
Bruno Francescon, presidente Francescon O.P.

Andrea Miccio, responsabile di imprenditorialità dell’area incentivi e innovazione di Invitalia

Fernando Napolitano, presidente e ceo IB&II

Giuseppe Ravasi, manager of cloud ecosystem development, IBM Italia
Innovare nella tradizione si può. Anche a Mantova. Che “ridisegna il suo futuro” nel dibattito di Panorama d’Italia dedicato alle nuove aziende. Una platea di giovani e giovanissimi ascolta con attenzione le storie di successo di chi la tecnologia la mastica ogni giorno facendo impresa.
Tra tradizione e innovazione Mantova ridisegna il suo futuro
Agricoltura e globalizzazione
Un percorso, guidato da Sergio Luciano giornalista di Panorama, che parte da lontano, da un settore che più tradizionale di così non si può: l’agroalimentare. “È un mestiere antico, quello di chi lavora nell’agricoltura – sottolinea Bruno Francescon, presidente Francescon O.P. – ma oggi è diventato un comparto dove l’innovazione è di casa: i trattori sono automatizzati e si utilizzano in maniera calmierata i prodotti chimici per rispettare l’ambiente”. Francescon O.P. produce meloni: “da due anni ci siamo spinti fuori dai confini della provincia mantovana per fare business. Produciamo meloni in Senegal e in Sicilia, il calendario produttivo così si allunga e si creano posti di lavoro anche in Africa oltre che in Italia”.
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Competenze digitali
La globalizzazione, dunque, non è tutta da demonizzare. Ne è convinto Fernando Napolitano, presidente e ceo IB&II, che rivolgendosi ai ragazzi in platea li invita a riflettere sul loro futuro professionale: “nella vostra carriera – dice – dovete tenere presente che stiamo andando sempre più verso un mondo fatto di competenze specifiche. Vivendo e lavorando negli Stati Uniti mi rendo conto ancora di più che il nostro paese ne ha drammaticamente bisogno”.
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Giuseppe Ravasi, manager of cloud ecosystem development di IBM Italia, si dice d’accordo e sottolinea la necessità, in particolare, delle competenze digitali perché “i dati si raccolgono, ma poi vanno analizzati. Oggi a questo procedimento si aggiunge una componente cognitiva che consente di agevolare l’interpretazione”.
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Mantova e le nuove aziende
Ma Ravasi mette in luce anche la scarsa attività del mantovano sul fronte delle start-up: 0,25 ogni 10 mila abitanti contro una media nazionale di 0,58. C’è ancora molto da fare considerando che “nei prossimi 5 anni si prevedono 800mila nuovi posti di lavoro in Europa nel campo dei dati. E pensate che in Italia sono 730 mila i giovani, tra i 15 e i 24 anni, in cerca di occupazione, mentre sono 450 mila i posti vacanti nel campo dell’innovazione digitale. È un settore che crea occupazione”.
I finanziamenti mirati
Oggi, ammettono tutti i relatori, il posto non lo devi più cercare, lo devi creare. Per farlo servono finanziamenti come quelli che eroga anche Invitalia: “Uno dei mandati che abbiamo è sostenere la nuova imprenditorialità – sottolinea Andrea Miccio, responsabile di imprenditorialità dell’area incentivi e innovazione di Invitalia – In particolare, sosteniamo start up ad alto contenuto tecnologico. Negli ultimi due anni abbiamo finanziato 70 nuove imprese”.
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L’importanza della formazione
Ma alla base di tutto è indispensabile la formazione. Ne sa qualcosa Danilo Iervolino, fondatore e presidente dell’Università Telematica Pegaso: “il ruolo delle start-up e quello di Internet si uniscono oggi in un modo virtuoso in un mondo virtuoso, e di opportunità. Ai giovani dico: non abbiate paura di sbagliare, abbiate invece il coraggio di osare”.
E c’è chi l’ha fatto come i quattro ragazzi fondatori di Goordmorning paper, start up mantovana che ha rivoluzionato il settore delle stoviglie ecocompatibili, vincitrice del concorso “90 secondi per spiccare il volo” indetto da Panorama d’Italia. O come chi ha unito innovazione e creatività ed è intervenuto al dibattito di Panorama d’Italia per raccontare la sua storia.
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Start up di successo
Terre Basse è una start up dedicata al mondo agricolo, anzi bio. Un gruppo di lavoro che coniuga tradizione e innovazione puntando sulla canapa per le sue eccezionali qualità nutrizionali e il basso impatto ambientale che la rendono un prodotto ottimo e benefico per l’uomo e per la natura circostante. “È una pianta antichissima – sottolinea Michele Rizzini, titolare dell’azienda – ha 12 mila anni. Abbiamo messo insieme un network di aziende aggregando competenze manageriali gastronomiche e dell’agroalimentare per realizzare prodotti di altissima qualità”.
Brifway arriva invece sul mercato per mettere in contatto chi ha bisogno di spedire beni e prodotti di ogni genere: “Tutti i giorni – dice Erika Kuma la titolare della startup – ci sono milioni di persone che devono viaggiare. Una nuova applicazione permette di spedire beni e servizi attraverso le persone in viaggio. L’app è già pronta e saremo operativi tra una settimana. L’obiettivo è rivoluzionare il mercato delle spedizioni con risparmio di tempo, soldi ed energia”.
Infine c’è SeSe Biodiesel – Energia dalle alghe che ha un obiettivo: mettere a punto un metodo di produzione di biocombustibili in alternativa ai combustibili fossili cercando, nello stesso tempo, di diminuire le emissioni gas serra. Tra le molteplici soluzioni i tre giovani imprenditori hanno individuato nelle microalghe la biomassa di seconda generazione più vantaggiosa in termini di tempo, crescita, spazio occupato e produzione di olio per biodiesel: “stiamo facendo delle prove di affabilità – spiegano Luca Valente e Alessandro Algeri – ci stiamo lavorando da un anno e stiamo avendo molte soddisfazioni”.