Un tantinello serpenti

Nonostante sia una roba vecchia più di un anno, ha ripreso a girare in questi giorni, su Facebook e altri social network, una facezia simpaticamente grassoccia relativa al titolo scelto per il Nuovo lezionario festivo per la Santa Messa per l’anno B (siccome questo è un blog tutto sommato cialtrone, la spiegazione di che cosa sia il lezionario festivo e che cosa significhi “anno B” la demando a Wikipedia).

In che cosa consista la facezia sarà ben chiaro a tutti evocando il titolo: “Apri la tua bocca, la voglio riempire”.

Certo: chiunque non sia del tutto ignorante in materia di religione cristiana può sospettare si tratti di una qualche citazione. E altrettanto certamente chi abbia una conoscenza anche superficiale della Bibbia può risalire senza troppe difficoltà alla fonte: Salmo 80, versetto 11. Una bellissima preghiera a Dio, fonte della musica e del canto, che diventa un dialogo con Dio stesso, nel quale Dio ricorda al popolo d’Israele i doni che gli ha fatto e lo rimprovera di averli dimenticati.

Tutto vero, tutto rigoroso, tutto doveroso. Però va detto che la facezia, volgare fin che volete, vien fuori da sola.

Ora, io non so chi abbia scelto quel titolo, citando proprio quel (bellissimo, va detto, nel suo senso originario) versetto tra le centinaia di migliaia a disposizione. Se lo conoscessi, gli menzionerei, a scopo di fraterna correzione, un altro versetto biblico e più precisamente evangelico, Mt 10, 16: “Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe”. Semplicità sì, ma anche prudenza. Candore sì, ma anche un po’ di scaltrezza e uso di mondo. Colombe sì, ma pure un tantinello serpenti.

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