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Brazzale rivoluziona la stagionatura: «I robot ci aiutano ma l’uomo di più»

Inaugurato il primo sito meccanizzato: «Le macchine spazzolano e girano le forme. Ai nostri addetti più libertà e lavori qualificati».

«Alla fine el formaio dev’esser bon». Il successo di Brazzale – la più antica azienda familiare italiana del settore lattiero caseario con sette insediamenti produttivi in tutto il mondo e un fatturato che nel 2020 ha toccato i 211 milioni di euro – sta tutto in questa semplice affermazione pronunciata, rigorosamente in vicentino, da Roberto Brazzale, presidente del gruppo che porta lo stesso cognome dal 1784 e da otto generazioni, a margine dell’inaugurazione del nuovo magazzino Sant’Agata. Si tratta del più grande d’Europa, ed è stato costruito a Cogollo del Cengio, in provincia di Vicenza, ai piedi dell’Altopiano di Asiago. «Se il formaggio è buono noi riusciamo a fare prodotti buoni». E per aumentare l’efficienza e ottenere una stagionatura ancora migliore, l’imprenditore vicentino ha messo a punto una vera e propria rivoluzione per quanto riguarda l’industria casearia: un magazzino robotizzato in grado di esaltare, appunto, la stagionatura del formaggio Gran Moravia.

Lo stabilimento, edificato su un terreno recuperato dal fallimento di un’azienda meccanica, è completamente autosufficiente dal punto di vista energetico grazie all’installazione di pannelli fotovoltaici che coprono l’intero magazzino e contiene nei suoi 8.000 metri quadri una capacità di 250.000 forme di formaggio.

Quello portato avanti dalla famiglia Brazzale è un cambio di mentalità con la volontà di far prevalere la visione rispetto alla conservazione e l’obiettivo di vincere lo scetticismo. Uno scetticismo che in qualcuno è nato spontaneo, così come il dubbio su cosa possa significare questa rivoluzione in termini di occupazione. Abbiamo chiesto all’avvocato Brazzale se esiste il rischio che si possano disperdere posti di lavoro in luogo delle braccia automatizzate che spostano e girano le forme di formaggio da un settore all’altro del magazzino. «Il robot è solo l’attrezzo che noi usiamo con la nostra intelligenza. Ci toglie delle occupazioni dove per noi c’è fatica, rischio o condizioni sgradevoli. Nel giro di 20 anni siamo cresciuti da 100 a 400 dipendenti e svolgono tutte funzioni gratificanti, complesse e remunerate. La strada è meccanizzare tutto ciò che si può meccanizzare e dedicarsi alle cose che richiedono intelligenza, sensibilità e creatività e quindi inserire in azienda profili che abbiano queste capacità». Ed effettivamente la manodopera all’interno dello stabilimento è ben visibile nel personale che gestisce un software di altissima precisione, tre addetti qualificati per ogni turno di lavoro e gli specialisti che una volta concluso l’iter robotizzato eseguono il lavoro di battitura delle forme. «Anche questo è un grande passo in avanti per noi», spiega Brazzale , «la rivoltatura e la spazzolatura sono lavori altamente ripetitivi nei quali il contributo dell’uomo è solo fisico».

Con questo metodo il vantaggio è doppio: da una parte si recuperano gli spazi che c’erano tra una fila e l’altra e che costituivano il 50% dello spazio dell’intero magazzino, riuscendo così ad avere una migliore stabilizzazione della temperatura e il controllo dell’umidità; dall’altra parte, grazie all’utilizzo di navette e robot a cui sono affidate le operazioni di carico e scarico, spazzolatura e rivoltatura delle forme, si ottiene una stagionatura ottimale.

Un altro concetto molto importante nella mentalità del gruppo Brazzale, che ne ha determinato il successo negli anni, è la libertà di movimento: «Il nostro è un prodotto libero e decidiamo noi come farlo», ci dice l’avvocato durante la visita al Sant’Agata, «io faccio le cose dove riesco meglio, non dove batte una bandiera e nemmeno dove mi danno qualcosa per farle». Il presidente dell’azienda casearia prosegue: «In Italia manca la terra per produrre a causa dell’elevata organizzazione. Per questo, e anche perché in Repubblica Ceca abbiamo trovato il clima migliore per far pascolare le mucche, abbiamo deciso di produrre il nostro latte in Moravia e di far stagionare il nostro formaggio in Veneto, perché crediamo che qui ci siano le condizioni climatiche per esaltare la stagionatura che ha bisogno di pace e tranquillità. Un magazzino dove si stagiona il formaggio è come una bottiglia di spumante: basta aprire una finestra per uccidere il formaggio».

Durante tutto il periodo di costruzione dello stabilimento allo sbocco della Valdastico, sono state utilizzate per completare l’opera ben 1.193.710 viti. Un numero che, più che raccontare la grandezza del magazzino, dimostra con quanta dedizione e cura del minimo dettaglio Brazzale si dedica alla crescita della sua impresa. Chi lavora con lui ci ha raccontato di un imprenditore sempre molto attento al benessere dei propri dipendenti: «Se stanno bene i miei dipendenti, tutta l’azienda gira bene» afferma Brazzale in uno dei suoi passaggi durante la conferenza. Basta pensare al baby bonus istituito nel 2017 e pensato per tutti i dipendenti, sia uomini che donne: un’intera mensilità in più a chi aspetta un bambino.

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