
“Non c’è fango che tenga” dice la maglietta del giovane volontario al lavoro a Genova – 11 ottobre 2014

Il presidente della Cei e arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco sui luoghi dell’alluvione che ha colpito il capoluogo ligure

Volontari al lavoro per liberare le strade dal fango dopo l’alluvione, nella zona di Borgo Incrociati, Genova, 11 ottobre 2014

Secchi, ramazze, stivaloni in plastica e tanta forza nei giovani volontari di Genova

Volontari al lavoro a Genova, 11 ottobre 2014

Al lavoro i giovani di Genova

Volontari al lavoro a Genova – 11 ottobre 2011

Lavori di sgombero dalle macerie a Genova, 11 ottobre 2014

Volontari della protezione civile a Genova, 11 ottobre 2014

I lavori di sgombero delle macerie a Genova dell’11 ottobre





Ruspe al lavoro per rimuovere il fango dalle strade dopo l’alluvione.

Cittadini e volontari lavorano per sgomberare le macerie sulle strade accumulatesi a causa dell’alluvione a Montoggio, nell’entroterra genovese, 11 ottobre 2014.

Cittadini e volontari lavorano per sgomberare le macerie sulle strade accumulatesi a causa dell’alluvione a Montoggio, nell’entroterra genovese, 11 ottobre 2014.

Cittadini e volontari lavorano per sgomberare le macerie sulle strade accumulatesi a causa dell’alluvione a Montoggio, nell’entroterra genovese, 11 ottobre 2014

Un volontario della Protezione civile a Genova
Raffaella Paita è stata assolta. L’ex assessore regionale alla Protezione civile della Liguria, era accusata di omicidio colposo e disastro colposo per l’alluvione di Genova del 9 ottobre 2014.
L’esondazione causò una vittima e molti danni a cittadini e attività commerciali.
Paita, attuale capogruppo Pd in Regione era a processo per la mancata diramazione dell’allerta.
È stata assolta per non aver commesso il fatto dal gup durante il processo con rito abbreviato.
L’accusa aveva chiesto la condanna a due anni e otto mesi.
Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Gabriella Dotto, Paita e Minervini avevano ignorato i bollettini meteo dell’Arpal, che già dal giorno prima dell’alluvione parlavano di situazione critica, e di avere sottovalutato le numerose segnalazioni dei vigili del fuoco e delle forze dell’ordine delle esondazioni di alcuni rii nel corso della giornata del 9 ottobre.
Per il pm, inoltre, Paita e Minervini erano consapevoli di una complessiva situazione di criticità e di compromissione del territorio.
Ma, nonostante tutti questi segnali, per il magistrato non diramarono l’allerta meteo così, di fatto, ritardarono la macchina dei soccorsi e della gestione dell’emergenza.
Paita si era sempre difesa dicendo che non spettava a lei, come politico, ma ai tecnici dichiarare lo stato di allerta.
