Il campo di un presidente? Il suo territorio

Sono trascorsi quasi sette anni dal giorno in cui ho varcato per la prima volta la soglia del mio ufficio di presidente, e ancora non riesco ad abituarmi alle emozioni e agli stimoli che questa Società e la città di Lanciano riescono a darmi.
Il brivido è sempre lo stesso, anzi, ancora più intenso. Perché quando sei il presidente di una squadra di calcio, la tua partita non finisce al novantesimo e il tuo Campionato non termina a maggio. Quando sei il presidente di una squadra di calcio, soprattutto in una realtà come quella di Lanciano, il terreno di gioco è infinitamente più ampio del rettangolo verde. Il tuo team non è composto dagli undici in campo, ma da migliaia di individui che credono in quella maglia e che ogni domenica corrono allo stadio o fremono davanti alla televisione per sostenere i propri colori.

Il brivido è più intenso, perché più consapevole di tutto quello che questa splendida avventura è diventata in termini non solo di passioni e di emozioni, ma di cultura e valori condivisi, come patrimonio comune di una città e di un intero territorio che si identifica nei colori di quella maglia e nello spirito di partecipazione che oltre 2.000 persone (record nella storia del Club) hanno "onorato" aderendo alla campagna abbonamenti 2014-2015 (non a caso titolata “Una squadra, un territorio, un’identità”).

E’ a queste persone che un presidente deve rispondere, alla loro passione e alla loro voglia di sentirsi parte di un progetto condiviso. Un rapporto che fa sentire ancor più la responsabilità e l’impegno a non deludere le aspettative dei tifosi. Una passione unica, che merita un impegno orientato non al solo perseguimento dei risultati sportivi ma, in modo sempre più scientifico e sistematico, alle attività formative di base, in cui elementi strettamente tecnici e altri didattici e psicologici vanno di pari passo.
Da quest’anno, per esempio, abbiamo dato inizio a una politica di affiliazioni sportive su un’area molto vasta, che porterà a condividere con il territorio metodologie di addestramento, valori e conoscenze che costituiscono lo “spirito Virtus” e che rappresentano concretamente quella che amo definire una vera e propria “rivoluzione culturale”.

E’ vero: il calcio è cambiato. E’ cambiato il gioco, il sistema, l’industria e gli assetti societari. Sono cambiate le relazioni tra giocatori e club, come anche la pubblicità e i diritti televisivi legati al pallone. Ma c’è un elemento che non cambia mai: il rapporto tra una squadra e il suo territorio, lo spirito che lega profondamente una comunità di cittadini-tifosi a quella società che li rappresenta in tutta Italia.

Borges diceva: "Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per la strada, lì ricomincia la storia del calcio". La “rivoluzione culturale” di cui parlo corre proprio sulle gambe di quei bambini e ragazzi: dei nostri come di quelli di tutt'Italia. Meglio ancora se con addosso la maglia della squadra della loro città, piccola o grande che sia.

Valentina Maio, classe 1982, è nel mondo del pallone dal 2008. Tifosa e Presidente della Virtus Lanciano, ne ha sposato una delle bandiere e ci ha fatto tre figli. Per lei la Virtus è una questione di famiglia.

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