William Shakespeare era più sadico di George R.R. Martin

Riflettendo sulla grande quantità di violenti decessi presenti nella saga de Il trono di spadeè facile considerare George R.R. Martin come uno dei più crudeli autori della storia. Ma se andiamo a osservare l’opera omnia di un ben più illustre suo collega, William Shakespeare, ecco che la posizione di Martin subisce un notevole ridimensionamento.

Come fa notare Alice Vincent sul Telegraph, l’intero corpo di testi realizzati dal Bardo batte di gran lunga l’opera di Martin in termini di brutalità, con un totale di 74 morti in 37 scritti rispetto ai 61 cadaveri sparsi negli attuali cinque libri de Il trono di spade.

Per quanto macabro possa sembrare, esiste un interessante grafico esplicativo realizzato dalla stessa Vincent sul sito Highcharts (su cui è possibile trovarne una versione interattiva), che restituisce in modo chiaro una statistica del numero e delle varie tipologie di decessi che Shakespeare ha voluto inserire nelle sue opere.

Highcharts

L’idea trae ispirazione da una recente piece teatrale messa in scena dalla compagnia inglese Spymonkey, intitolata The Complete Deaths, e composta appunto da tutti i decessi concepiti dallo scrittore inglese quattro secoli fa.

Tra questi è da notare la particolare predilezione shakespeariana per le pugnalate, con 30 casi di accoltellamento su 74 morti. Seguono poi 5 decapitazioni, 4 vittime di avvelenamento e addirittura due cucinati vivi.

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