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Valeria Solesin, tutto si ricompone davanti alla sua bara

ANSA/ANDREA MEROLA
Una panoramica su piazza San Marco, durante la solenne ceromonia funebre di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre, oggi 24 novembre 2015.
ANSA/CIRO FUSCO
I genitori di Valeria, il fratello, Dario, ed il fidanzato, ai funerali di Valeria Solesin a piazza San Marco, a Venezia, 24 novembre 2015.
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I genitori di Valeria, il fratello, Dario, ed il fidanzato, ai funerali di Valeria Solesin a piazza San Marco, a Venezia, 24 novembre 2015
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Il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia ai funerali di Valeria Solesin a piazza San Marco, a Venezia, 24 novembre 2015.
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I genitori di Valeria davanti al feretro della figlia a piazza San Marco, a Venezia, 24 novembre 2015.
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Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a piazza San Marco per i funerali di Valeria Solesin a Venezia, 24 novembre 2015.
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La moglie del Presidente del Consiglio, Agnese Renzi, a piazza San Marco per i funerali di Valeria Solesin a Venezia, 24 novembre 2015.
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La salma di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, a piazza San Marco durante i funerali di Stato a Venezia, 24 novembre 2015.
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Il fondatore di Emergency, Gino Strada a piazza San Marco per i funerali di Valeria Solesin a Venezia, 24 novembre 2015.
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Il gondolone da parada listato a lutto e vogato dai gondolieri, trasporta lungo il Canal Grande la salma di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre a Venezia 24 novembre 2015.
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Il gondolone da parada listato a lutto e vogato dai gondolieri, trasporta lungo il Canal Grande la salma di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre a Venezia 24 novembre 2015.
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Il gondolone da parada listato a lutto e vogato dai gondolieri, trasporta lungo il Canal Grande la salma di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre a Venezia 24 novembre 2015.
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Il gondolone da parada listato a lutto e vogato dai gondolieri, trasporta lungo il Canal Grande la salma di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre a Venezia 24 novembre 2015.
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Il gondolone da parada listato a lutto e vogato dai gondolieri, trasporta lungo il Canal Grande la salma di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre a Venezia 24 novembre 2015.
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Il gondolone da parada listato a lutto e vogato dai gondolieri, trasporta lungo il Canal Grande la salma di Valeria Solesin, la giovane veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, verso piazza San Marco, per la cerimonia funebre a Venezia 24 novembre 2015.
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Uno striscione in ricordo di Valeria Solesin, la studentessa uccisa nella strage del Bataclan, a piazza San Marco a venezia, 24 novembre 2015.
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Artificieri con l'ausilio di cani antiesplosivo controllano piazza San Marco per i funerali di Valeria Solesin a Venezia, 24 novembre 2015.
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Artificieri con l'ausilio di cani antiesplosivo controllano piazza San Marco per i funerali di Valeria Solesin a Venezia, 24 novembre 2015
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Artificieri con l'ausilio di cani antiesplosivo controllano piazza San Marco per i funerali di Valeria Solesin a Venezia, 24 novembre 2015.
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Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, al suo arrivo a Venezia per rendere omaggio alla salma di Valeria Solesin saluta il sindaco Luigi Brugnaro, 23 novembre 2015.
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Il premier Matteo Renzi a Venezia per rendere omaggio alla salma di Valeria Solesin, la ricercatrice morta negli attentati di Parigi, 23 novembre 2015.
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Il premier Matteo Renzi arriva a Venezia per rendere omaggio alla salma di Valeria Solesin, la ricercatrice morta negli attentati di Parigi, 23 novembre 2015.
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Il premier Matteo Renzi arriva a Venezia per rendere omaggio alla salma di Valeria Solesin, la ricercatrice morta negli attentati di Parigi, 23 novembre 2015.
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Il sindaco Luigi Brugnaro accoglie il premier Matteo Renzi, arrivato a Venezia per rendere omaggio alla salma di Valeria Solesin, la ricercatrice morta negli attentati di Parigi, 23 novembre 2015.
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Andrea Ravagnani, il fidanzato di Valeria Solesin, in fila, insieme a tanti altri veneziani, per accedere alla camera ardente della ricercatrice morta negli attentati di Parigi, Venezia, 23 novembre 2015.
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Veneziani in fila per accedere alla camera ardente di Valeria Solesin, la ricercatrice morta a Parigi, allestita a Ca' Farsetti, sede del Comune di Venezia, 23 novembre 2015.
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Veneziani in fila per accedere alla camera ardente di Valeria Solesin, la ricercatrice morta a Parigi, allestita a Ca' Farsetti, sede del Comune di Venezia, 23 novembre 2015.
ANSA/ TIBERIO BARCHIELLI - UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI
Il presidente del consiglio Matteo Renzi rende omaggio a Valeria Solesin, Venezia, 23 novembre 2015.
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Il presidente del consiglio Matteo Renzi lascia un messaggio sul libro delle firme nella camera ardente di Valeria Solesin, la ragazza veneziana uccisa negli attentati di Parigi, 23 novembre 2015.
ANSA/ TIBERIO BARCHIELLI - UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI
Il messaggio lasciato sul libro delle firme dal presidente del consiglio Matteo Renzi nella camera ardente di Valeria Solesin, la ragazza veneziana uccisa negli attentati di Parigi, 23 novembre 2015.
ANSA/ TIBERIO BARCHIELLI - UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI
Il presidente del consiglio Matteo Renzi parla con i genitori e il fratello di Valeria Solesin, 23 novembre 2015.
ANSA/ TIBERIO BARCHIELLI - UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI
Il presidente del consiglio Matteo Renzi parla con i genitori, il fratello e il fidanzato di Valeria Solesin, la ragazza veneziana uccisa negli attentati di Parigi, nella camera ardente allestita nella sede del Municipio , Venezia, 23 novembre 2015.
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Andrea Ravagnani, il fidanzato di di Valeria Solesin
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Andrea Ravagnani, il fidanzato di di Valeria Solesin
Valeria Solesin in una foto tratta da Facebook.
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I genitori di Valeria Solesin
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La bara con il corpo di Valeria Solesin, la ragazza veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, traspordata dal motoscafo al pontile di Ca' Farsetti, sede del Municipio di Venezia, dove è stata allestita la camera ardente, 22 novembre 2015.
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Il sindaco Luigi Brugnaro attende la bara con il corpo di Valeria Solesin, 22 novembre 2015.
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La bara con il corpo di Valeria Solesin, la ragazza veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, nell'androne di Ca' Farsetti, sede del Municipio di Venezia, dove è stata allestita la camera ardente, 22 novembre 2015.
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Stefano Fassina, dopo aver reso omaggio alla salma di Valeria Solesin, 22 novembre 2015.
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Mons. Francesco Moraglia, patriarca di Venezia, rende omaggio alla salma di Valeria Solesin, 22 novembre
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L'omaggio dei veneziani a Valeria Solesin, 22 novembre 2015.
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Una suora prega inginocchiata accanto alla bara di Valeria Solesin, la ragazza veneziana uccisa nell'attentato al Bataclan di Parigi, 22 novembre 2015.

Si ricompone tutto nel saluto corale a Valeria Solesin, la 26enne veneziana uccisa da una sventagliata di mitra nell’attacco jihadista al Teatro Bataclan di Parigi. Si ricompone la pace religiosa coi rappresentanti delle tre grandi confessioni, compresa quella islamica rappresentata dall’Imam di Venezia che implora Allah di accogliere Valeria nella sua gloria. Allah in nome del quale Valeria è stata massacrata: 2 colpi, uno in faccia, l’altro alla schiena. È morta dissanguata, Valeria, tra le braccia del fidanzato, non ha avuto il tempo, forse, di capire l’assurdità sanguinaria di quanto le stava accadendo in nome di una guerra definita santa (quale blasfemia).

- LEGGI ANCHE: I funerali di Valeria, morta nella strage di Parigi

Tutto si ricompone. L’odio di chi attacca l’Occidente con l’arroganza di ritenersi investito di un compito definitivo (affermare e diffondere l’Islam nella versione integralista esclusiva, sotto le bandiere nere del Califfato) e la sofferenza dei parenti e amici e concittadini di chi è caduto innocente. Anni e anni di ammazzamenti e battaglie s’infrangono come risacche di ferocia e terrore nelle parole pronunciate al funerale di Valeria (Valeria simbolo di una generazione di cittadini europei che si sentono in patria nel mondo, e che generosamente si sacrificano in atti di volontariato contro la deriva bellica con l’ostinazione di un coinvolgimento personale di pace).

Il livello emotivo era così alto, nella Basilica di San Marco, che sarebbe apparso fuori luogo pronunciare anche solo una parola di odio, rancore o vendetta, per quell’esecuzione eseguita senza giustizia. La ricomposizione ha creato una sorta di bolla ideale attorno alla famiglia di Valeria, al padre e alla madre che fin dall’inizio hanno parlato il linguaggio dolce del dolore che non reclama altro sangue. Che non si tramuta in faida.

Ma nelle stesse ore i terroristi non si sono fermati. In Tunisia hanno colpito di nuovo, dopo aver attaccato e ucciso nei giorni scorsi in un albergo di Bamako, Mali. Il disegno è globale. Alcuni familiari delle vittime del 13 Novembre, compresi i genitori di Valeria, hanno detto chiaro che la loro vittoria sul terrore consiste nel respingere la costrizione a odiare qualcuno, o una religione, o una comunità, perché l’odio è il frutto del terrore. Come la vendetta. E né odio né vendetta sono “armi buone” contro il terrore.

Tutto si è ricomposto ed è stato bello, dolorosissimo ma bello. E, certo, è nel calore della partecipazione e condivisione, nella concordia delle voci e nella sintonia degli spiriti che può rinascere un barlume di umanità, un nucleo di nuova civiltà.

Bene. Però questa dimostrazione di pace che riscatta la guerra, di bontà che si oppone alla ferocia, non deve impedirci di reagire alla guerra con la guerra. Perché se non reagiamo continueremo a morire, confondendo gli spari e la musica.  

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