zanzare
(Ansa)
Salute

Ci libereremo delle zanzare fastidiose con zanzare modificate

In futuro le zanzare potrebbero non darci tutti questi fastidi. Dopo circa una decade di ricerche e lotte per ottenere le approvazioni legali necessarie, una compagnia biotech inglese denominata Oxitec ha finalmente liberato all’aria aperta, nella zona dell’arcipelago della Florida Keys, 15 miglia a sud di Miami (Usa), zanzare geneticamente modificate. Obiettivo: abbattere drasticamente la popolazione locale di questi fastidiosi insetti.

L’idea dei ricercatori dell’Oxitec è stata quella di modificare geneticamente i maschi della specie di zanzare Aedes aegypti inserendo un particolare gene che, ereditato dalla prole di sesso femminile, ne impedisce lo sviluppo dopo le prime fasi dello stato larvale. Infatti, i maschi bioingegnerizzati, una volta liberati nell’ambiente, si sono accoppiati con le zanzare presenti nella zona e le femmine che ne sono nate sono morte ben prima di aver raggiunto uno stadio nel quale potevano pungere l’uomo.

D’altra parte, i maschi nati da quegli stessi incroci sono stati in grado di sopravvivere e trasmettere lo stesso gene alle generazioni successive producendo altre femmine incapaci di raggiungere la maturità. Questi stessi maschi non ponevano invece alcun rischio di punture dal momento che, com’è noto, sono solo le femmine delle zanzare a pungere. Queste ultime hanno infatti bisogno delle proteine del nostro sangue per far sviluppare le uova ma non per il nutrimento vero e proprio (come si ritiene erronamente) che è a base di nettare e liquidi.

Il numero di zanzare bioingegnerizzate si è aggirato dapprima intorno alle 140 mila, in una seconda fase dell’esperimento ha raggiunto i circa 20 milioni con un abbattimento della popolazione locale della zanzara Aedes aegypti di circa il 95 per cento in 13 settimane. Un’indagine su più di 20mila uova delle zanzare che si erano incrociate con i maschi geneticamente modificati confermava che le femmine morivano prima di diventare adulte.

Un simile risultato è di grande rilevanza per il futuro dell’umanità. L’Oms stima che siano circa un milione le persone che ogni anno nel mondo muoiono a causa di agenti patogeni trasmessi dalla puntura di una zanzara, dalla febbre dengue a quella gialla, dallo Zika virus alla Chikungunya. Il fatto che il riscaldamento globale stia espandendo le aree in cui sia le zanzare prolificano rende ancora più necessario trovare rimedi per abbattere le loro popolazioni.

La bioingegnerizzazione delle zanzare è una valida alternativa agli insetticidi, dannosi per l’ambiente, in particolare per le popolazione delle api, drasticamente in declino, e per tutti gli animali che si nutrono di insetti. Il problema degli insetticidi è che inducono per selezione naturale una evoluzione di specie resistenti.

Gli esperimenti con le zanzare bioingegnerizzate devono tuttavia guadagnarsi ancora l’approvazione di enti regolatori come la Food and Drug Administration negli Stati Uniti. A complicare il cammino di queste ricerche è l’opposizione di parte della popolazione agli organismi geneticamente modificati, preoccupata di possibili effetti imprevisti sulla salute e l’ecologia, tanto che la Oxitec ha impiegato anni per ottenere il permesso degli esperimenti in Florida.

Se ci concentriamo non tanto sul sollievo che avrebbe per noi tutti liberarci del fastidio delle zanzare in estate ma sulla lotta alle malattie possiamo comprendere come i potenziali benefici delle biotecnologie siano di gran lunga superiori ai rischi. Vi sono studi in corso sulle zanzare geneticamente modificate per combattere la malaria in diverse parti del mondo e anche in Italia, per esempio all’Istituto di microbiologia dell’università di Padova e al Polo d’innovazione di Genomica, Genetica e Biologia di Terni. Quello che emerge da questi studi è che, per rapidità, efficacia e costi, il loro utilizzo avrebbe effetti di gran lunga superiori a qualunque strategia oggi disponibile. Quindi la bioingegnerizzazione delle zanzare permetterebbe di salvare migliaia e migliaia di vite umane liberando risorse da destinare ad altre emergenze sociali e sanitarie.

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