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Btp Italia 2025, al via il collocamento: tutto ciò che c’è da sapere

Btp Italia 2025, al via il collocamento: tutto ciò che c’è da sapere

Parte la ventesima edizione del titolo antinflazione per i risparmiatori: rendimento reale minimo dell’1,85%, durata 7 anni e premio fedeltà. Ecco come funziona, a chi conviene e quali sono le alternative

Il 27 maggio scatta il collocamento della ventesima edizione del Btp Italia, il titolo di Stato indicizzato all’inflazione italiana pensato per i risparmiatori privati. Durerà sette anni, avrà un rendimento reale minimo dell’1,85% e un premio finale dell’1% per chi lo tiene fino a scadenza. È la prima emissione da oltre due anni (l’ultima è di marzo 2023) e arriva a pochi giorni dal rialzo della prospettiva sull’Italia di Moody’s da “stabile” a “positiva. Si può comprare fino a venerdì 30 maggio, salvo chiusura anticipata.

Che cos’è il Btp Italia: il titolo antinflazione per i piccoli risparmiatori

Il Btp Italia è un titolo pensato principalmente per i risparmiatori privati: protegge il capitale dall’erosione dell’inflazione, grazie a un meccanismo che rivaluta sia le cedole che il capitale all’inflazione del semestre di riferimento in base all’indice Istat (FOI, Famiglie di Operai e Impiegati, al netto dei tabacchi). A differenza dei Btp tradizionali a tasso fisso, quindi, il Btp Italia consente di mantenere il potere d’acquisto reale, anche in un contesto di prezzi crescenti. Il nuovo Btp Italia ha una durata di sette anni, con scadenza il 4 giugno 2032. Il titolo pagherà interessi ogni sei mesi e il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha fissato il rendimento reale minimo garantito all’1,85% annuo. Il tasso definitivo sarà comunicato venerdì 30 maggio, in apertura dell’ultima giornata di collocamento, dedicata agli investitori istituzionali. C’è poi il premio fedeltà dell’1%, per chi acquista il titolo ora in fase di collocamento e lo mantiene fino alla scadenza naturale. L’investimento minimo è di mille euro e può essere acquistato senza costi dai piccoli risparmiatori attraverso la propria home banking o in banca o all’ufficio postare dove si ha un conto con deposito titoli.

Btp Italia: tassazione, Isee e rischi

Il Btp Italia usufruisce della tassazione agevolata al 12,5% riservata ai titoli di Stato e ora non è più incluso nel calcolo dell’Isee, fino a un massimo di 50mila euro per nucleo familiare. Quindi investire in Btp Italia consente di mantenere l’indicatore Isee più basso, per accedere a bonus sociali e agevolazioni fiscali.
Il principale rischio è legato all’inflazione: se nei prossimi anni il tasso di crescita dei prezzi dovesse rallentare più del previsto, il rendimento complessivo potrebbe risultare meno conveniente rispetto a quello dei titoli di Stato nominali di pari durata. Altro rischio è per chi vende prima della scadenza. Potrebbe incorrere in perdite in conto capitale, specialmente in scenari di volatilità sul mercato dei titoli di Stato. Per questo il Btp Italia è più adatto a investitori con orizzonte temporale lungo e obiettivi di protezione del potere d’acquisto.

Btp Italia nel 2023 e nel 2024: le differenze con quello 2025

Nel marzo 2023, l’ultima edizione del Btp Italia aveva raccolto quasi 10 miliardi di euro, di cui 8,5 miliardi dagli investitori retail. La cedola minima reale era del 2% e la durata era di cinque anni. L’emissione precedente, nel novembre 2022, aveva invece raccolto quasi 12 miliardi con un rendimento minimo dell’1,6%. Il rendimento minimo del Btp Italia 2025 fissato all’1,85% dimostra il voler offrire un rendimento competitivo, pur in un contesto di inflazione in rallentamento e tassi di interesse più stabili.

Le alternative: Btp Short Term e Btp€i

Per chi cerca una durata più breve l’alternativa è il Btp Short Term, in scadenza a febbraio 2027, con cedola fissa annua del 2,55%. Si tratta di un titolo più adatto a chi punta su un ritorno certo e in tempi relativamente brevi. L’investimento in questo caso non offre protezione dall’inflazione, ma garantisce un rendimento nominale competitivo. Ci sono poi i Btp€i, indicizzati all’inflazione europea, e quindi più adatti a investitori con un’ottica internazionale. Due le emissioni attualmente in calendario: una con scadenza nel 2032 e una nel 2036, con cedole rispettivamente dell’1,25% e dell’1,80%. A differenza del Btp Italia, questi titoli risentono dell’andamento dei prezzi al consumo di tutta l’Eurozona, e per questo sono spesso preferiti da investitori istituzionali. Il Btp Italia è per chi teme l’inflazione, punta a un rendimento stabile nel tempo lungo e a un premio finale interessante.

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