Vaticano Sanders 25 anni "Centesimus Annus"
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Usa 2016: perché Sanders è passato dal Vaticano prima di giocarsi tutto a New York

Fine settimana intenso per Bernie Sanders, il candidato democratico che contende la nomination a Hillary Clinton.

Venerdì pomeriggio ha tenuto un discorso in Vaticano in un incontro della Pontificia accademia delle Scienze Sociali a 25 anni dall’Enciclica sociale di Giovanni Paolo II, “Centesimus annus”. Un convegno nel quale erano presenti anche il presidente boliviano Evo Morales, l’ecuadoregno Rafael Vicente Correa, l’economista Jeffrey Sachs, ma al quale non ha partecipato Papa Francesco.

Una specie di “distrazione”, in realtà, vista la tensione durissima del dibattito pieno di spigoli sostenuto a Brooklyn e in tv con Clinton giovedì 14 e le primarie a New York, martedì 19: questa volta davvero “cruciali” per il seguito della sua campagna elettorale (e di quella di Hillary).

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Bernie Sanders accanto al presidente boliviano Evo Morales, durante il suo intervento alla Conferenza della Pontificia accademia delle Scienze Sociali a 25 anni dall’Enciclica sociale di Giovanni Paolo II, “Centesimus annus”, 15 aprile 2016.

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Bernie Sanders accanto al presidente boliviano Evo Morales, durante il suo intervento alla Conferenza della Pontificia accademia delle Scienze Sociali a 25 anni dall’Enciclica sociale di Giovanni Paolo II, “Centesimus annus”, 15 aprile 2016.

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Bernie Sanders durante il suo intervento alla Conferenza della Pontificia accademia delle Scienze Sociali a 25 anni dall’Enciclica sociale di Giovanni Paolo II, “Centesimus annus”, 15 aprile 2016.

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Bernie Sanders lascia la città del Vaticano dopo il suo intervento alla Conferenza della Pontificia accademia delle Scienze Sociali a 25 anni dall’Enciclica sociale di Giovanni Paolo II, “Centesimus annus”, 15 aprile 2016.

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Bernie Sanders lascia la città del Vaticano dopo il suo intervento alla Conferenza della Pontificia accademia delle Scienze Sociali

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Bernie Sanders lascia la città del Vaticano dopo il suo intervento alla Conferenza della Pontificia accademia delle Scienze Sociali a 25 anni dall’Enciclica sociale di Giovanni Paolo II, “Centesimus annus”, 15 aprile 2016.

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25 febbraio 2016. Un sostenitore del candidato democratico Bernie Sanders attende il suo arrivo a un incontro comunitario sulla crisi idrica a Flint, presso la Woodside Church, in Michigan.

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18 febbraio 2016. A Essex Junction, il candidato democratico Bernie Sanders si rivolge ai sostenitori dopo aver vinto le primarie del Vermont a Essex Junction.

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20 febbraio 2016. Il candidato democratico Bernie Sanders si fa fotografare con i lavoratori della caffetteria del MGM Grand Casino di Las Vegas, in Nevada.

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Portsmouth, New Hampshire, 7 febbraio 2016. Il senatore democratico Bernie Sanders stringe la mano ai sostenitori dopo aver tenuto un comizio al Great Bay Community College.

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10 febbraio 2016. Il candidato democratico Bernie Sanders a tavola con il reverendo Al Sharpton al Sylvia's Restaurant ad Harlem, New York City, all'indomani della vittoria di Sanders nel New Hampshire.

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Manchester, New Hampshire, 8 febbraio 2016. Il senatore democratico Bernie Sanders durante un comizio al Palace Theater.

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15 marzo 2016. L'ex First Lady Hillary Clinton, candidata democratica, durante un evento elettorale al Palm Beach County Convention Center di West Palm Beach, Florida.

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18 febbraio 2016. La candidata democratica Hillary Clinton si fa fotografare con una sostenitrice al Rio Hotel & Casino di Las Vegas, Nevada.

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Da sinistra: Hillary Clinton, Ted Cruz, Bernie Sanders e Donald Trump.

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19 marzo 2016. Un uomo con una maschera da Donald Trump-Pinocchio durante una manifestazione di protesta contro il candidato repubblicano.

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5 aprile 2016. Il candidato repubblicano Ted Cruz festeggia con la moglie Heidi la vittoria nelle primarie del Wisconsin, a Milwaukee.

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15 marzo 2016. La candidata democratica Hillary Clinton fa l'occhiolino a Sam Oser durante una visita a un negozio di Donuts a West Palm Beach, in Florida.

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15 marzo 2016. Il candidato repubblicano Donald Trump durante la notte di attesa dei risultati delle primarie a Palm Beach, in Florida.

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19 marzo 2016. La scritta "NOPE" sopra il volto di Donald Trump durante una manifestazione di protesta contro il candidato repubblicano.

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15 marzo 2016. Il candidato democratico Bernie Sanders si rivolge ai sostenitori presso il Centro Congressi di Phoenix, in Arizona.

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15 marzo 2016. Il candidato repubblicano John Kasich sommerso dai coriandoli durante la festa per la sua vittoria nelle primarie dell'Ohio, presso la Baldwin Wallace University di Berea, Ohio.

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A West Palm Beach, in Florida, Donald Trump parla duranta la conferenza stampa

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Lynchburg, Virginia, 18 gennaio 2016. Un sostenitore del candidato alle primarie repubblicane Donald Trump nei panni dello Zio Sam durante un evento della campagna elettorale alla Liberty University.

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Cleveland, Ohio, 8 marzo 2016. L'ex First Lady Hillary Clinton, candidata democratica, durante un evento elettorale al Recreation Center interno al campus del Cuyahoga Community College.

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Jupiter, Florida, 8 marzo 2016. Il candidato alle primarie repubblicane Donald Trump con il suo libro dopo una conferenza stampa al locale Trump National Golf Club.

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Sparks, Nevada, 23 febbraio 2016. Un sostenitore si fa un selfie con il candidato alle primarie repubblicane Donald Trump durante un evento elettorale.

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Valdosta, Georgia, 29 febbraio 2016. Sostenitori del candidato alle primarie repubblicane Donald Trump durante un evento elettorale alla Valdosta State University.

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Myrtle Beach, South Carolina, 19 febbraio 2016. Una sostenitrice saluta il candidato alle primarie repubblicane Donald Trump dopo un comizio.

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Aiken, South Carolina, 12 dicembre 2015. Jim Yates, un sostenitore del candidato alle primarie repubblicane Donald Trump con cappello messicano e una bambola dalle fattezze del magnate durante un evento elettorale.

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Las Vegas, Nevada, 5 marzo 2016. Un sostenitore del candidato alle primarie repubblicane Donald Trump tra il pubblico di una partita di rugby al Sam Boyd Stadium.

Non poteva rifiutare la partecipazione a un incontro — dove ha parlato per una decina di minuti — su un tema a lui caro e del quale si sente uno dei politici più impegnati: la giustizia sociale e la lotta contro la diseguaglianza economica.

Tanto più che stabilire un legame, ideale ma evidente, fra Sanders e i temi cari a Papa Francesco ha certo un buon impatto sull’immagine politica e culturale del candidato democratico e sui potenziali sostenitori. E forse anche sulle possibilità di Sanders nello stato di New York, dove — secondo il New York Times — un terzo degli elettori registrati si dichiara cattolico, e di questo, il 41% si definisce “democratico”.

Nel suo intervento Sanders ha tra l'altro detto: "I giovani di oggi non sono più soddisfatti di una economia di disuguaglianza e ingiustizia" e "vogliono invece un'economia che apra al bene comune". "Cerchiamo di essere chiari. Oggi nel 2016 la situazione è peggiore rispetto ad un secolo fa. L'1% della popolazione di questo pianeta possiede più ricchezza rispetto al restante 99%. Dobbiamo respingere le fondamenta di questa economia contemporanea come immorale e non sostenibile".

Se potesse parlare con il pontefice, ha detto Sanders in un’intervista a Repubblica di venerdì 15 aprile, parlerebbe “di come le leggi negli Stati Uniti possono giocare un ruolo importante nel cambiare l’economia attuale, sia sotto il profilo morale sia sotto quello globale. Vorrei discutere con lui di idee e di programmi. Questo è un Papa che affronta anche il tema dei cambiamenti climatici, un’altra questione per la quale mi batto”. “Penso — aggiunge — che la ragione per la quale sono stato invitato a partecipare a questo convegno sia che molti degli argomenti che il Papa affronta sono simili ai miei. Sono un grandissimo sostenitore del Pontefice, anche se ho opinioni diverse dalle sue su alcuni temi”. “La Chiesa oggi parla anche di donne e di omosessuali. Il Papa vuole riparare la società dalle ingiustizie sociali. E in questo — conclude — sono perfettamente con lui”.

Una piccola parentesi però, il viaggio a Roma.
Perché c’è massima tensione e concentrazione nello staff di Sanders. Tutti sanno che le primarie a New York, dove sono in palio ben 291 delegati, saranno quasi sicuramente il passaggio che determinerà il futuro della competizione nel Partito democratico. E soprattutto lo determineranno in maniera quasi definitiva in caso di sconfitta.

Clinton ha già 220 candidati di vantaggio (ai quali vanno aggiunti i 469 superdelegati, contro 36 di Sanders), ha finora ottenuto 2,4 milioni di voti più di Sanders e i sondaggi a New York la danno in notevole vantaggio. L’ultimo, targato NBC 4 New York/Wall Street Journal/Marist, le attribuisce addirittura 17 punti di margine: 57% a 40%.

Hillary ha fretta di concentrare gli sforzi, e affilare il linguaggio, contro Trump e gli altri Repubblicani e una vittoria netta la allontanerebbe da Sanders in modo quasi decisivo, consentendole di evitare di prolungare gli scontri dispendiosi e faticosi con il compagno di partito.

In caso di sconfitta a New York, Sanders non si ritirerebbe, ma sarebbe costretto a rivedere la strategia, guardando oltre le elezioni di novembre e alla necessità di consolidare la sua influenza sul Partito, egemonizzandone l’ala sinistra: populista, anti-Wall Street e più esigente in fatto di regolamentazione dell’economia, contrapposta a quella clintoniana (di Hillary, ma ispirata soprattutto alla presidenza del marito: più amichevole nei confronti della finanza newyorkese, più orientata alla riduzione del budget federale e meno incline a intervenire nell’economia).

Insomma, dovrebbe occuparsi di non buttare quello che ha costruito nel paese (e nel partito) in questi mesi.

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