Perché Yahoo! ha comprato Tumblr

Con un post di qualche minuto fa, Marissa Mayer, amministratore delegato di Yahoo!, ha confermato l’acquisizione di Tumblr, la nota piattaforma per pubblicare contenuti in piccoli blog personali.

La notizia era in realtà nell'aria già da diversi giorni tant'è che ieri il New York Times aveva pubblicato online un articolo dal titolo “Yahoo! Social Media Play ” per indicare la nuova scommessa 2.0 del gigante statunitense. In realtà la storia di Yahoo! è già costellata di un’acquisizione simile a quella di oggi. Nel 1999 l’azienda aveva pagato la cifra di 4,6 miliardi di dollari per accaparrarsi Geocities, la piattaforma di publishing più in voga allora. Quando Yahoo! si accorse che le cose non sarebbero andate come voleva (gli utenti virarono pesantemente verso altre piattaforme concorrenti per pubblicare i propri contenuti) decise di farla finita nel 2009, chiudendo così la propria avventura nel settore. Quello che in molti si chiedono è: la storia si ripeterà con Tumblr?

Ci sono alcune analogie tra le due vicende, seppur distanti 14 anni. Gli utenti di entrambe aprono il proprio spazio gratuitamente, un sacco di siti contengono violazioni di copyright e il tipo di utenza è demograficamente diversa ed eterogenea. Yahoo! si sta concentrando molto su quello che le persone fanno ogni giorno, con la speranza di poter diventare il diario digitale personale di molti. “Promettiamo di non rovinare tutto– ha scritto Mayer sul blog personale su Tumblr – tutti rimarranno al proprio posto nell'azienda  la missione è quella di potenziare l’integrazione e fare un lavoro migliore per quello che meritano. Yahoo! aiuterà Tumblr a diventare più grande e più veloce”. 

Ma quali sono le vere ragioni di questa operazione?  

Yahoo! ha ben poco di giovane oggi. È il motore di ricerca più vecchio che ci sia, attualmente in circolazione,  e il risultato è un utente medio ben lontano da quello che aprirebbe un blog su Tumblr. La differenza etica e ideologica è talmente ampia che gli stessi utenti del servizio di blogging hanno storto il naso alla notizia dell’acquisizione. “Mi viene da piangere, non voglio che Yahoo! prenda Tumblr” – commenta uno. Per molti Yahoo non si limita ad essere una forza esterna di minaccia alla libertà di espressione del social-blog ma comporta anche una connotazione di “ufficialità” e “noia” che prima erano estranee per la caratteristica indipendente della piattaforma. In parole povere: gli utenti hanno di paura di non poter più pubblicare quello che vogliono su Tumblr a causa del grosso nome al quale ora è accostato il servizio.

In realtà, la poca conoscenza che molti giovani hanno di Yahoo!, può essere un vantaggio per l’azienda. Partendo da una tabula rasa di elementi, il network può costruirsi una nuova identità, puntando forte sulla creazione di blog. Come fa notare la stessa Mayer, l’enorme popolarità di Tumblr potrebbe aiutare Yahoo! a crescere esponenzialmente. “La combinazione Tumblr + Yahoo! potrebbe far crescere l’audience del 50% o forse di più e portare oltre un miliardo di visitatori mensili” – spiega. Insomma l’azienda vuole una forte spinta verso l’alto che spera possa arrivare dai blogger di tutto il mondo.  Una cosa è chiara: gli iscritti a Tumblr, d’ora in poi, faranno notare al mondo ogni singolo cambiamento apportato alla piattaforma da Yahoo!, un po’ come fanno gli utenti di Instagram con Facebook. La differenza è che gli iscritti a Instagram sanno cos'è Facebook e come potrebbe diventare il servizio di photo-sharing con il tempo; quelli di Tumblr invece non possono decifrare le intenzioni di Yahoo! perché è esso stesso in continua trasformazione.  E forse, a dire il vero, nemmeno Marissa Mayer sa cosa ne sarà del domani. 

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