L'attore Hernan Mendoza con la sua compagna alla prima del film "La Caja", Lido di Venezia, 6 settembre 2021 (Foto: Ansa/Claudio Onorati)
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A Venezia sono tornate le star ma il cinema è per pochi

Alla Mostra del cinema di Venezia sono tornate le star di Hollywood, le ragazzine che urlano vicino al red carpet (sempre oscurato causa Covid), gli spettatori che razzolano sorridenti vicino al Palazzo del Casinò, ma… quest'anno il cinema sembra un privilegio per pochi. Dimezzati i posti in sala, in ottemperanza al distanziamento sociale, sono diversi i delusi che non riescono a entrare alle proiezioni desiderate.

Le lamentele degli accreditati a corto di film

L'anno scorso esaltavamo la certosina capacità organizzativa di Venezia 77 che, nonostante il Covid-19, si era tenuta, in presenza, in maniera perfetta. Quest'anno siamo qui a contare i malumori di accreditati che non riescono a trovare il posto in sala, costretti a saltare film tanto attesi, con il muso lungo. «Solitamente riuscivo a vedere quattro film al giorno, quest'anno ne ho visti pochissimi e solo quelli che riuscivo a prenotare perché c'erano posti liberi, non quelli che volevo vedere. Non sono riuscita a vedere Spencer o Dune», racconta una collega con accredito blu, in pratica quello riservato alla stampa periodica, che ha una priorità meno alta rispetto all'accredito rosso per la stampa quotidiana.

Nel 2020, nonostante il Coronavirus avesse travolto le nostre vite, costringendo il Festival di Cannes a fare un passo indietro, la Mostra del cinema di Venezia era stata coraggiosa e stoica, ergendosi a modello di sicurezza sanitaria come primo grande evento internazionale in presenza. In sala occupata una poltroncina sì e una no, mascherina dappertutto (anche nelle aree all'aperto dentro l'area della Mostra), termoscanner a misurare la temperatura, dispenser. E, grazie al sistema digitale Boxol, il posto alle proiezioni poteva essere prenotato online, concedendoci di arrivare in sala anche all'ultimo momento, senza dover fare code per accaparrarsi un posto.

Quest'anno le regole sono più o meno le stesse, anche se nell'aria si percepisce una spensieratezza maggiore. L'anno scorso ci sentivamo un po' tutti sulle uova, a partire dagli organizzatori probabilmente, parte di un «esperimento» globale, perfettamente riuscito, che già dopo pochi giorni ci aveva fatto sentire il Lido come rifugio sicuro.
Quest'anno in più ci sono i vaccini: per chi ha il Green pass, tutto fila liscio; chi non ce l'ha ogni 48 ore deve presentare un tampone negativo (diversi i tendoni della Croce Rossa che forniscono tamponi rapidi gratuiti; al 5 settembre ne sono stati effettuati 2000, da cui sono risultati solo 5 di falsi positivi; tra accreditati e pubblico con biglietto è del 10% la percentuale di persone che richiede tamponi rapidi).

Sul fronte prenotazioni, è rimasto attivo anche quest'anno il sistema Boxol, eppure le cose non funzionano con la stessa efficienza del 2020.
74 ore prima della proiezione desiderata, scatta la possibilità di prenotare, e lì si accende la caccia al click, con accreditati che puntano la sveglia alle 6.30 di mattina per schizzare dentro Boxol e anticipare gli altri. Una corsa all'ultimo posto e al continuo refresh, sempre con il cellulare in mano, con l'ansia che ti percorre anche quando sei in sala a vedere un film, perché sai che da lì a breve scatterà la prenotazione per un film futuro che vorresti vedere. E che non potresti trovare posto.

«Per la prima volta da quando vengo al festival di Venezia, e sono ormai dieci anni, un giorno mi è capitato di vedere solo due film, perché non ho trovato posto. Solitamente ne vedevo tutti i giorni quattro o cinque al giorno», dice un collega con accredito rosso. Nel suo caso, il problema si presenta soprattutto per i film di Orizzonti, aperti a tutti i tipi di accrediti (per i film in Concorso, invece, ci sono proiezioni riservate alla stampa e all'industria del cinema).

Accreditati e posti in sala: i numeri di Venezia 78

Studiamo allora i numeri di Venezia 78, che mostrano un graduale ritorno alla normalità in fatto di presenze. Ci sono oltre 3.000 accrediti in più rispetto all'anno scorso (e circa 3.000 in meno rispetto al 2019).

A metà Mostra (al 5 settembre, quinto giorno di mostra su 11), sono stati 9.800 gli accrediti distribuiti (erano 6.908 nel 2020 a fine Mostra, la prima in epoca Covid, e 12.800 a fine Mostra nel 2019, in tempi normali): di questi, sono 1.175 gli accrediti per la stampa italiana (869 nel 2020 e 1.823 nel 2019) e 700 per la stampa estera (444 nel 2020 e 1.013 nel 2019). 676 gli abbonamenti venduti (erano 281 nel 2020 e 1.278 nel 2019). 23.713 i biglietti venduti al pubblico (erano 13.162 nel 2020 ed erano 28.741 a fine Mostra nel 2019).

Il totale dei posti in sala nel 2021? Sono 4.128, includendo però anche il Teatro Piccolo Arsenale, il Multisala Rossini e l'IMG Cinemas Candiani, cinema ubicati a Venezia e non al Lido (che contano un totale di 569 posti), quindi scomodi per chi ruota attorno al Palazzo del Casinò al Lido. Tirando le somme, al Lido sono soltanto 3.559 i posti a disposizione.

Nel 2019, invece, i posti in sala erano 6.048, tutti contati al Lido. Questo totale, con la riduzione al 50%, avrebbe comportato la diminuzione a 3.024 posti disponibili. L'aumento delle sale ha consentito di recuperare 1.104 posti per accreditati e spettatori, anche se, come detto, non sempre sono facilmente raggiungibili.
Al Lido sono state aggiunte già dal 2020 nuove sale, l'Arena Lido all'aperto (655 posti) e il Cinema Astra (172 posti in tutto).

Le novità per la Mostra del cinema 2022

Sono comunque allo studio novità logistiche. Per la prossima Mostra del cinema sarà rifatta la Sala Perla al Casinò, sarà realizzata una nuova sala cinematografica al terzo piano del Casinò (già Sala Perla 2) e una sala conferenze stampa sempre al Casinò.

È inoltre allo studio la possibilità di realizzare una nuova struttura temporanea.

I divi ancora attesi

Intanto al Lido ci apprestiamo a salutare gli ultimi divi di un nutrito plotone, che ricorda i tempi pre-Covid e ha già portato Timothée Chalamet, Penélope Cruz, Olivia Colman, Josh Brolin, Kirsten Dunst, Isabelle Huppert, Benedict Cumberbatch, Antonio Banderas, Zendaya, Kristen Stewart, Dakota Johnson, Anya Taylor-Joy, Jessica Chastain, Oscar Isaac, Nadine Labaki, Tim Roth, Charlotte Gainsbourg, Cécile de France

Oggi ha debuttato il terzo italiano in concorso, Qui rido io di Mario Martone, sulla straordinaria storia di Eduardo Scarpetta (interpretato da Toni Servillo) e della sua famiglia allargatissima, che ha raccolto caldi applausi dalla stampa. E sono ancora attesi Vincent Lindon per Un autre monde, Ridley Scott con il suo The last duel con Matt Damon e Ben Affleck.

Il livello medio dei film in concorso visti finora è buono: manca ancora il film da folgorazione, ma non ci sono neanche proposte indecenti. L'unico film che ha ricevuto dei «buh», abbastanza inspiegabili: Vidblysk (Riflesso) dell'ucraino Valentyn Vasyanovych.
Per il toto-leone? Domani si svelerà l'attesissimo Freaks Out di Gabriele Mainetti. È ancora presto.

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