”, ma quando l’offerta soffre ecco che più facilmente entrano in gioco anche fenomeni speculativo. In più, denuncia Coldiretti, c’è la presenza nei mercati di ciliegie estere (provenienti da Marocco, Tunisia ed Egitto) spacciate per italiane. Il rischio è duplice: il consumatore paga a un prezzo elevato un prodotto che potrebbe non essere quello che crede e i produttori italiani si trovano a dover gestire una filiera poco trasparente. Per questo Coldiretti chiede la creazione di un marchio IGP per la ciliegia pugliese, come avviene in Emilia-Romagna con le ciliegie di Vignola. Ma anche qui non fila tutto liscio. Il Consorzio di tutela della Ciliegia di Vignola IGP, pur registrando una produzione in linea con le attese, ha infatti deciso di rinunciare nel 2025 alle campagne promozionali previste. La scarsità generale del prodotto in Italia e in Europa ha reso il contesto troppo instabile per poter sostenere iniziative commerciali, sostengono i produttori emiliani. La difficile stagione per il comparto cerasicolo italiano quindi si ripercuote sui consumatori, che pagano il frutto estivo a caro prezzo. O ci rinunciano.

Prezzi delle ciliegie alle stelle, ma la frutta estiva costa meno

Mentre le ciliegie raggiungono livelli mai visti, il resto della frutta estiva racconta una storia diversa. Secondo i dati della Borsa della Spesa di BMTI e Italmercati, negli ultimi giorni i prezzi all’ingrosso di molte varietà sono in netto calo. Le fragole segnano una diminuzione del 9,9%, con quotazioni tra 2,50 e 4,00 euro al chilo. I meloni perdono il 5,4% e si attestano tra 2,00 e 2,50 euro/kg. Le pesche a polpa gialla, il cui raccolto inoltre è stato anticipato dal clima caldo, calano del 14,2% rispetto alla settimana prima. Anche le nettarine e i pomodori confermano la tendenza al ribasso, complici l’abbondanza dell’offerta e una domanda ancora debole. Un trend che evidenzia il paradosso di quest’anno. Da un lato abbiamo la ciliegia, un frutto in crisi, che arriva a costare 23 euro al chilogrammo per i consumatori e dall’altro lato ci sono pesche, meloni, fragole e tutti gli altri prodotti stagionali, che hanno un’offerta ampia e conveniente. Al momento.

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