Vince il self check-in, perde la stretta burocratica. A poche settimane dal via della stagione turistica estiva, il Tar del Lazio ha annullato la circolare del Ministero dell’Interno del novembre 2024 che imponeva l’obbligo di riconoscimento fisico degli ospiti negli affitti brevi, impedendo quindi per B&B e appartamenti in affitto breve l’uso delle keybox (le cassette di sicurezza a combinazione utilizzate per lasciare e prelevare le chiavi) e la registrazione da remoto dei documenti dei turisti. La decisione del Tar dà di nuovo piena operatività a migliaia di piccoli imprenditori che senza self check-in lamentavano spese e problemi organizzativi. E la decisione del Tar sottolinea ancora una volta il peso normativo della giustizia amministrativa, quella del Tar del Lazio, che sempre più spesso detta la linea.
Il Tar del Lazio annulla la stretta del Viminale: self check-in legittimo per gli affitti brevi
Il Tar ha accolto il ricorso presentato dalla Federazione delle Associazioni della Ricettività Extralberghiera (FARE), giudicando la misura del Viminale sproporzionata, non supportata da dati concreti e in contrasto con la riforma del 2011, che aveva l’obiettivo di semplificare le operazioni della ricettività turistica. Nella sentenza si legge chiaramente che l’identificazione “de visu” (fisica quindi) non garantisce di per sé maggiore sicurezza pubblica e che l’assenza di motivazioni solide rendeva la circolare inefficace e lesiva dei principi di legalità e parità di trattamento. In sostanza, i giudici hanno ritenuto ingiustificato imporre a un piccolo affittuario oneri organizzativi tipici delle grandi catene alberghiere. Da qui il via libera al ritorno delle keybox.
Affitti brevi: settore da 66 miliardi, trainato da piccoli proprietari
Per i gestori di B&B e appartamenti in affitto breve, spesso piccoli imprenditori senza una struttura alle spalle, il pronunciamento è una svolta. Il settore rappresenta una fetta cruciale del turismo italiano, in particolare nelle città d’arte e nei borghi meno battuti, dove il self check-in consente flessibilità e accesso anche in orari non coperti da personale. Una modalità utile sia ai gestori sia ai turisti. Secondo l’Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi (AIGAB), nel 2024 gli affitti brevi hanno generato un impatto economico di 66 miliardi di euro: 13 miliardi di prenotazioni dirette, 52 miliardi di indotto e 1 miliardo in ristrutturazioni e arredi. In Italia si contano circa 9,6 milioni di seconde case non utilizzate, di cui 496mila sono presenti sulle piattaforme online, coinvolgendo direttamente circa 500mila famiglie. La stragrande maggioranza di queste abitazioni (96%) è di proprietà di privati. Ora l’AIGAB pensa al prossimo passo: dialogare con il governo per riconoscere ufficialmente le tecnologie di identificazione da remoto già adottate su larga scala. “Per i nostri regolamenti non cambia niente, continuiamo ad andare avanti”, ha commentato Sara Funaro, la sindaca di Firenze, che ancor prima della circolare ministeriale aveva vietato le keybox in tutta la città. Ma la sentenza del Tar potrebbe mettere in discussione anche i provvedimenti locali. Per ora l’ultima parola è quella della giustizia amministrativa, che ha riportato in vita il self check-in a poche settimane dall’inizio dell’estate turistica in Italia.
