Vaticano duty free

Il cardinale Bagnasco è il numero uno della Cei

“Le mense della Caritas non sono in discussione”, così ha affermato Emma Bonino nel corso di una conferenza stampa per “rassicurare”, pacatamente (s’intende), il segretario del PD Pierluigi Bersani. L’iniziativa dei Radicali è volta all’abolizione dei privilegi fiscali per le attività commerciali facenti capo agli enti ecclesiastici. Non c’entra nulla, dunque, la mensa della Caritas. Rientrano a pieno titolo invece i negozietti e gli alberghi gestiti da alcune confraternite poco inclini al pauperismo e molto al profitto. Sia chiaro: non c’è nulla di abietto nel mercato. Siamo liberisti o no? Proprio per questo, però, non si comprende perché ad alcune attività commercialidebba essere concesso di competere sul mercato in modo sleale rispetto a quanti le tasse devono pagarle, e per intero.
La campagna ha riscosso un massiccio sostegno sul web, segno che i tempi sono cambiati. Nessuna diatriba del tipo “mazziniani vs clericali”. L’adesione non bada alle tessere di partito. I “sacrifici” tocca farli? E’ giusto che a farli siamo tutti, senza fastidiose distinzioni ad ecclesiam. Oltre 130mila le adesioni al gruppo Facebook “Vaticano, pagaci tu la manovra”, che viene ripreso insieme ai Radicali sul noto quotidiano inglese “The Independent”.Del resto, la vicenda ha una dimensione sovranazionale, se pensiamo che le agevolazioni fiscali pro Vaticano sono finite nel mirino della Commissione Europea, che potrebbe censurarle come aiuti di stato incompatibili con la normativa comunitaria.
Se da una parte il Vaticano non ha alcuna intenzione di rinunciare unilateralmente ai privilegi acquisiti (e dai governi di destra e sinistra sempre blindati), dall’altra Bersani, Di Pietro e Vendola si guardano bene dal sostenere apertamente la campagna dei Radicali. Qualche breve cenno per poi rituffarsi nel silenzio complice e gravido di confusione. Bersani, per esempio, ha prima illuso e poi puntualmente deluso. Sì alla tassazione per le sole attività commerciali e, di lì a poco, dietro front: no all’emendamento radicale (da inserire nella manovra bis) volto alla soppressione dei privilegi fiscali. Che, secondo una stima dell’UE, ammonterebbero a circa quattro miliardi di euro. Per non parlare di quel surplus di finanziamento pubblico, che il Vaticano riceve attraverso il sistema truffaldino ingegnato da Mr. Tremonti, per cui gran parte dell’8xmille di chi non esprime alcuna preferenza finisce per miracolo (!) nelle casse della Chiesa. Va detto che per un Tremonti di qui c’è un Visco di lì. Fu proprio Visco che nel 2006, con una sibillina acrobazia linguistica, stabilì nel decreto Visco-Bersani che l’esenzione ICI “si intende applicabile alle attività che non abbiano esclusivamente natura commerciale”. Che maestria.
Ora non venite a dirmi che dobbiamo prendercela col Concordato e con chi oggi non c’è più. Sono passati quasi trent’anni e questa battaglia i Radicali la portano avanti in solitaria. Vedi mai che qualcuno si svegli. Allora persino io griderò “Miracolo”.
Annalisa Chirico

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