È durato un’ora e un minuto l’intervento di Giorgia Meloni ad Atreju, la manifestazione che ha chiuso ieri i battenti a Roma con numeri record: 105.000 presenze, 144 ore di dibattiti fra le sale e la radio, con 743 interventi, mille volontari e 1.400 giornalisti accreditati da tutto il mondo. Il discorso del premier e leader di Fratelli d’Italia (ma a Castel Sant’Angelo non c’era neanche un simbolo del partito) è stato puntellato da attacchi ironici e sferzanti al centrosinistra e in particolare a Elly Schlein ringraziata perché «con il suo morettiano “mi si nota di più se vengo o se non vengo?” ha comunque fatto parlare di noi. Ma chi scappa dimostra di non avere contenuti».
La stoccata al “campo largo” e all’assenza della segretaria Pd
E ricordando gli esponenti dell’opposizione intervenuti, da Conte a Renzi, da Calenda a Magi, Bonelli e Marattin, ha rincarato la dose: «La cosa divertente è che il presunto campo largo lo abbiamo riunito noi ad Atreju e quella che dovrebbe federarli non si è presentata, contenti loro».
Abu Mazen, Israele e l’attacco alla sinistra
Meloni ha poi lanciato un altro attacco all’opposizione a proposito di Abu Mazen, presidente della Palestina: «La sua bella presenza qui ad Atreju fa giustizia delle accuse vergognose di complicità in genocidio che una sinistra imbarazzante ci ha rivolto per mesi».
Ironia, sondaggi e “macumbe”
E ancora contro la sinistra: «La buona notizia è che ogni volta che loro parlano male di qualcosa va benissimo. Cioè parlano male di Atreju ed è l’edizione migliore di sempre, parlano male del governo, il governo sale nei sondaggi, hanno tentato di boicottare una casa editrice, è diventata famosissima. Cioè si portano da soli una sfiga che manco quando capita la carta della Pagoda al Mercante in fiera, visto che siamo in clima natalizio. E allora grazie a tutti quelli che hanno fatto le macumbe».
La cucina italiana e il premio Unesco
L’altra stilettata ironica a proposito del premio dell’Unesco che riconosce la cucina italiana come bene immateriale dell’umanità: «A sinistra non è andato bene manco questo. Loro non sono riusciti a gioire per un riconoscimento che non è al governo ma alle nostre mamme e nonne, alle nostre filiere, alla nostra tradizione, alla nostra identità. Hanno rosicato così tanto che è una settimana che mangiano tutti dal kebabbaro. Veramente roba da matti».
“Questa destra non è un incidente della storia”
Ricordando l’unità della coalizione, Meloni ha sottolineato che questa destra «non è un incidente della storia» rivendicando le iniziative adottate in tre anni di esecutivo. Il premier ha poi toccato i temi di attualità e a proposito dell’equità fiscale rivendicata dall’opposizione ha scandito: «Non accettiamo lezioni da chi fa il comunista con il ceto medio e il turbo capitalista a favore dei potenti. Oggi il Pd si indigna perché gli Elkann vogliono vendere il gruppo Gedi e non ci sarebbero garanzie per i lavoratori però quando chiudevano gli stabilimenti di Stellantis ed erano gli operai a perdere il posto di lavoro, tutti muti. Anche Landini sul tema fischiettava».
I temi caldi: immigrazione, giustizia, Ucraina e Ue
Non sono mancati i riferimenti ai temi caldi del centrodestra: immigrazione, riforma della giustizia, guerra in Ucraina ed Ue con il disimpegno di Trump e il Green Deal.
Tajani e Salvini sul palco: unità e stabilità
Sul palco anche i due vicepremier. «La mia non vuole essere solo una presenza formale, ma una presenza per riconfermare un impegno che tutti noi abbiamo preso nel 1994» ha detto il leader di Forza Italia Antonio Tajani. «Ma gli accordi di alleanze fatte soprattutto di lealtà e impegno, devono essere rinnovati ogni giorno. La ragione di esistere di questa coalizione è fare l’interesse di ciascuno dei 60 milioni di cittadini italiani. E lo possiamo fare garantendo, grazie all’unità di questa coalizione, stabilità politica a questo Paese». Per il leader leghista Matteo Salvini “c’è innanzitutto l’orgoglio di esserci dopo tanti anni. Ci provano in tutti i modi a far litigare me e Giorgia. Ma amici giornalisti, mettetevi l’anima in pace: non ci riuscirete mai». Poi il ministro dei Trasporti ha assicurato che farà «di tutto» per avviare i lavori per il Ponte sullo Stretto, ha rilanciato sull’innalzamento del tetto del contante e sull’impegno anti maranza e infine ricordato come il governo stia facendo un buon lavoro nella tassazione delle banche.
