Le vittime delle Foibe e del massacro di Porzus

Cadono in questi giorni due ricorrenze drammatiche, collegate fra loro non soltanto dai settant’anni trascorsi: il Giorno del Ricordo per le Vittime delle Foibe, istituito nel 2004 dal Governo Berlusconi, e l’anniversario del massacro di Porzus, nel quale i partigiani cattolici, monarchici, liberali della Brigata Osoppo furono massacrati da altri partigiani, comunisti, agli ordini del PCI e – per decisione di Togliatti - dell’esercito di Tito. Due tragedie, sul finire della grande tragedia della guerra e alla vigilia di una liberazione che, per gli abitanti di Trieste e dell’Istria venne solo molto più tardi, oppure non venne mai.

Le Foibe: il ricordo in immagini

ANSA /Archivio

Un' immagine d' archivio dell' ingresso di una foiba scoperta in Friuli nel dopoguerra


Le Foibe: il ricordo in immagini

Alpini del Rgt. Volontari del Friuli "Tagliamento". Una delle forze dell'RSI che parteciparono alla ripresa dei territori persi dopo l'8 settembre 1943.

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Ansa
L'imbocco di una foiba. Fenomeno geologico tipico del Carso. Profonde anche oltre 100 metri furono la tomba di migliaia di vittime dell'odio.

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Ansa
Il drammatico momento del recupero delle vittime di una foiba dopo la fine della guerra.

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Ansa

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Il partigiano Guido Pasolini, fratello di Pier Paolo. Scomparso a Porzus nel 1945 per una resa di conti tra partigiani. Molti degli infoibati del 1945 non erano direttamente legati con le precedenti forze d'occupazione.

Le Foibe: il ricordo in immagini

Bundesarchiv
Soldati delle Waffen-SS divisione Panzer "Prinz-Eugen" durante l'operazione Litorale Adriatico (OZAK)

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Olycom
Un autobus alla stazione di Montesanto di Gorizia, si divincola tra due confini provvisori. Gorizia fu una delle città più colpite dagli eccidi delle foibe.

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Le Foibe: il ricordo in immagini

ANSA /Davide Muscillo

Il monumento in ricordo delle vittime delle foibe situato all'altezza della metro Laurentina  a Roma imbrattato da ignoti proprio oggi, in occasione della Giornata del Ricordo delle Foibe, 10 febbraio 2014


Le Foibe: il ricordo in immagini

Web

Trieste, Foibe


Le Foibe: il ricordo in immagini

ANSA

Trieste, Foibe. Cadaveri allineati. Documentazione fornita dall' Istituto per la storia movimento liberazione in Friuli Venezia Giulia


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ANSA

Trieste, Foibe. Cadaveri allineati. Documentazione fornita dall' Istituto per la storia movimento liberazione in Friuli Venezia Giulia


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MONTENERO-ARCHIVIO / ANSA / PAL

L'ingresso di una delle cosiddette " foibe carsiche " dove i partigiani di Tito hanno gettato centinaia di italiani tra il 1943 e il 1947


Tragedie negate anche di fronte all’evidenza storica, da una parte della sinistra italiana. Sono state la parte mancante della memoria condivisa del nostro paese.

Le diverse Resistenze

La vulgata storiografica diffusa dalla sinistra, e supinamente accettata per decenni da tutti, racconta che la Resistenza è stata un fenomeno unitario e omogeneo, e che nell’ambito della guerra partigiana hanno avuto un ruolo attivo quasi esclusivamente le brigate legate al PCI (e al PSI, allora alleati). Questa narrazione vorrebbe conferire alla sinistra i titoli per rivendicare una “superiorità morale”, delle credenziali democratiche ineccepibili, la titolarità dei valori fondativi della nuova costituzione.

Naturalmente questa lettura della storia italiana dimentica alcuni fatti importanti. Cancella per esempio l’impegno valoroso e generoso dell’Esercito Italiano “del sud”, ricostituito dopo la vergogna dell’8 settembre, che combattè con valore a fianco degli alleati, nonostante le difficilissime condizioni materiali e morali. Dimentica soprattutto che i partigiani non erano affatto una realtà omogenea: vi erano i monarchici, i militari rimasti al Nord, che si consideravano ancora legati al giuramento di fedeltà al Re e quindi al Governo Badoglio (non tutti l’8 settembre pensarono solo a fuggire); vi erano i liberali, i cattolici, gli azionisti, che sognavano di creare uno stato democratico di tipo occidentale; vi erano i comunisti (che erano una minoranza significativa e organizzata, ma comunque una minoranza) che miravano a sostituire la dittatura fascista con un’altra dittatura agli ordini di Mosca. Ognuno fece la sua parte con coraggio, ma per affermare valori e obbiettivi differenti. Le drammatiche vicende del confine orientale stanno a dimostrarlo.

L'annessione di Trieste e dell'Istria

L’annessione di Trieste e dell’Istria alla Jugoslavia di Tito era favorita da Togliatti e dal PCI, su ordine di Stalin, per un evidente e dichiarato motivo ideologico, e cioè per portare le popolazioni di quelle terre, italiani e sloveni, a vivere in un sistema comunista. Gli elementi ostili a questo progetto, nella più cinica logica comunista, andavano eliminati: se ne occuparono direttamente i comunisti italiani, come nel caso dei Partigiani della Osoppo, oppure lo lasciarono fare agli Jugoslavi, senza battere ciglio, ed anzi esaltando il legame fraterno fra i due partiti.
Ovviamente queste pagine andavano cancellate dall’album di famiglia della storia del PCI, esaltata invece come democratica, patriottica, collaborativa. Rimarrà una responsabilità storica della politica e della cultura italiana, anche quella non comunista, averlo permesso per decenni.

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