La vendita di Saras dei Moratti, addio alle grandi aziende familiari

Elkann, Della Valle e Moratti. Tre grande famiglie che rappresentano la storia industriale del nostro Paese caratterizzate dai loro passi indietro. Alla storia di Fiat, prima oggetto della fusione con l’americana Chrysler e poi inglobata dal gruppo francese Psa, in Stellantis, ormai nota, si aggiungono quella della famiglia Della Valle con Tod’s e dei Moratti con Saras che si preparano per lasciare Piazza Affari.

Per quanto riguarda i primi, Diego Della Valle ha deciso di lanciare una nuova Opa su Tod’s, dopo quella fallita nel 2022. Questa volta forte però di un accordo fatto con il fondo di private equity, L Catterton, controllato dal gruppo del lusso Lvmh, guidato da Bernard Arnault. L’offerta ha individuato un prezzo di 43 euro ad azione con un premio del 17,59%, il che porta il valore dell’operazione a 512 milioni di euro. Se L’Opa dovesse andare a buon fine i Della Valle perderebbero il 10% delle loro quote scendendo al 54%, il fondo L Catterton salirebbe al 36% e la società Delphine al 10%. Operazione che è destinata a concludersi grazie proprio all’entrata in gioco di Lvmh, variabile non presente nel 2022. Il passo indietro dei Della Valle è dunque l’uscita da Piazza Affari e la conseguente perdita di quote nella società. Aspetto positivo: per il momento i Della Valle hanno ancora la maggioranza.

I Moratti dicono invece addio al settore della raffinazione del petrolio cedendo a Vitol, società svizzera-olandese di commercio di commodity, fondata a Rotterdam, il 35% di Saras. A vendere sono la Massimo Moratti S.a.p.A. di Massimo Moratti, la Angel Capital Management S.p.A. (ACM) di Angelo Moratti, figlio di Gianmarco Moratti e Lina Sotis e S.p.A di Gabriele Moratti figlio di Gianmarco e di Letizia Moratti.

A spingere per la cessione, secondo la cronaca, sarebbero stati proprio i due figli dell’ex presidente di Saras, che non avrebbero interesse a gestire questo genere di attività, che presenta anche una certa complessità. ACM si inoltre è impegnata a vendere a Vitol eventuali azioni di Saras che la società potrebbe ricevere sulla base dell’esistente contratto, avente ad oggetto circa il 5% del capitale azionario di Saras. L’operazione avviene ad un prezzo di 1,75 euro per azione per una valore totale di 1,7 miliardi di euro. Nel caso in cui venga deliberato e poi distribuito un dividendo da parte di Saras, prima della fine dell’operazione, il prezzo per azione verrà ridotto. Dal punto di vista tecnico il governo dovrà decidere se attivare la golden power visto la particolare attività dell’azienda; mentre, per quanto riguarda l’imprenditoria siamo di fronte ad una decisione che molto spesso le realtà familiari devono prendere in considerazione, soprattutto quando gli eredi designati non hanno intenzione di proseguire l’operato del fondatore. Non è un passaggio così scontato, soprattutto in Italia, visto che molto spesso i figli vengono “costretti” a seguire le orme del padre.

Se si guarda invece alla vicenda da un punto di vista più alto, cioè a livello nazionale, non si può non considerare che questa mossa fa perdere all’Italia un’azienda strategica in un settore che non sarà mai del tutto accantonato, nonostante la trasformazione verde.TUTTE LE NEWS DI ECONOMIA

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