I passeggeri apprensivi possono tirare un sospiro di sollievo. L’Autorità aeronautica europea (Easa) ha dichiarato che saranno necessarie ulteriori ricerche e la validazione di nuove tecnologie prima che la stessa Agenzia possa raccomandare di procedere con la sperimentazione e consentendo operazioni di volo commerciali con un solo pilota ai comandi sui grandi aeromobili che attualmente ne richiedono due professionisti in cabina. Questa la conclusione di un nuovo rapporto sul progetto “Singolo pilota a bordo” dedicato alla definizione dei requisiti minimi per l’equipaggio, in corso dal 2021.
Nel rapporto si legge: “Considerando l’attuale progettazione delle cabine di pilotaggio e dei limiti della ricerca, è emerso che non è possibile dimostrare un sufficiente livello di sicurezza equivalente tra le operazioni con un solo pilota e le attuali operazioni con due membri dell’equipaggio”.
Lavori in corso, ma la sicurezza resta prioritaria
Questa conclusione non è affatto inaspettata, poiché Easa nel gennaio 2025 aveva già chiarito e pubblicato nel “Piano europeo per la sicurezza aerea“ che sarebbero state necessarie modifiche alle cabine di pilotaggio per supportare qualsiasi nuovo concetto di operazioni con un solo pilota. In particolare, si leggeva nel testo, “prima di proporre operazioni con un solo pilota è necessario concentrarsi sullo sviluppo, la valutazione e l’implementazione di tecnologie avanzate per la cabina di pilotaggio.”
A lungo termine Easa prevede lo sviluppo di una cabina di pilotaggio intelligente che possa fungere da base per validare nuove funzioni di riduzione del carico di lavoro dei piloti, dal monitoraggio delle prestazioni, della prontezza e dell’inabilità dell’equipaggio di condotta e da soluzioni sicure per prevenire le minacce alla sicurezza.
Nel rapporto si legge anche: “qualsiasi valutazione in merito dipenderà dalla dimostrazione da parte delle nuove tecnologie dei loro benefici in termini di sicurezza, il che richiederà una valutazione dettagliata basata sui dati e sull’esperienza acquisita nelle normali operazioni con due piloti”.
Risparmi per le compagnie, ma rischi non trascurabili
Di fatto è complesso stabilire quali funzioni oggi manuali (regolazione della potenza, retrazione ed estensione del carrello, configurazione degli aeromobili, eccetera), possano essere condotte da una sola persona, così come è necessario creare sistemi che, senza porre limitazioni e condizioni potenzialmente pericolose per il volo, prevengano errori e dimenticanze da parte del solo pilota presente in cabina.
Certamente l’idea di poter ridurre il numero dei piloti solletica le compagnie che vedono possibilità di risparmio, tuttavia è già certo che ad aumentare sarà il numero e il costo della gestione dei sistemi di bordo, destinati a dover essere governati sempre più spesso da un operatore di sistema piuttosto che da un pilota.
Essere umano che in quanto tale può sbagliare, come dimostrano le statistiche sugli incidenti, ma che può anche risolvere problemi complessi inventando soluzioni utilizzando l’esperienza. Tradurre in algoritmi tali facoltà non è molto complesso, tanto che uno dei più recenti mantra sull’aviazione, nato dopo il miracolo dell’Hudson (l’ammaraggio nel fiume Hudson del volo US Airways 1549 avvenuto il 15 gennaio 2009, tutte salve le 155 persone a bordo), recita: “tutti vorrebbero essere portati in volo da un pilota allenato, capace e ligio alle procedure, ma tutti vorrebbero anche un comandante come Sullenberger nel momento dell’emergenza.”
Alludendo al fatto che “Sully” quel giorno si inventò la soluzione dell’emergenza causata dalla perdita di entrambi i motori dell’Airbus A320 decidendo di non rientrare verso gli aeroporti dell’area di New York, come invece le procedure suggerivano. Dimostrando che se l’avesse fatto, sarebbe stata una tragedia.