Win, la sanità wireless che fa risparmiare

Prendi un pugno di manager meno che trentenni, amici d’infanzia, poi compagni di liceo e università. Aggiungi un’idea vincente, in grado di migliorare la qualità di vita di molti (nello specifico i pazienti di ospedali e cliniche) e migliorare le economie di scala di altri (le stesse strutture sanitarie). Aggiungi un humus ideale come Pisa, con una lunga tradizione di eccellenze nel settore biomedicale, e due mentori iniziali come Italian Angels for Growth e Toscana Innovazione, e il gioco è fatto.

È nata così Win, che dal 2009 sviluppa tecnologie wireless in grado di misurare la temperatura corporea, la saturazione di ossigeno nel sangue, la frequenza cardiaca e la caduta fisica. Allo strumento è, tra l’altro, possibile aggiungere altri parametri utilizzando lo stesso blocco base. L’azienda, che ha un fatturato di un milione ma prevede di raggiungere i 20 nel 2019 grazie a un business plan orientato sui mercati esteri, ha brevettato il dispositivo, grande quanto uno smartphone e totalmente made in Italy, per poi proporlo corredato da una tabella che mostra come il monitoraggio a distanza di un degente possa far risparmiare dai 400 ai 1.200 euro per ogni posto letto.

«Una delle ragioni che rende gli apparecchi wireless molto interessanti è che consentono un notevole risparmio di costi per le strutture sanitarie» spiega l’amministratore delegato Donato Mazzeo «Infatti, quando i pazienti si avviano sulla strada della guarigione, possono essere dimessi dagli ospedali, pur continuando a essere monitorati a distanza come se si trovassero ancora all’interno della struttura». Senza contare i minoti costi legali, visto che il controllo costante dei parametri consente di sfuggire ad accuse di negligenza o cure tardive. «Siamo riusciti da tempo a far certificare a livello europeo il nostro dispositivo» conclude Mazzeo «e abbiamo già alcuni clienti all’estero, dalla Turchia alla Slovenia. Ora, visti i risultati lusinghieri e le nostre ambizioni, puntiamo ai mercati europei più ricchi e stiamo lavorando per rendere l’apparecchio compatibile anche con gli standard americani».

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